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Salvini into the wild: duro a Caivano, beat con la famiglia di Palmoli. Prepara la visita. Il “nodo” Ponte

Carmelo Caruso

Il caso della famiglia di Palmoli rivela il doppio registro del leader leghista: inflessibile per decreto, indulgente nel bosco. Ma nella foresta dei suoi stessi racconti, è lui a rischiare di perdersi

Sta per addentrarsi nella selva della contraddizione, la liana del diritto a due capanne. Salvini rivendica il decreto Caivano, il decreto che punisce i genitori che non mandano a scuola i figli, ma esalta la famiglia nel bosco di Palmoli, la casa con il bagno alla turca. Il segretario della Lega è stato il primo a difendere il casolare alternativo, into the wild, a rubare il mestiere al verde, Angelo Bonelli. E’ probabile che presto, prestissimo, Salvini possa andare a studiare come si vive nelle terre selvagge, a portare vicinanza alla famiglia inglese che vive come piaceva un tempo alla sinistra beat. In un’altra delle sue missioni, recenti, a Giugliano, in uno dei tanti campi rom, Salvini ha mostrato come si vive in questi campi (attenzione, i visi dei minori si oscurano sempre, sin da subito) e si è scandalizzato delle condizioni igieniche.

Nell’ordinanza del Tribunale per i minori de L’Aquila si parla di condizioni igieniche difficili e della richiesta singolare del babbo nel bosco, della mamma fata. Scrivono i magistrati che “i genitori hanno dichiarato che consentiranno gli accertamenti richiesti dalla pediatra se verrà loro corrisposto un compenso di cinquanta mila euro a minore”. Il governo ha varato un decreto stringente, duro, con tanto di carcere per i genitori che eludono l’obbligo scolastico. Il caso dei genitori di Palmoli è complesso, come era complesso il caso Bibbiano. Salvini ha la capacità indiscussa di individuare i temi che interrogano la coscienza italiana. E’ un cronista formidabile, ma la giustizia applicata ai minori, come si è visto Bibbiano, rischia di farlo sbandare. E lo temono anche i leghisti.

Tra pochi giorni la Corte dei Conti, che ha bocciato il Ponte sullo Stretto, inoltrerà le sue motivazioni. Salvini deve farsi spazio nell’altra foresta, rispondere ai rilievi di questa Corte. Il vicepremier non è Natalia Ginzburg, l’intellettuale che ha scritto Serena Cruz o la vera Giustizia. Se vuole davvero aiutare quella famiglia lasci a Nordio le ispezioni. Il Salvini ingegnere, che loda modernità, lo sviluppo, il Ponte, quello che piace, contraddice il Salvini di Palmoli, il Salvini esperto di piatti di ghisa riscaldanti, pozzi e catini. Avrà buone intenzioni, ma nella foresta rischia di perdersi lui.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio