Ansa
Il voto
Via libera definitivo della Camera alla legge di bilancio 2026
Con 216 sì, 126 no e 3 astenuti Montecitorio approva la manovra, la quarta del governo Meloni. Vale di 22 miliardi
Con l'approvazione definitiva della Camera, la manovra è finalmente arrivata al traguardo finale. L'iter della quarta legge di bilancio del governo Meloni da 22 miliardi è terminato con 216 voti favorevoli, 172 contrari e 3 astenuti. Anche se la parola d'ordine che ha caratterizzato ogni mossa dell'esecutivo è stata prudenza, questa finanziaria è stata una delle più piccole e più discusse degli ultimi anni. Ieri sera, durante la seduta notturna che ha votato la fiducia al maxiemendamento arrivato blindato dal Senato, sono emerse le ultime tensioni, con i partiti che hanno trasformato i temi rimasti fuori dalla manovra in ordini del giorno. Ma c'è un fatto che si ripete da anni e sembra ormai diventato prassi: la manovra non viene più discussa in uno dei due rami del Parlamento. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, in un'intervista alla Stampa, ha detto di aver fatto il possibile per rispettare i tempi ed evitare ritardi, mentre sulla mancata discussione ha affermato che "purtroppo da anni si arriva sempre a queste condizioni, non è la prima volta e temo non sarà l’ultima. Mi dispiace per la Camera, ma il Senato non è stato un passacarte e ha avuto modo di intervenire rivedendo, correggendo e modificando in maniera significativa la legge di Bilancio".
Ad ogni modo, nonostante il percorso della manovra sia finito, restano alcuni nodi irrisolti. In primis sulle pensioni, la Lega ha voluto mettere nero su bianco in un odg la richiesta di voler bloccare l'innalzamento dell'età pensionabile che scatta dal 2027, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è stato chiaro: "Vedremo nel 2026". Anche il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha già in mente le priorità per l'anno nuovo: "Continuare la riduzione della pressione fiscale: dobbiamo allargare la base dell'Irpef almeno a 60mila e continuare ad abbassare la pressione fiscale e cercare di avere stipendi più ricchi".
Tra le principali novità c'è il finanziamento del Piano Casa al quale sono stati dedicati cento milioni nel 2026 e altri cento nel 2027, il taglio della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33 per cento per circa 14 milioni di italiani, la stretta sui micropagamenti della Pubblica amministrazione e circa tre milioni e mezzo per Transizione 4.0. Resta l'anticipo pensionistico sociale per fragili e usuranti anche se con meno risorse.
Arriva anche l'allineamento dei requisiti per l'aumento dell'aspettativa di vita ma spalmato su due anni: dal 2027 si potrà andare in pensione di vecchiaia a 67 anni e un mese (e 20 anni di contributi) e dal 2028 e 67 anni e tre mesi. Tra le novità, sempre sul fronte previdenza, anche il silenzio-assenso sulla destinazione alla previdenza integrativa del tfr per i neo-assunti. Non trovano spazio invece Quota 103 e Opzione Donna. Insomma, di certo questa manovra non ha fatto grandi danni, ma di certo non sarà ricordata per aver cambiato il paese.