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Editoriali
Il Pd si decida. La lotta all'antisemitismo richiede azioni, non tweet commossi
La definizione proposta da Graziano Delrio è doverosa e sacrosanta. Chi urla “dal fiume al mare” ad esempio non è un pacifista, ma un nostalgico della Shoah che sogna di buttare gli ebrei in mare. E’ un appello al genocidio, non una proposta di confine
Chi contesta l’esistenza di Israele o lo equipara al razzismo è antisemita. Questo è l’assunto di un disegno di legge “per la prevenzione e il contrasto dell’antisemitismo” presentato da senatori del Pd Graziano Delrio, Simona Malpezzi e Pier Ferdinando Casini. Ed è arrivato puntuale l’altolà del presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. La proposta adotta la definizione di antisemitismo elaborata dall’Ihra, la International holocaust remembrance alliance. Chi urla “dal fiume al mare” ad esempio non è un pacifista, ma un nostalgico della Shoah che sogna di buttare gli ebrei in mare. E’ un appello al genocidio, non una proposta di confine. Negare il loro diritto a esistere come stato non è critica politica, è odio razziale travestito da solidarietà con i palestinesi. L’antisemitismo non è solo svastiche e saluti romani, ma anche boicottaggi BDS e manifestazioni dove si bruciano le bandiere israeliane. Paragonare gli israeliani ai nazisti, spiega l’Ihra, come postare vignette con Netanyahu in divisa SS o la Stella di David che diventa svastica, è il pane quotidiano di certi “antisionisti”. E’ antisemitismo puro, non satira.
Israele combatte per la sopravvivenza contro un’orda di proxy iraniani: Hezbollah, Houthi, Hamas. Ma anche l’ottavo fronte, quello dell’opinione pubblica. Altri esempi: ritenere gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni del governo israeliano, richiedere un comportamento a Israele che non ci si aspetta da nessun altro stato democratico o usare i classici stereotipi sugli ebrei (controllo dei media o dei soldi) parlando di “lobby sionista”. Adottare questa definizione di antisemitismo che includa l’antisionismo dimostrerebbe che la lotta all’antisemitismo richiede azioni, non tweet commossi. Approvata nel 2016 da 35 paesi (e poi da altri), l’Ihra dice chiaro e tondo che negare il diritto del popolo ebraico all’autodeterminazione non è “critica alla politica di Netanyahu” nè “preoccupazione umanitaria”: è odio razziale aggiornato all’era TikTok. L’Ihra è dunque la linea rossa. Chi la rifiuta sceglie, consapevolmente o meno, l’antisemitismo 2.0.
l'editoriale dell'elefantino