Ansa
Il paradosso
Si dimette il segretario del Garante della privacy che voleva violare la privacy dei suoi dipendenti
Si chiama Angelo Fanizza, è un magistrato del Tar del Lazio e ha lasciato dopo la pubblicazione di una lettera riservata in cui chiedeva di acquisire le comunicazioni dei dipendenti. Il sospetto è che volesse trovare la talpa che ha passato informazioni a Report
Angelo Fanizza, segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali, si è dimesso dopo la pubblicazione di una sua lettera riservata, datata 4 novembre, che era indirizzata a un dirigente dell’Autorità, in cui chiedeva di acquisire i dati della corrispondenza dei dipendenti. Il dubbio adesso riguarda il perché di questa missiva digitale redatta dal magistrato in servizio al Tar del Lazio. Il dubbio - sollevato direttamente da Report che ha pubblicato la lettera - è che Fanizza volesse scovare la talpa che ha mandato alla trasmissione di Rai 3 alcune comunicazioni di un membro del collegio, Agostino Ghiglia, dove parlava dei suoi rapporti con Arianna Meloni, la sorella della presidente del Consiglio. Nella mail, Fanizza aveva chiesto di raccogliere gli accessi di posta elettronica, della Vpn, delle cartelle condivise, degli spazi di rete condivise, dei sistemi documentali e dei sistemi di sicurezza dei suoi dipendenti.
La richiesta di spiare i lavoratori dell’Autorità era stata mandata al dirigente della sicurezza informatica, Cosimo Comella e, come abbiamo detto, risale al 4 novembre, due giorni dopo la prima delle tre inchieste che hanno messo in risalto potenziali conflitti di interessi tra il Garante e il governo, come ha fatto notare la trasmissione di Ranucci con un post su Facebook. Comella si è rifiutato di dare seguito alla faccenda proprio perché riteneva giustamente che fosse illegale. Il collegio ha pubblicato una nota: "Siamo completamente estranei alla comunicazione", ricordando che l’accesso del datore di lavoro ai dati dei dipendenti "può costituire violazione della privacy".
Dopo che il 23 ottobre il Garante aveva inflitto una multa da 150 mila euro al programma di Sigfrido Ranucci per la messa in onda un audio tra l'ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini sul caso Boccia, Report aveva mandato in onda un video nel quale si vede il componente dell'Autorità, Ghiglia, entrare nella sede di Fratelli d'Italia il 22 ottobre, il giorno prima della sanzione al programma Rai. Secondo Ranucci questo video è la prova che "l'Autorità si muove su input politico", come ha detto in un'intervista alla Stampa.