L'iniziativa
Al Consiglio d'Europa una proposta per rendere il modello Albania conforme al diritto internazionale
Il documento è stato presentato dal segretario generale del Consiglio Alain Berset su richiesta di nove paesi tra cui l'Italia e mira a "elaborare un modello" che non leda il rispetto dei diritti umani "per il rimpatrio dei richiedenti asilo respinti e l'esternalizzazione della gestione migratoria"
"Elaborare un modello di accordo, conforme al diritto internazionale, per il rimpatrio dei richiedenti asilo respinti o privi del diritto di soggiorno e per l'esternalizzazione della gestione migratoria". Anche attraverso l'utilizzo di "hub" che gli Stati membri del Consiglio d'Europa potrebbero attivare in collaborazione con Paesi terzi. È una delle quattro proposte messe sul tavolo dal segretario generale del Consiglio d'Europa Alain Berset alla riunione dei ministri in corso a Strasburgo sull'immigrazione. Il consiglio d'Europa - da non confondere con il consiglio europeo - è un organismo sovranazionale che non fa parte della Ue e al quale aderiscono 46 paesi che si occupa di democrazia, diritti umani, identità culturale europea e della ricerca di soluzioni ai problemi sociali europei. Con la proposta si cerca dunque, in qualche modo, di rendere il modello Albania proposto dall'Italia conforme al rispetto dei diritti umani.
L'iniziativa di Berset arriva dopo la lettera aperta firmata da nove stati, tra cui l'Italia, nella quale si contestava alla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) un'eccessiva interferenza nelle politiche migratorie. Anche se, a dire il vero, a intervenire sui centri albanesi non era stata tanto la Cedu, quanto la Corte europea di giustizia che lo scorso agosto aveva con una sentenza - che stabiliva la necessità che i paesi fossero sicuri nella loro interezza e per ogni categoria di persona - di fatto reso inefficace il modello albanese. Questo passaggio al Consiglio d'Europa comunque sembra lasciare intravedere una strategia comune per cercare di rendere il modello degli hub esterni ai paesi europei conforme al diritto Ue. Il resto è nei regolamenti sui paesi d'origine sicura e sui paesi terzi sicuri (all'interno del complessivo Patto sull'asilo e la migrazione) sui quali due giorni fa c'è stato un primo accordo dei ministri degli Interni Ue, con tanto di lista europea dei paesi sicuri.
Tra le proposte di oggi al Consiglio d'Europa figura anche la preparazione di "una dichiarazione politica che i ministri degli esteri adotterebbero l'anno prossimo, che potrebbe esporre il punto di vista degli stati in materia di migrazione e della convenzione europea dei diritti umani, garantendo al contempo l'indipendenza e l'imparzialità giudiziaria della Cedu". Il testo, si legge nel documento, "indicherebbe chiaramente come gli Stati interpretano la convenzione nei casi di migrazione, anche in relazione alle attività criminali". Si propone inoltre di portare avanti i lavori sulla redazione di un nuovo strumento giuridico per rafforzare la lotta al traffico di migranti, che dovrebbe essere pronto tra 12-18 mesi. Infine, Berset chiede di "aprire un dialogo a livello internazionale su altri strumenti di diritto internazionale relativi alla migrazione".