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"Una cosa di sinistra". I piccoli “Mamdani” di Milano chiedono al Pd una linea più "rossa" (primarie in vista)

Marianna Rizzini

Si pensa a come convincere gli indecisi, ma sottotraccia anche al dopo Sala. Il nome di Calabresi, quello di Majorino e i nomi emergenti. "L’obiettivo è posizionare il Pd più a sinistra di quanto non sia oggi, specie sui temi sociali ed economici”, dicono i giovani dem Ludovico Manzoni e Lorenzo Pacini

 “Una cosa di sinistra”. Non lo dice Nanni Moretti. Lo dicono al Pd, il loro partito, gli esponenti dem milanesi, molti dei quali under 30, che oggi si apprestano a lanciare un messaggio nella bottiglia: è ora di posizionarsi su una linea decisamente rossa. Nume tutelare, l’ex segretario dem Pierluigi Bersani. Con gli altri, Bersani si ritroverà questo pomeriggio in un circolo che (ironia della sorte?) porta il nome dell’ex sindaco socialista riformista Emilio Caldara. E dunque: i settecento avventori già registrati si riuniranno in nome di quella che vorrebbero fosse la linea del partito di Elly Schlein: più a sinistra che si può, anche oltre la segretaria e sul lato opposto dei riformisti dem che, sempre a Milano, si sono visti e contati qualche settimana fa. Gli inviti sono stati fatti selettivamente, nel senso della sintonia con l’idea: ci saranno, oltre a Bersani, tra gli altri, l’ex ministro Peppe Provenzano, la sociologa Francesca Coin, lo storico Emanuele Felice, i consiglieri regionali dem Paola Bocci e Simone Negri, la senatrice Cristina Tajani e l’ex candidato alla Regione Lombardia (oggi consigliere) Pierfrancesco Majorino. Il numero di iscritti dimostra la risonanza: Ludovico “Ludo” Manzoni, ventottenne segretario del circolo Pd Milano centro, tra i promotori di “Una cosa di sinistra” con Lorenzo “Pacio” Pacini, ventinovenne assessore al Verde del primo municipio, molto amato dai collettivi universitari per le sue posizioni su Gaza, sono riusciti, con gli altri compagni, a raccogliere adesioni e donazioni anche oltre il perimetro cittadino, senza avere alle spalle, dicono, “miliardari, fondi immobiliari o lobby”. Manzoni, esperto di fund raising politico nel mondo dem europeo, dice che l’idea è nata perché “a Milano, e nel Pd, si sente il bisogno di esprimere proposte e alternative chiare. Solo così si possono mobilitare gli indecisi: in questa fase non vincono i ‘ma anche’ ”. Pacini dice che l’“obiettivo è posizionare il Pd più a sinistra di quanto non sia oggi, specie sui temi sociali ed economici”. Non ci sarà Paolo Romano, giovane consigliere regionale schleiniano non abbastanza “netto”, agli occhi degli organizzatori, per le parole d’ordine di oggi. “L’incontro”, dice Pacini, “è ideato per la base, ma non nel senso del primo iscritto che passa, nel senso di persone che davvero si impegnano per quello di cui parlano”. Ed è qui che la giornata milanese si interseca con il tema del dopo Sala. Da tempo, infatti, in città si fa il nome del giornalista Mario Calabresi come del profilo che potrebbe unire il campo largo, ma nella sinistra dem serpeggiano i dubbi: troppo poco “alternativo” nel senso di cui sopra. Nell’ipotesi che si facciano le primarie, corrono dunque sottotraccia vari nomi, tra cui quello di Majorino. Ma, visto il seguito crescente dei promotori dell’evento di oggi, e visto il caso Mamdani a New York, la tentazione di dire “saltiamo una generazione, attenti a quei due”, nella sinistra dem milanese dura e pura c’è. Sia come sia, “Una cosa di sinistra” non vuole fermarsi a Milano: l’evento si clonerà a Parma (a dicembre) e a Bologna (a gennaio).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.