Ansa
il colloquio
Askatasuna sgomberato, il ministro Zangrillo: "Finalmente! Ora restituirlo alla città e dedicarlo alle vittime delle Br"
Il ministro della Pubblica Amministrazione non usa mezzi termini: "Questi non hanno alcuna intenzione di dialogare, di collaborare: sono persone che vivono nella filosofia dell’antistato". E su CasaPound? "Merita lo stesso trattamento, va sgomberata"
"Sono contento che il sindaco Lo Russo abbia finalmente cessato l’accordo della città di Torino con gli occupanti di Askatasuna. Resta però una domanda: c’era davvero bisogno di aspettare per capire che queste persone non meritavano alcun dialogo? Hanno sfasciato le Ogr e la sede de La Stampa e solo adesso, quando le perquisizioni hanno dimostrato che per di più gli occupanti violavano le intese con il comune, Lo Russo dice: ‘Allora cessiamo l’accordo’. Ora lo intitoli alle vittime delle Br”. Lo dice, parlando al Foglio, il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, esponente di Forza Italia.
Insomma, lo sapeva benissimo che questi non rispettavano alcun patto…”. Il ministro per la Pa, già commissario piemontese di Forza Italia, rivendica di essere stato tra i primi a dirlo: con quelli di Askatasuna non si tratta, vanno mandati via. Lo disse al Foglio solo poche settimane fa. Oggi, dopo che lo sgombero è effettivamente avvenuto, e che il primo cittadino ha deciso di cessare l’intesa perché le perquisizioni hanno dimostrato che gli attivisti erano dentro lo stabile, in violazione degli accordi con il comune, Zangrillo rivendica quella posizione: “Da un lato esprimo soddisfazione perché evidentemente finalmente siamo riusciti a mettere la parola fine a questa vicenda, dall’altro però sono rammaricato di essere stato un profeta inascoltato e si sia perso così moltissimo tempo. Il tema dell’opportunità di muoversi rapidamente per la chiusura di Askatasuna l’avevo affrontato tra i primi. Alla Festa dell’Unità, dove fui invitato, quando si incominciò a parlare di quello, nel momento in cui io espressi la mia posizione – che era quella che andava chiuso – mi hanno dato del fascista. Una vergogna. E infatti anche ieri il Pd torinese ha espresso solo posizioni ambigue”. Forse anche per quelle posizioni il sindaco Lo Russo aveva provato un’altra strada: tentare un’intesa per garantire continuità a quello spazio. “Non so per quale motivo lo facesse”, dice Zangrillo. “Lo Russo è tutt’altro che uno stupido, e sapeva benissimo che questi non hanno alcuna intenzione di dialogare, di collaborare: sono persone che vivono nella filosofia dell’antistato. Sono soggetti che non conosciamo da qualche mese: sono stati tra i protagonisti delle violenze sul cantiere della Tav. Già questo sarebbe stato sufficiente per far comprendere al sindaco che non c’era modo di dialogare”. E però, anche ieri, ci sono stati diversi cantanti, attori e artisti a difendere l’esperienza di Askatasuna. Lo schema Lo Russo si reggeva su questo: non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Come a dire: in questi 30 anni quel centro sociale avrà fatto anche qualcosa di buono. “Se questi signori sostengono che Askatasuna era un luogo di cultura, un’idea che a me che sono residente a Torino fa ridere, a smentirli sono stati quelli di Askatasuna. Avevano la possibilità di dimostrare di essere un centro culturale, di inclusione, di servizio sociale. Non lo hanno fatto”.
Intanto il parlamentare torinese di Avs Marco Grimaldi, da sempre tra i più vicini ad Askatasuna, ha attaccato lo sgombero definendolo un’operazione “cinica e spettacolare”. La sua tesi è: se qualcuno commette reati va perseguito, ma la responsabilità penale è individuale e non si può colpire un’esperienza nel suo insieme. “Io rispondo al signor Grimaldi che Askatasuna sta occupando da trent’anni uno stabile del comune, e al suo interno si organizzano violenze e disordini. E’ vero che la responsabilità penale è individuale, ma io credo che i frequentatori di Askatasuna siano più o meno tutte persone che condividevano quelle posizioni di illegalità, di non rispetto della legge, di contrasto allo stato e alle istituzioni. Queste disquisizioni sono stupidaggini che il signor Grimaldi racconta per cercare di dare coerenza a una posizione che non ha alcuna coerenza”. Dal Pd arriva un’altra critica. Il responsabile Sicurezza Matteo Mauri parla di doppio standard: Askatasuna sgomberata, CasaPound ancora al suo posto nel centro di Roma. “Io penso che anche CasaPound meriti lo stesso trattamento di Askatasuna: va sgomberata”, dice Zangrillo prima di aggiungere: “Del resto, anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha assicurato che si procederà in quella direzione perché questo prevede la legge: non vedo perché dubitarne, anche se non spetta certo a me sostituirmi a lui”.
E ora che fare di Askatasuna? “Credo – dice il ministro della Pa – che quell’immobile vada restituito alla città di Torino. Se l’idea del sindaco era creare un luogo di aggregazione, che il comune si prenda la responsabilità di trasformarlo davvero in uno spazio culturale dove i cittadini possano incontrarsi, dialogare e confrontarsi, magari intitolandolo a tutti i caduti torinesi del terrorismo: il vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno, il sottufficiale di polizia Rosario Berardi e l’avvocato Fulvio Croce. Tutti uccisi dalle Br”.
In chiusura, cambiamo tema. Forza Italia: che succede? Quella di Roberto Occhiuto è una nuova corrente per contendere la guida del partito a Tajani? “Non ho partecipato all’evento di Roberto Occhiuto per un impegno istituzionale. Se l’iniziativa è una sollecitazione a un dialogo più aperto sui valori e sul futuro di FI, allora è lodevole”, risponde Zangrillo. “Se invece serve a costruire una corrente faccio fatica a capire. Non vedo grandi differenze di principi e valori tra Occhiuto e Tajani.Ad Antonio, è bene ricordarlo, dobbiamo tutti essergliene grati. Le correnti sane sono quelle di pensiero, quelle organizzate, invece, sono il vero dramma dei partiti. Basta guardare il Pd”