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I conti del capitano

Salvini sabota l'intesa Meloni-Schlein. Ma apre sul cambio della legge elettorale

Carmelo Caruso

Il segretario della Lega fa i conti per dimostrare alla premier il sorpasso su Tajani. I voti raccolti nelle ultime elezioni regionali sono quasi un milione e duecento mila, che corrispondono all'11,44 per cento, mentre Forza Italia equivarrebbe all'8,67 per cento

Roma. Sapete che c’è? Salvini pensa adesso: “La sorpresa delle regionali sono io”. Il primo effetto Veneto? La Lega sabota l’intesa sul libero consenso Schlein-Meloni. Il Veneto rischia di essere il suo elisir, acqua di Salvini. È pronto a cambiare legge elettorale a dire di sì al proporzionale. La sua Lega, dice, “vale l’undici per cento nazionale” e Salvini ha una calcolatrice per dimostrarlo. Primo: è convinto di stare sopra a Forza Italia. Secondo: intende spiegare, con i numeri, che anche senza Zaia, la Lega, in Veneto, vale il 23 per cento. C’è una guerra di grafici fra Lega e FdI. E’ la corsa all’algebra. Il racconto di questi mesi è stato Tajani sorpassa Salvini, ma Salvini ora intende ribaltarlo. I matematici di Salvini spiegano, con i dati, che la Lega in Veneto vale 607 mila voti, il 36,30 per cento dei voti mentre FdI si è fermata al 18,70 per cento. Le preferenze di Zaia (un’enormità) sono 203.054 e valgono dunque il 13,30 per cento. Cosa significa? Per Salvini significa che la sua Lega arriva al 23 per cento. In Puglia, dove ha conquistato l’otto per cento, Salvini è così felice da aver chiamato personalmente Pippi Mellone, lo Zaino di Nardò (ha preso oltre il 40 per cento a Nardò) il candidato leghista con la frisella. Secondo i grafici di Salvini, i voti totali della Lega, raccolti, nelle ultime elezioni regionali, sono quasi un milione e duecento mila.

 

La percentuale dei voti Lega sarebbe dell’ 11,44 per cento mentre quella di Forza Italia, sempre nel 2025, equivale all’8,67 per cento. Il sorpasso? Suo. Sia chiaro, sono le tavole di Salvini- Pitagora. Il valore politico? Vuole dimostrare a Meloni che il rapporto di forza lo pone sopra l’altro vicepremier. Partendo da questo dato, 11,44 per cento (arrotondato a 11,50 per cento) Salvini potrebbe, anche con una nuova legge elettorale, avere numeri che lo premiano. Non è pregiudizialmente contro il cambio di legge che insegue Meloni. Anzi. Le prime dichiarazioni dopo il voto alle regionali sono state di lealtà a FdI. In Veneto, Salvini ha fatto sapere che i patti con FdI si rispettano (stesso numero di assessori concordato prima del voto). Si è irritato, e non poco, con il segretario della Lega Lombarda, Max Romeo, che ha rivendicato la regione. Salvini ha usato la frase: “C’è ancora tanto tempo”. La sua febbre, di gioia, fa 90. Il leader della Lega, anche con un nuovo sistema elettorale, è certo di poter eleggere ben 90 leghisti: 60 alla Camera e 30 al Senato. Il centrodestra unito, alle prossime politiche, stima di conquistare il 49 per cento dei voti e di avere un bonus, un premio di maggioranza, del 15 per cento. In totale, la coalizione di Meloni confida di raggiungere il 64 per cento. Giovanni Donzelli, il vero segretario di FdI, sta dicendo “che se cambiamo legge elettorale, non permetteremo alla sinistra di dire: lo fanno perché hanno paura. Lo facciamo solo per la stabilità”. Va ripetuto, Salvini ammicca al proporzionale e non gli dispiace vedere Maurizio Lupi duellare con Tajani. Gli fa gioco. Continuerà a praticare la magia Durigon, la magia del suo vicesegretario delle due Sicilie. E’ la strategia delle alleanze con liste civiche, territoriali. Da due giorni, il segretario pitagorico, si abbevera di complimenti (i preferiti sono quelli di Paolo Mieli) e anche se non può dirlo sorride perché Vannacci è stato ridotto a mezzo leader, a Vannacci a Colono, come Edipo. Non si capisce se Salvini vuole andare nel bosco a incontrare la famiglia di Palmoli o a rinnovare l’incantesimo. Si trasforma ancora, grazie a questo filtro, eau de Salvini (è composto da duecentomila gocce, e voti, di Zaia). Gli effetti della pozione? Fa brillare Alberto Stefani e a Salvini allarga i bronchi. Forse è vero. Ha preso a cuore il ponte, l’ingegneria e la matematica. Il nuovo Salvini è Capitan Pitagora.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio