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Che fastidio l'allegria obbligatoria

Camillo Langone

Che bella la notte infrasettimanale quando nei vicoli di Borgo San Giuliano si sentono solo i propri passi, altro che Notte Rosa

Prego di vivere una notte blu, non la Notte Rosa. A Rimini nei giorni feriali, anche adesso che siamo in alta stagione, si può pernottare in un quattro stelle con meno di cento euri. Stasera invece, ammesso si trovi ancora qualche camera, per colpa della Notte Rosa si spenderebbe il doppio e in certi casi il triplo. E perché poi? Per partecipare al cosiddetto capodanno dell’estate? Per imbrancarsi da Pesaro al Po, epicentro Rimini, con non so quanti miliardi di persone che credono (dice il comunicato) nella “festa come momento di aggregazione”? Per ascoltare Giusy Ferreri a Igea Marina o Noemi a Riccione o la Vasco Rossi Tribute Band (tristezza solo a pensarci) a Gatteo Mare? Per vedere il Ponte di Tiberio illuminato di rosa? L’omonimo imperatore avrebbe retribuito l’autore di una simile pensata con una condanna al confino. Che fastidio l’allegria obbligatoria, l’entusiasmo collettivo, la folla che non sa vestire né bere né mangiare, che ad esempio si ingozza di piadina quando invece in Romagna bisogna ordinare la piada, senza diminutivo, e ancor meglio il cassone. Con le erbe. Che bella la notte infrasettimanale quando nei vicoli di Borgo San Giuliano si sentono solo i propri passi, quando sul porto le luci si spengono e il cielo e il canale e il mare là in fondo diventano midnight blue come certi smoking, come certe vecchie canzoni eleganti e scettiche.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).