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La Situa
L'incoerenza che regge il governo Meloni
Dalla promessa di abolire la Fornero a una manovra che la rafforza: il centrodestra fa l’opposto di ciò che diceva, senza pagarne il prezzo nei consensi
La storia del governo Meloni è una storia fatta di mille ingredienti. Uno di questi ingredienti corrisponde a una parola appassionante che ha avuto un impatto importante nella vita di questo esecutivo: l'incoerenza. Al contrario di quanto si potrebbe immaginare, l'incoerenza di Meloni ha avuto effetti positivi sulla stabilità del paese e il dato misterioso della maggioranza di centrodestra è che, almeno finora, l'aver fatto l'opposto rispetto a quanto promesso nel passato non ha impattato sul consenso. L'ultimo caso, incredibile, di incoerenza lo si è registrato all'interno della legge di stabilità. Nel passato il centrodestra ha più volte sostenuto di voler far di tutto per “superare la Fornero”, la famosa riforma delle pensioni approvata nel 2011 dal governo Monti. Il capolavoro del presente, se così vogliamo chiamarlo, è questo: piuttosto che “superare la Fornero”, la manovra è andata nella direzione opposta. È stata stretta l’uscita anticipata allungando le finestre, è stato reso più difficile usare scorciatoie contributive (come il riscatto laurea breve) e sono stati spinti i giovani verso la previdenza complementare col silenzio-assenso sul Tfr. In pratica: meno pensioni facili, più sostenibilità. La riforma Fornero doveva essere abolita, da Salvini, Meloni e soci. Tredici anni dopo quella riforma a essere abolite sono state le intenzioni degli anti Fornero. Per una ragione semplice. Un paese che ha una aspettativa di vita più alta non può accorciare l'età pensionabile. L'incoerenza salverà l'Italia? Chissà.
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