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Schlein presa tra le correnti medita ancora sul Congresso

La segretaria del Pd non ha totalmente il partito nelle mani e i suoi fedelissimi vorrebbero che, per blindarsi, tenesse l'assise nazionale, soprattutto dopo la spaccatura tra Bonaccini e l'ala riformista di Energia popolare. Dalle parti dei 5 Stelle intanto sembra che Conte sia pronto alle primarie

Dal punto di vista mediatico, l’Assemblea nazionale è andata più che bene per Elly Schlein. La segretaria del Partito democratico ha allargato la maggioranza e ha dimostrato di essere, in questa fase, l’unica leader possibile per i dem. Ma al di là dell’impatto della convention del Pd sui giornali e sulle televisioni, la realtà dei numeri della votazione di domenica in Assemblea dimostra che Schlein non ha il partito (intendendo per tale i quadri dirigenti) totalmente nelle sue mani. Lo avesse avuto sarebbe riuscita a portare più gente a votare la sua relazione. E questo quadro comporta un rischio: quello di essere comunque condizionata dalle correnti e di doversi giostrare tra esse. E’ un pericolo che alcuni fedelissimi della segretaria vedono come molto reale. Per questa ragione sono tornati a fare pressing su di lei per convincerla a tenere il Congresso anticipato in modo da spazzare via ogni possibile vincolo che le correnti vorrebbero porre alla leader. “Elly è forte nei gazebo e tra la gente e non nei giochi di palazzo, conviene che si vada al Congresso in tempi spediti”: è questo in linea di massima il ragionamento che fanno tre fedelissimi di Schlein come Marta Bonafoni, Francesco Boccia e Marco Furfaro.

 

Le assise nazionali infatti comportano prima il voto tra gli iscritti e poi quello tra gli elettori e quindi i tre ritengono che Schlein abbia gioco facile a vincerlo a mani basse, tanto più che la minoranza, dopo la rottura tra Stefano Bonaccini e l’ala riformista di Energia popolare, ha minore forza di prima. In più – è il ragionamento che fanno i favorevoli al Congresso – c’è da tenere conto che comunque quell’appuntamento andrà un po’ anticipato perché non è opportuno tenere le assise proprio l’anno delle elezioni politiche. Raccontano che nel correntone di Montepulciano ci fosse diversità di vedute tra Andrea Orlando e Dario Franceschini sull’opportunità dell’ingresso di Stefano Bonaccini in maggioranza. Dicono che il primo fosse palesemente contrario mentre il secondo ben più accondiscendente. Certo è che con l’ingresso del presidente del Partito democratico nell’area che sostiene la segretaria il potere del correntone esce fortemente ridimensionato. Anche se Schlein non ha intenzione alcuna di festeggiare l’allargamento della maggioranza a Bonaccini offrendo a Energia popolare altri posti negli organigrammi del Pd.

 

Dalle parti del Movimento 5 atelle si registra un cambiamento notevole rispetto alle ipotesi di primarie. Giuseppe Conte, infatti, avrebbe cambiato idea. Mentre prima era contrario, adesso invece sarebbe pronto a farle. Di più: le vorrebbe anche nel caso in cui la legge elettorale non venisse modificata dal centrodestra. Certo, adesso non lo può dire perché ora il suo gioco è quello di non vincolarsi al cosiddetto campo largo fino all’ultimo, ma il leader del M5s ha capito che il voto nei gazebo gli conviene. Conte, infatti, prende molti più voti del “suo” Movimento. Se il partito oscilla tra il 13 e il 15 per cento, l’ex premier può invece sperare di ottenere almeno un 30-35 per cento (se non di più ) alle primarie. E a quel punto, forte di quella percentuale, andrebbe al tavolo delle trattative con gli alleati per le liste elettorali.

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