Ansa
A Palazzo Grazioli
Occhiuto la “scossa”. Nasce la (non) corrente del governatore. Tajani: "Il partito è aperto"
Cav., Mujica e Mamdani. Il governatore lancia la sfida liberale a FI "che galleggia all'8 per cento"con un convegno a Roma. Ci sono oltre 20 parlamentari azzurri. Le stoccare al leader forzista, che da Milano minizza: "Il partito si è rinnovato"
Si va dal Cav. – e non poteva essere altrimenti – a Mamdani. C’è spazio pure per Pepe Mujica. “Ma non è una corrente”. Ah no? “Vogliamo dare una scossa liberale al centrodestra. Oggi inizia un percorso”, dice Roberto Occhiuto. E’ l’altra Forza Italia. Vuole dare “un contributo” e non scalzare Antonio Tajani, è la versione ufficiale. Si sono ritrovati ieri a Palazzo Grazioli, nella storica dimora romana di Silvio Berlusconi, per il convegno “In libertà”. L’ha organizzato Andrea Ruggieri, ma il protagonista è il governatore della Calabria. E’ lui l’uomo della “scossa”. Nel suo intervento ringrazia Giorgia Meloni, ma si dimentica di citare Tajani, lo farà solo dopo. In platea ci sono almeno una ventina di parlamentari forzisti. Non è un’opa sul partito, si affrettano tutti a chiarire. Ma è chiaro che qualcosa sta nascendo. Da Milano Tajani risponde così: “Occhiuto? Non ci sono frizioni. Il partito è aperto. I Berlusconi li sento tutti i giorni”.
Il congresso, ha detto Tajani, si farà a inizio 2027 e il leader di FI si candiderà. Qualcosa intanto si muove sull’altro fronte. Sarà Occhiuto l’avversario ? “Non è all’ordine del giorno. Oggi è iniziato un percorso”, risponde il governatore. Assicura che non c’è “nessuna sfida” e “nessuna corrente polverosa, come quei masochisti del Pd”. Ma dice pure: “In un anno e mezzo succedono tante cose”. La prima è andata in scena, ieri. L’appuntamento è alle ore 13. E’ un pranzo anti Tajani? “Non è un’iniziativa contro nessuno”. Ma si mangia?” E che ne so”, scherza Ruggieri che sta già preparando il bis a Milano, a febbraio.
C’è aria di revival a Palazzo Grazioli, perché “qui tutto è iniziato”. Lo ricordano Occhiuto e gli altri forzisti giunti in via del Plebiscito. Tra i primi c’è Alessandro Cattaneo. “Rassicuriamo tutti. Nessuno mette in discussione Tajani. Siamo qui per rivendicare i nostri valori”. La sala, non grandissima, è piena. I partecipanti sono oltre centro tra imprenditori, politici e giornalisti (molti). Dei tajanei non si vede nessuno. Ma un po’ alla volta, mentre Meloni è alla Camera, si fanno vedere i Forza Occhiuto. Non riusciamo a citarli tutti, ma intanto: ci sono in prima fila Rita Dalla Chiesa e il viceministro Francesco Sisto. Poi Matilde Siracusano (compagna di Occhiuto) e Mario (il fratello), Licia Ronzulli e Giorgio Mulè. Ecco Francesco Cannizzaro, Giuseppe Mangialavori, Paolo Emilio Russo, Cristina Rossello, segretaria FI a Milano. Ci sono poi il tesoriere Fabio Roscioli, avvocato della famiglia del Cav., e Matilde Bruzzone Berlusconi, nuora di Paolo e moglie di Billy. “Una Berlusconi acquisita”, specifica. “Non venivo qui da tanti anni. Ricordo tavolate e pranzi”. E gli insegnamenti del Cavaliere. Bruzzone garantisce “che Marina non ha intenzione di scendere in campo, con lei ci parlo”. E Pier Silvio? “Lo conosco meno”. “In politica – dice – serve meno testa e più cuore. Ne vedo poco”. E’ anche per questo che, continua, “mi piaceva Pepe Mujica”. Mujica? “Sì, una personalità che non ha avuto il giusto riconoscimento”. Ma le piace anche Silvia Salis, “tosta e bella. Smettiamola di demonizzare la bellezza”. Avvistati anche Elio Vito, la deputata di FdI Naike Gruppioni (ex Azione e Iv) e l’ex meloniano Manlio Messina. Movimenti in vista?
Torniamo al convegno. Ad aprire i lavori è Ruggieri, che ripercorre gli inizi con Berlusconi, come collaboratore e poi in Parlamento. Intervengono gli ospiti – l’ad di Tim Pietro Labriola, il ceo di Ryanair Eddy Wilson, il vicepresidente di Uber, Tony West e l’ex parlamentare dem Stefano Esposito. Tocca quindi a Nicola Porro, il giornalista ricorda che il Cav. e Antonio Martino erano considerati “estremisti”. E oggi di nuovo “servono estremisti liberali” (in quel momento appare Claudio Lotito). Tutti però aspettano Occhiuto: “Eccolo, con il suo programma liberale. “Meloni ha stupito tutti. Ma basta Meloni al centrodestra?”. Non basta, ecco perché serve la scossa liberale (“l’elettroschock”), quella che la FI di Tajani, che “galleggia tra l’8 e il 9 per cento”, non ha saputo dare. Ma “se questo lavoro il centrodestra non lo fa oggi, che dall’altra parte ha la Schlein e l’Albanese, quando lo deve fare?”. La ricetta per arrivare al 20 per cento prevede riforme e niente corporazioni, garantismo e giustizia (“FI si intesti la riforma”). E poi una discussione sui diritti civili, quelli che Marina ha più volte evocato (A proposito, dice Occhiuto: “La sento spesso, ma non c’entra nulla con questa iniziativa”).
Ci sono voti tra i giovani e anche a sinistra che si possono conquistare, è convinto Occhiuto. Che poco dopo si spinge fino a citare Mamdani. “E’ molto distante da noi per idee. Ma è un musulmano che si sente tanto americano da diventare sindaco di New York. Mentre noi continuiamo a perdere residenti. Gli Stati Uniti sono un modello di inclusione sociale”. Se non è un programma poco ci manca. Appunti per Tajani, che era Milano per un evento sull’export. I suoi fedelissimi fino a ieri sera non si sono esposti. Mentre il leader ha preferito minimizzare critiche e dissapori. “Il rinnovamento è iniziato da quando sono diventato segretario, permettere ai nostri iscritti di scegliere la classe dirigente significa aprire il partito”. Non tutti, è noto, la pensano così in FI. Ma da oggi per Tajani c’è un pensiero in più. Occhiuto nega “la scossa”. Ma si prepara. Corrente Mamdami?