il colloquio

“Salvini e le pensioni? Incoerente. Ma è la rivincita dei conti, non la mia”. Parla Fornero

Ruggiero Montenegro

Dopo anni di promesse è arrivata la realtà: "I numeri sono inesorabili", dice l'ex ministra. "La manovra? Giudizio in chiaroscuro. Manca una vera spinta alla crescita, quello di cui avremmo davvero bisogno”

“Non è la mia rivincita, ma la rivincita dei conti e della prudenza”, dice la professoressa Elsa Fornero. La Camera ha appena approvato la quarta legge di Bilancio del governo Meloni, quella che l’ex ministra del Lavoro del governo Monti definisce in “chiaroscuro, attenta al bilancio ma carente dal punto di vista della crescita”. 

Nonostante i proclami, nonostante Matteo Salvini, la realtà ha prevalso sulla propaganda: l’assalto alle pensioni non è riuscito nemmeno questa volta. “Alla lunga la forza dei numeri non può che far prevalere il buon senso. I numeri sono inesorabili e non possono giustificare certe scelte. Quando hai un grande debito e una situazione demografica molto preoccupante come quella italiana, ti accorgi che alcune cose che hai promesso per anni, non puoi realizzarle. E si tratta dei conti italiani, non di quelli di qualche eccentrico. D’altronde, la stessa Meloni ha definito la manovra ‘seria e prudente’, il che significa che la controriforma che era stata sbandierata non era né seria, né prudente”. Per molto tempo, Fornero ha rappresentato il principale bersaglio della Lega e non solo. La professoressa tuttavia non cerca rivalse, vuole evitare personalizzazioni. E spiega: “Il sistema pensionistico è un altro modo per aumentare il debito a carico delle generazioni future, ma se i giovani sono sempre meno allora diventa molto difficile, impossibile, onorare gli annunci da campagna elettorale. E’ evidente a tutti quelli che vogliono aprire gli occhi”. Sull’asse Mef-Palazzo Chigi qualcuno lo ha fatto, respingendo i blitz che puntavano a congelare l’adeguamento dell’età pensionistica e gli effetti della riforma che nel 2011 contribuì a salvare il bilancio italiano. Eppure, il Carroccio fino all’ultimo ha provato a piazzare una bandierina, presentando un ordine del giorno che punta a sospendere l’aumento dei requisiti (un mese in più nel 2027 e tre nel 2028). Professoressa, che idea si è fatta? “Mi è sembrato un tentativo da parte della Lega di salvare la faccia e nascondere la brutta figura e gli scarsi risultati ottenuti. Che non riguardano solo le pensioni, ma anche il Ponte sullo Stretto e l’aumento delle tariffe stradali, per cui la responsabilità sarebbe della Consulta e non del ministero. Del resto, quando fai promesse irrealizzabili, la colpa è sempre di qualcun altro. La Lega, con il suo leader, ha un problema di estrema incoerenza. Così finiscono per ricorrere a questi espedienti”. Il ministro dell’Economia tuttavia, sulle pensioni, ha lasciato aperto uno spiraglio. “Non poteva dare alla Lega un altro schiaffo, non così apertamente almeno. Quindi si è limitato a dire ‘vedremo, valuteremo’. Ha preso tempo: Giorgetti conosce bene i conti pubblici ma, saggiamente, non vuole lo scontro. Però mi chiedo: quello che non è stato possibile quest’anno come potrà esserlo nel 2026, con una crescita prevista tra lo 0,5 e lo 0,7?”.

Per migliorare questa prospettiva sarebbero state forse necessarie misure più incisive, strutturali. Qual è il giudizio di Fornero sulla manovra? “Da un lato è molto realistica, prudente. Una finanziaria che ci mette al riparo dalle tensioni finanziarie e ci consente di perseguire uno degli obiettivi dichiarati da Giorgetti: uscire dalla procedura d’infrazione già nel 2026”, risponde la professoressa. “In questo quadro, il governo ha poi cercato di redistribuire qualcosa. Si è arrivati fino a 22 miliardi e ci sono alcune misure apprezzabili, come il taglio dell’Irpef per il ceto medio”. Ma da un altro punto di vista, prosegue Fornero, ci sono carenze e interventi meno comprensibili. “Per esempio, il taglio di Opzione donna mi è sembrata una cattiveria. Era una possibilità che veniva concessa alle donne per ragioni di necessità, senza dimenticare che la loro pensione sarebbe stata calcolata interamente con metodo contributivo e dunque senza gravare sui contribuenti. Al di là dei singoli aspetti, comunque, ciò che manca in questa manovra è una vera spinta alla crescita, quello di cui avremmo davvero bisogno”.

E’ un problema che Fornero evidenzia da tempo, una mancanza di visione che rende l’Italia poco competitiva. Mentre sempre più giovani scelgono di andare all’estero. “Abbiamo bisogno di crescere e per farlo occorre che le imprese investano e siano messe nella condizione di farlo. E’ fondamentale che il governo faccia investimenti nell’istruzione, per migliorarne la quantità e la qualità. Dobbiamo formare capitale umano di valore e produrre innovazione tecnologica, soprattutto in quei settori caratterizzati dalla più alta produttività. Di tutto questo – conclude l’ex ministra – purtroppo nella Legge di bilancio c’è troppo poco”.

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