Giorgia Meloni (Ansa)
L'intervento
Meloni ad Atreju: "La pace si fa con la deterrenza. Sosterremo Kyiv. Schlein? Scappa chi non ha contenuti"
La premier chiude la kermesse di FdI, tra orgoglio, politica estera e attacchi alla sinistra. Avvisa Salvini su armi e Ucraina, poi rivendica i risultati del suo governo e dice: "Avanti con autonomia differenziata, premierato e storica riforma della Giustizia"
Attacca la sinistra - "il nannimorettismo di Schlein"; "Scappa chi non ha contenuti" -, rivendica l'orgoglio, il "coraggio", i risultati dei suoi e del governo, che "resterà in carica fino alla fine della legislatura". E poi, Matteo Salvini avrà storto il naso, assicura che il sostegno all'Ucraina non verrà meno, sottolineando la necessità di rafforzare la Difesa perché "la pace non si conquista costruisce con le canzoni di John Lennon, ma con la deterrenza". E' anche un avviso all'alleato leghista. La premier Giorgia Meloni parla ad Atreju, chiude la festa dei meloniani, davanti alla sua platea che l'accoglie con cori e applausi. Si muove tra politica interna e politica estera, parla di un'Europa che deve cambiare ma anche di Palestina, se la intesta: la presenza del presidente palestinese Abu Mazen, dice, "fa giustizia delle accuse vergognose di complicità in genocidio che una sinistra imbarazzante ci ha rivolto per mesi".
Negli stessi momenti la segretaria del Pd interviene durante l'assemblea del partito. Meloni ringrazia quindi tutti i leader dell'opposizione, da Renzi a Conte, che sono ad andati ad Atreju, "luogo in cui tutte le idee hanno diritto di cittadinanza, dove le identità si sfidano rispettandosi, Qui Marx e Nietzsche si darebbero la mano, direbbe Venditti. Chi scappa dimostra non di non avere contenuti".
E Schlein? "Voglio ringraziare anche lei, che con il suo nannimorettiano 'mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo per niente', ha comunque fatto parlare di noi. La cosa divertente è che il presunto campo largo l'abbiamo riunito noi ad Atreju e l'unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli. Contenti loro". E ancora: Conte e Schlein, hanno detto no al confronto "non perché loro non volessero confrontarsi con me, ma perché non si volevano confrontare fra di loro. Questi vogliono governare la nazione insieme... come la governano, con le lettere degli avvocati?"
La premier passa in rassegna l'azione del suo governo, rivendicando i dati sull'occupazione, la credibilità economica e lo spread che è sceso. Se la prende con Maurizio Landini, con i suoi scioperi e i suoi silenzi su Stellantis. E' un addebito che muove anche al Pd, silente secondo la presidente del Consiglio mentre Elkann smantellava l'automotive. Nel finale del suo intervento Meloni parla delle tre grandi riforme dell'esecutivo: "Avanti con il premierato che metterà fine ai giochi di palazzo. Avanti con l'autonomia differenziata, con Roma Capitale e con la storica riforma della giustizia". I centri in Albania "funzioneranno", torna a ripetere prendendosela con i giudici e ricordando le nuove norme sui migranti in arrivo dall'Europa che dovrebbero, è convinta la premier, permettere ai centri di svolgere il ruolo per cui erano stati pensati.
Ma prima, nel corso di un discorso lungo circa un'ora, c'è spazio per lo scenario internazionale. "Libertà, sovranità, responsabilità sono i valori che noi costruiamo. Ed è la ragione per la quale dal primo giorno siamo stati al fianco del popolo ucraino. Continueremo a farlo, per senso di giustizia, certo ma soprattutto per difendere il nostro interesse nazionale e la nostra sicurezza e per arrivare alla pace", dice Meloni con parole che non piaceranno forse alla Lega, Anche perché subito dopo la premier ribadisce perché sarà fondamentale rafforzare le capacità di difesa: "La pace si costruisce con la deterrenza".
E' anche, spiega, una questione di autonomia che riguarda l'Europa. "Per 80 anni abbiamo appaltato la nostra sicurezza agli Stati Uniti d'America pensando che questo giorno non sarebbe arrivato ma soprattutto fingendo che fosse gratis, solo che non lo era, c'era un prezzo da pagare e si chiama condizionamento. L'ho detto mille volte: la libertà ha un prezzo e noi che al contrario di altri non abbiamo mai amato le ingerenze straniere da qualsiasi parte in cui le ingerenze arrivino. Abbiamo sempre preferito una costosa libertà a una costosissima ma apparentemente comoda servitù", spiega Meloni. "Per questo abbiamo rivendicato la necessità di creare finalmente una colonna europea della Nato di pari forza e dignità rispetto a quella americana, in grado di parlare a pieno titolo con tutte le potenze del mondo come si conviene a una gloriosa civiltà come quella europea che significa anche rafforzare il nostro legame con gli Stati Uniti ma in un dialogo tra pari e non in condizioni di subalternità".
Sulla Palestina, Meloni ricorda la presenza di Abu Mazen, la risposta migliore alle accuse di genocidio. Attacca i pro pal, che inneggiano ad Hamas. "Non accetteremo proseliti del terrorismo a casa nostra". E poi: "Voglio esprimere la solidarietà ai giornalisti della Stampa, anche per le parole vergognose di Francesca Albanese",
Le ultime battute sono quelle dell'orgoglio, non personale, ma dell'intera comunità meloniana: "Fregatevene della Meloni, tanto questo governo rimane in carica fino alla fine della legislatura, i governi passano ma le leggi rimangono e incidono sulla vostra vita. Votate per voi stessi e i vostri figli", conclude la premier prima di cantare l'inno di Italia. A chiudere l'evento sono le note di Rino Gaetano.
Il Foglio Weekend
La dolce vita di Atreju