Foto Matteo Rasero/LaPresse

Preghiera

Sanremo fluid

Camillo Langone

Ormai è un concetto che va per la maggiore anche al Festival. Ma più che una nuova bi-sessualità, sembra implicare sessualità dimezzata

Tanta è la brama di sottomettersi, presso gli occidentali fatiscenti, che ogni nuova parola, o nuova accezione di vecchia parola, diventa subito parola d’ordine. La nuova parola d’ordine è “fluido”. La sta diffondendo Sanremo che non è un santo ma, nonostante il segno di croce del povero Amadeus, un demone, ovvero il festival dell’aggiornamento ideologico per divanizzati. Gocciola molta fluidità da quel palco… “Fluido” mi ricorda la società liquida di Bauman e l’eros in agonia di Han. Spesso mi sembra un modo per non dire “lesbico”, parola che magari suona male (ma allora perché non usare “saffico”? Problemi con la poesia greca?). E per indicare passaggi dall’etero all’omo, mai in senso inverso. Poco a che fare invece con la vecchia bisessualità che in fondo era una sessualità doppia mentre qui la sessualità appare dimezzata. Mi sembra anche un modo per danneggiare ulteriormente il maschio, siccome una femmina fluida conserva suppergiù sembianze femminili mentre un maschio fluido dilapida le sembianze virili e abdica alla durezza peculiare. Si consideri “fluido” un ottimo anticoncezionale: lubrifica l’estinzione.

 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).