"Impegna il governo”

La manovra amara di Salvini, che si rifugia negli ordini del giorno. E in Campania perde pezzi (verso FI)

Ruggiero Montenegro

Dalle pensioni alla Flat tax, gli odg del Carroccio sono la certificazione della sconfitta sulla Legge di bilancio. Intanto il deputato Attilio Pierro, ex coordinatore a Salerno, è in uscita. Mentre il consigliere regionale Minella passa al Misto e guarda ai forzisti

“Impegna il governo...”. E’ il cenone amaro di Matteo Salvini, la lista delle promesse mancate, mentre in Campania si registrano smottamenti e dimissioni. Dalla Flat tax alle pensioni, al leader della Lega non restano che gli ordini del giorno, le ultime bandierine, buone per un lancio d’agenzia o per un post su X. Insomma, si fa quel che si può. Del resto ieri dalle parti del Carroccio hanno dovuto digerire pure il nuovo decreto sull’Ucraina, salutato come una grande vittoria ma che conferma l’invio di armamenti, checché ne dicano Borghi&Co.

Ieri sera, quando questo giornale era già in stampa, alla Camera si votavano gli ordini del giorno, ultimo passaggio prima del voto di fiducia alla Legge di bilancio in programma oggi. In tutto, tra maggioranza e opposizione, ne sono stati presentati 239: alcuni meritori e altri più fantasiosi. Ci si muove tra trasporti e interventi sul territorio, Iva sugli alimenti per gli animali domestici e strette contro parrucchieri abusivi ( Marta Fascina intanto chiede provvedimenti per far fronte alla crisi idrica in Irpinia e nel Sannio). Per la Lega è stata invece la certificazione delle scoppole ricevute, la conferma, un’altra volta, che con la manovra non è andata proprio benissimo, e non solo per il Piano casa e per il Ponte sullo Stretto. Salvini doveva abolire la legge Fornero – “altrimenti spernacchiatemi”, diceva in campagna elettorale – e invece (con Giancarlo Giorgetti al Mef) al deputato Virginio Caparvi è toccato il compito (un po’ ingrato) di chiedere al governo “di riconsiderare”, e dunque “sospendere”, l’aumento dei requisiti pensionistici, un mese nel 2027 e tre nel 2028. Tra le proposte del Carroccio si rilancia anche la “tassa piatta”.

Alberto Gusmeroli propone di “ripristinare la Flat tax incrementale per l’anno d'imposta 2026 sulle dichiarazioni 2027”. Mentre Luca Toccalini, che guida le nuove leve del Carroccio e a maggio scorso aveva annunciato una proposta per fermare la “fuga di cervelli”, punta sulla “Flat tax giovani”, ricordando nel suo ordine del giorno che i suoi colleghi senatori ci avevano già provato con un emendamento a Palazzo Madama, cassato insieme ad altre proposte arrivate da via Bellerio. Tra le proposte bandiera del Carroccio, questa volta siamo in tema sicurezza, ritorna anche la battaglia (anti Crosetto) per potenziare l’operazione Strade sicure: la promuove Eugenio Zoffili, dopo la strage antisemita a Sydney e in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina, tanto care al leader Salvini. Sempre Zoffili, questa volta con Stefano Candiani primo firmatario, vorrebbe istituire una zona economica speciale dedicata alle province al confine con la Svizzera – da Varese a Como e oltre – per “scongiurare i rischi di desertificazione produttiva”.

Si guarda al nord, e si pensa anche alla metro di Milano – c’è anche questo tra gli ordini del giorno salviniani – ma intanto il Carroccio perde pezzi tra Roma e la Campania. Il deputato Attilio Pierro, coordinatore provinciale a Salerno, un paio di settimane fa ha lasciato l’incarico. Lo ha fatto all’indomani delle elezioni regionali e in vista di quelle provinciali di inizio gennaio. Alla base della scelta, come hanno raccontato le cronache locali, ci sarebbero state divergenze di vedute con i vertici campani del Carroccio – guidati da Giampiero Zinzi – contrari alla lista unitaria con Forza Italia e Noi moderati. Ma non c’è solo questo: Pierro aveva sostenuto alle regionali Mimì Minella, eletto proprio a Salerno, che ieri nel primo Consiglio regionale si è dimesso dal gruppo Lega (adesso i consiglieri sono solo due) per passare nel Misto. Per lui si parla già di un futuro in Forza Italia, la stessa destinazione a cui, a sentire i rumors in Transatlantico, potrebbe giungere anche Pierro.

 

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