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Le sfide nelle sfide in Campania, Puglia e Veneto

Claudio Cerasa

Tra previsioni scontate e battaglie sottili, le regionali diventano un test per misurare la forza reale dei partiti, capire chi cresce, chi arretra e chi potrà davvero rivendicare una vittoria politica oltre i numeri

A torto o a regione. Si rivota ancora, si vota in Campania, in Puglia, in Veneto. Si vota per elezioni che sembrano avere un esito scontato. Ma in ognuna di queste elezioni regionali vi sono sfide nelle sfide che aiuteranno a capire, al netto dei vincitori generali, chi saranno i vincitori secondari. I pronostici, lo sapete, danno per vincente il centrodestra, a valanga, in Veneto. Danno per vincente, a valanga, il centrosinistra in Puglia. Danno per vincente, non a valanga, il centrosinistra in Campania. Ma in ciascuna di queste regioni ci sono sfide nelle sfide che meritano di essere considerate. Per esempio: in Veneto, quanto peserà il fattore Zaia negli equilibri del centrodestra. E se prenderà tanti voti e permetterà alla Lega di recuperare terreno rispetto a Fratelli d'Italia, avrà o no la tentazione Zaia di spendere il suo tesoretto a livello nazionale? E ancora: quanto il Partito democratico, in una regione come Napoli, riuscirà a convincere i propri elettori ad andare al voto, mettendo la croce sulla lista del Pd? E ancora: quanto la città di Napoli, città guidata da un sindaco come Gaetano Manfredi che sogna palcoscenici nazionali, dimostrerà di essere contendibile? E infine: riuscirà il centrodestra, in Puglia e in Campania, a dare un piccolo segnale di espansione, un segnale cioè in grado di dimostrare che il centrodestra riesce a essere competitivo non solo dove è già forte ma anche dove è storicamente debole? I piccoli segnali sono forse più interessanti dei segnali grandi perché alla fine di questa tornata elettorale ci sarà qualcuno che avrà ottenuto quello che aveva (il centrodestra ha vinto in Marche e in Calabria), qualcuno che avrà vinto dove non poteva non vincere (il centrosinistra in Toscana), qualcuno che potrà rallegrarsi per aver vinto più regionali dell'avversario (al momento Meloni vince 9 a 4). Tutti diranno di aver vinto. Ma dopo tre anni di opposizione ci si può accontentare di aver mantenuto quello che si aveva?

 


 

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.