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Il caso

Lo sceriffo Salvini. Attacca Crosetto su Strade sicure. E la Lega chiede una stretta sulla cittadinanza

Ruggiero Montenegro

"Vogliamo potenziare Strade sicure. Qualcuno pensa di ritirare militari e poliziotti. Io penso che ne servano il doppio”, dice il leader del Carroccio. I suoi presentano un nuovo pacchetto di misure restrittive sui migranti, e una norma anti maranza. Sardone contro Tajani

Dalla Puglia manda stoccate a Guido Crosetto, di Ucraina e armi non vuole proprio sentirne parlare. A Roma, intanto, i suoi attaccano Antonio Tajani e presentano una nuova stretta sulla cittadinanza. Altro che Ius scholae, altro che decreto flussi. Il Matteo Salvini elettorale, un po’ sceriffo e un po’ ministro dell’Interno, punta tutto su migranti e sicurezza. Kyiv? “Il problema non è l’invasione della Russia, improbabile, ma è la frontiera sud che è un colabrodo. L’Italia non può essere il campo profughi del mondo”, dice il leader del Carroccio. Nel frattempo alla Camera il deputato Jacopo Morrone, il responsabile sicurezza del partito, e l’europarlamentare Silvia Sardone (che è pure vicesegretaria) lanciano la nuova proposta leghista sull’immigrazione: “La cittadinanza è una cosa seria”, è il titolo dell’iniziativa che ha l’obiettivo – si spiega – di rivedere in senso restrittivo i requisiti sia per i minori che per gli adulti.

 

La proposta interviene su norme già esistenti, la legge sulla cittadinanza del 1992 e il Testo unico sull’immigrazione. Si compone di due articoli e nel pacchetto, tra le altre cose, ci sono misure “anti maranza”, test di integrazione per verificare la conoscenza delle leggi e della lingua italiana, oltre a valutazioni di sicurezza da parte dello stato. Il provvedimento, che fa il paio con le misure anti Islam annunciate nei giorni scorsi, prevede anche che la cittadinanza possa essere revocata in caso di condanna definitiva maggiore di 5 anni, 3 nel caso di violenza di genere. Ai leghisti, insomma, non va giù che “l’Italia sia il paese che, a livello europeo, concede il maggior numero di cittadinanze”, come ha sottolineato Sardone. Prima di andare dritta contro gli alleati di Forza Italia, che due giorni fa in una conferenza stampa dedicata al Decreto flussi hanno rivendicato un altro approccio al fenomeno migratorio, spiegando che esiste una immigrazione buona e spesso necessaria per alimentare l’industria. “A me – ha attaccato Sardone – non sembra che Tajani avesse sondato gli alleati quando ha proposto lo Ius Scholae, non credo che avesse sondato nemmeno gli italiani. Noi possiamo presentare questa proposta di legge forti di avere un amplissimo consenso elettorale”. Prova ne sarebbe il fallimento del referendum sulla cittadinanza.

 

Di questo deve essere convinto anche Salvini che ieri, impegnato nella campagna elettorale tra Campania e Puglia, ha parlato soprattutto di migranti e sicurezza, evitando di dare nuova benzina allo scontro tra governo e Quirinale: “Garofani? Quantomeno imprudente. Ma Giorgia Meloni e Sergio Mattarella si sono chiariti, caso chiuso”. Piuttosto il leader del Carroccio ha tirato un altro colpo al ministro della Difesa Guido Crosetto. Tra i due sono note e datate le divergenze in materia di Ucraina e armi. E non sono le uniche. Perché il Salvini elettorale ieri ha trovato un altro pretesto per punzecchiare il collega di governo. E dopo il question time velenoso della settimana scorsa e l’emendamento ad hoc alla manovra, Salvini ha rilanciato. “Noi vogliamo potenziare Strade sicure. Qualcuno pensa di ritirare militari e poliziotti. Io penso che ne servano il doppio”, le parole pronunciate a Foggia dal capo del Carroccio. Mentre Crosetto più volte ha ribadito la necessità che i militari tornino a fare i militari.

 

Sono le ultime scintille di una campagna elettorale in cui Salvini è tornato in versione felpa, tutto destra e populismo, nel tentativo di non finire schiacciato tra meloniani e Forza Italia che al sud, in particolare in Campania, è più forte. Oggi il leader del Carroccio tornerà in Veneto – sarà a Venezia – dove si gioca la partita che alla Lega interessa davvero. Dove conta prendere un voto in più di FdI per provare a disinnescare lo scambio con la Lombardia. Dalle parti di Zaia Salvini non si è fatto vedere troppo in queste settimane. La Lega del doge è un’altra Lega e il capo del Carroccio da un po’ parla un’altra lingua. Quella del generale Vannacci che ieri, intervistato su X dal canale La Stoccata, dopo aver attaccato l’Europa come al solito, se n’è inventata un’altra. E siccome la leva militare non può essere ripristinata, “perché non c’è più nulla, non ci sono armi, né materassi”, bisogna inventarsi “il servizio per la patria, attraverso cui nei giovani venga sviluppata l’idea che la patria va servita. Anche in armi”.