Adolf Hitler in una fotografia scattata il 5 dicembre 1931 all'uscita del partito nazista di Monaco (via Recuerdos de Pandora/Flickr)

L'abito fa il dittatore

Camillo Langone

Un Hitler che avesse insistito a vestirsi da montanaro sarebbe rimasto un politico regionale, trattenuto dai propri limiti geografici e culturali, e non avrebbe dichiarato guerra alla Russia

Della monumentale biografia “Hitler” di Ian Kershaw (Bompiani) guardo innanzitutto le figure. Che non mettono in guardia solo dal nazismo ma da un mucchio di altri ismi, forse da tutti salvo il tradizionalismo. Le immagini 23 e 24, un servizio fotografico degli anni Venti, sono rivelatorie. Nella prima Hitler è in abito tradizionale bavarese, nella seconda indossa un impermeabile, capo senza frontiere: la prima è stata scartata, la seconda è stata diffusa dalla propaganda nazista. La tradizione è anche un freno, certamente, ma i freni sono indispensabili. Un Hitler che avesse insistito a vestirsi da montanaro sarebbe rimasto un politico regionale, trattenuto dai propri limiti geografici e culturali, e non avrebbe dichiarato guerra alla Russia. Analogamente, se Mussolini avesse continuato a indossare la capparella romagnola non avrebbe fatto la marcia su Roma, al massimo una passeggiata a Brisighella. Venendo a noi: se Xi Jinping si mostrasse con l’hanfu, l’arcaico vestaglione cinese, a temerlo dovrebbero essere soltanto i suoi connazionali, ma siccome si veste all’occidentale è tutto l’Occidente a doverne diffidare. L’abito fa il monaco e il dittatore.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).