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Che sacrilegio la Discarica di San Francesco

Camillo Langone

Vecchie glorie dell'ateismo si produrranno in un happening nichilista ad Assisi. Ma non c'entrano nulla con lo spirito francescano

San Francesco, oggi apre ad Assisi la Discarica di Francesco. Io sono contrario alla raccolta differenziata e dunque favorevole alle discariche ma questa era meglio farla altrove, in una città meno importante dal punto di vista artistico e spirituale. E poi perché intitolarla a te? A te bisogna intitolare chiese, non discariche. Comunque, oggi apre ad Assisi la Discarica di Francesco. A dire la verità il suo organizzatore, cardinal Ravasi, si ostina a chiamarla cortile, Cortile di Francesco, però i materiali raccolti non giustificano tale termine: solo un sacrilego getterebbe rifiuti nel cortile dell’Alter Christus.

 

Purtroppo i materiali raccolti fanno proprio pensare a una discarica. Ad esempio le opere di Michelangelo Pistoletto, lo straccivendolo dell’arte contemporanea. Tu forse sei rimasto a Giotto e allora sappi che questo artista è diventato famoso nel 1967 con un’installazione intitolata appunto “Venere degli stracci”: un mucchio di cenci che sembrava da discarica già allora, figuriamoci quante tarme dopo mezzo secolo, ormai ci vuole l’inceneritore. In un libro di Mauro Covacich leggo che l’arte di Pistoletto è fatta di ironia e irriverenza. Quanto di meno francescano: tu sei per la serietà e la riverenza. Ma Ravasi non ti imita, ti usa, e dunque ad Assisi invita Pistoletto che insieme a una vecchia gloria dell’ateismo, Oliviero Toscani, si produrrà in un happening nichilista, stavolta a base di pietre e non di stracci, sempre roba buttata per terra. San Francesco, tu ci sarai ancora quando questa spazzatura intellettuale anni Sessanta sarà definitivamente marcita: vorrei esserci anch’io, te ne prego.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).