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Il mio anello in argento, con la croce in rilievo

Camillo Langone

Fra vile occultamento e rischio di coltellate, io ho fatto la mia scelta

Regina dei martiri, regina dei confessori della fede, ho deciso di farmi un anello. Non un anello di pura vanità, non un anello d’oro, non un anello griffato: un anello di testimonianza e dunque un anello con croce. Seguendo San Paolo (“Non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo”) e il cambiamento che ha portato noi cristiani a essere minoranza ovunque. Non solo in paesi remoti ma anche, a forza di stendere ponti verso le maomettane sponde, a Roma. Dove alla stazione Termini i cattolici e pure gli ortodossi possono scegliere fra vile occultamento e rischio di coltellate. Regina dei martiri, regina dei confessori della fede, per confessarsi, mostrarsi amici di tuo figlio il crocefisso al collo non basta, se come nel mio caso risulta quasi sempre invisibile (sono freddoloso, solo in piena estate porto la camicia sbottonata). Per questo devo farmi urgentemente un anello. Penso che sarà d’argento con la croce in rilievo perché di questi tempi anche l’effetto tirapugni può far gioco (“Un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui”, scrive San Tommaso). Ora pro me e per il mio orefice.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).