L'intervento

“Una legge contro l'antisemitismo non riguarda gli ebrei, ma tutti noi”. Parla Delrio (Pd)

Francesco Gottardi

“Questi episodi sempre più frequenti sono paradigmatici di una democrazia impoverita”, dice il senatore dem, autore di un ddl per contrastare l’antisemitismo online. “Dai discorsi d’odio spesso si passa ai gesti. Dobbiamo reagire: mi auguro che questo sforzo trovi consenso bipartisan, e che diventi legge entro il prossimo Giorno della Memoria”

L’appello è a tutte le forze politiche. “L’antisemitismo non riguarda gli ebrei”, puntualizza Graziano Delrio, “ma la qualità della democrazia. Quando una minoranza viene aggredita, quando ci sono le stimmate della discriminazione razziale, è sempre un segnale pericoloso – gli anni Trenta del Novecento ce lo dimostrano. Dunque ne parliamo oggi perché il fenomeno è in crescita esponenziale”. Più del 400 per cento nel 2025. “Non bisogna essere timidi, ma incidere per arginarlo”. È in quest’ottica che a fine novembre il senatore del Pd ha depositato un disegno di legge per la prevenzione e il contrasto dell’antisemitismo, con particolare attenzione ai contenuti online. “È lì che il linguaggio d’odio è più evidente. Ho subito dato la mia disponibilità per metterci a sedere e dare una dimostrazione di dignità da parte del Parlamento. Mi auguro che su questo, com’era stato per le manovre sul femminicidio e l’assegno unico, ci sia una risposta di grande compattezza”.


L’iniziativa di Delrio arriva in settimane di particolare tensione. Dai disordini di Bologna all’assalto a la Stampa, dai vandalismi di Roma – sul lungotevere la stella di David è stata affiancata a una svastica – alle non così onorevoli cittadinanze onorarie. “È un ddl che va in positivo, una reazione proporzionata al pericolo che sta correndo il nostro Stato di diritto: oggi tocca agli ebrei, domani potrebbe succedere a chiunque. È paradigmatico di un livello della democrazia che si sta impoverendo. Dobbiamo agire, riguarda tutti noi”. Quella dem non è l’unica proposta parlamentare per combattere l’antisemitismo. “Ce n’è anche una della Lega, una di Forza Italia e una di Italia viva: mi auguro che il nostro input dia un contributo positivo”. Che differenza c’è fra i vari disegni? Non si corre il rischio di sovrapporsi e disperdere gli sforzi? “Io mi sono concentrato su aspetti operativi generali: è necessario fornire maggiori strumenti di contrasto all’Agcom. Quelli attuali sono troppo discrezionali, troppo dipendenti dal codice interno delle piattaforme sul web. Ma in questo modo i contenuti illegali navigano senza limiti, cavalcando rabbia e indignazione. La proposta di Gasparri invece si concentra sulla componente penale della questione. Sono diversità di impostazione, noi agiamo su educazione e prevenzione: si può e si deve discutere insieme. Sapete cosa spero davvero?” Prego. “Che tutto questo si realizzi prima del Giorno della Memoria: onorarlo con una legge all’altezza sarebbe non soltanto la rievocazione del passato, ma soprattutto la lotta concreta contro gli errori del presente”.


E ha un significato importante che la spinta di Delrio arrivi dai banchi dell’opposizione – fra i quali non sono mancati atteggiamenti indulgenti, se non ambigui, verso i responsabili di certi episodi. “Oggi in tutta Europa i giovani ebrei hanno paura di indossare indumenti tipici, di dichiarare la propria origine. Abbiamo le camionette davanti alle sinagoghe. Divampano i discorsi d’odio e alle parole spesso seguono i gesti”. Al contempo, sottolinea il senatore, “è altrettanto essenziale che tutto questo non venga confuso con la legittima critica politica ai vari governi”, compresi i crimini e i massacri commessi da quello di Netanyahu. “Il problema è quando i mali di una classe dirigente vengono tradotti nella discriminazione diffusa, delegittimando l’identità della persona: perché un turco o un russo non viene respinto da un taxi o da una struttura ricettiva e un ebreo invece sì? Come diceva Giorgio La Pira, l’antisemitismo è un fiume carsico che a volte riemerge: non bisogna commettere l’errore di farlo dipendere dal governo di turno”.


E minimizzare non fa che appesantire il clima circostante. “Riprendo una frase senza tempo di Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano durante le persecuzioni naziste: “Chi non grida per gli ebrei, non può cantare il gregoriano”. Di fondo c’è sempre un problema educativo”. Anche nell’Italia di oggi. “Esiste una strategia nazionale contro l’antisemitismo, però spesso nelle scuole non si dà seguito alle azioni che sono previste. È fondamentale invece che ai giovani venga concretamente insegnato il tema delle diversità, delle identità culturali, della lotta alla discriminazione. Secondo un filo conduttore che arriva fino alle università”. Altro ambiente sempre più scottato dalla questione. “Io sono un ricercatore: ho sempre pensato che arte e scienza non siano un passaporto da giudicare in base alla nazionalità. Questi boicottaggi a tappeto sono un errore grave. Il sapere invece allarga l’anima, stabilisce comunicazioni, crea dialogo”. Ed è emblematico, rispetto ai tanti cortocircuiti avvenuti negli atenei italiani, l’appello firmato in questi giorni da centinaia di professori affinché il Parlamento approvi “con ampio consenso trasversale” il ddl di Delrio. “È un messaggio che deve darci coraggio. Ribadendo ancora una volta che le università devono tutelare, garantire, promuovere collaborazioni. Quando le democrazie si ammalano, non è isolandole che si riesce a farle guarire”. Il rischio è che anzi si contagino anche le nostre.

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