Ansa
Il caso
Il pasticcio Reggio Calabria: il Pd “divora” il sindaco Falcomatà
Dopo le regionali il primo cittadino calabrese si aspettava una valorizzazione dal suo partito che invece ha preso altre strade. Non solo, dopo aver avviato la resa dei conti con l'azzeramento della giunta, lo stesso pd lo ha sfiduciato. "È stato un grande onore"
Traballa pericolosamente l’amministrazione dem di Reggio Calabria e sembra a “rischio crollo” il ponte tra il sindaco Giuseppe Falcomatà, icona municipale dei progressisti (con la fascia tricolore dal 2014) e il partito di Elly Schlein. I dissidi tra il primo cittadino e il suo partito vivono una quotidiana escalation che potrebbe anche evolvere con la caduta dell’amministrazione del capoluogo. L’ultimo colpo è arrivato con l’approvazione da parte del consiglio comunale reggino dell'incompatibilità di Falcomatà, eletto poche settimane fa consigliere regionale d’opposizione, ma soprattutto autore di un corposo rimpasto della giunta (includendo anche l’ex capogruppo forzista Mary Caracciolo, con un'antica frequentazione con i giovani di An) e la ridefinizione delle nomine nelle municipalizzate.
Il passaggio nell’assemblea è arrivato con la proclamazione in aula di un velenoso documento di sfiducia, firmato da Pd, Democratici e progressisti, contro Falcomatà: “Con delusione e rammarico – hanno spiegato – dobbiamo esprimere il nostro dissenso rispetto al metodo utilizzato dal sindaco nel revocare ed assegnare, improvvisamente, ruoli istituzionali e manageriali all'interno dell'amministrazione che abbiamo la responsabilità di governare. Insieme abbiamo vinto le elezioni ed insieme vorremmo portare a compimento questa consiliatura. Purtroppo – attacca il Pd – le scelte del sindaco vanno in una direzione diversa, rompendo il ‘patto di maggioranza’ che sinora ci ha consentito di governare Reggio Calabria, facendola uscire dalla condizione drammatica in cui l'abbiamo ereditata". C’è un antefatto. Alle regionali, il Pd, nella battaglia persa per il contiano Pasquale Tridico, si è lacerato nella guerra delle preferenze nella provincia di Reggio Calabria. “E il sindaco di Palmi ha fricatu il sindaco reggino”: questa la sintesi di un ben informato sulla competizione che ha visto Falcomatà perdere il derby con il primo cittadino del piccolo comune della provincia, Peppe Ranuccio (arrivato primo con un distacco di quasi trecento preferenze). Falcomatà si è però ritrovato sorprendentemente eletto per l’interpretazione della legge elettorale che ha assegnato due seggi al Pd per quel listino provinciale.
Arrivato nel Consiglio regionale, Falcomatà, il cui mandato da sindaco termina in primavera, attendeva “una valorizzazione” dal suo partito ma sia l’incarico di capogruppo che quello di vice presidente di Palazzo Campanella hanno preso altre strade (a vantaggio di Ernesto Alecci e del rivale territoriale Ranuccio). Per questo i rapporti con il partito si sono irrimediabilmente incrinati, anche per la linea assunta dal segretario regionale, il senatore, sempre di Reggio Calabria, Nicola Irto. Falcomatà ha quindi avviato la resa dei conti (forse anche con chi non lo ha appoggiato nelle regionali) con l’azzeramento della giunta e dei consigli delle aziende comunali Hermes e Castore. E dopo il pronunciamento del Consiglio comunale sull'incompatibilità, ha salutato tutti con una dichiarazione dal tono aulico e sibillino: "Adesso questo viaggio per me giunge alla fine. Pensavo che questo giorno non sarebbe mai arrivato, invece è arrivato. È stato un viaggio bellissimo. È stato un grande onore".
Le prossime puntate del pasticcio dem di Reggio sono tutte da vedere: l’amministrazione per cadere ha bisogno delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri (firmeranno dal segretario comunale per mandare a casa il sindaco?), mentre sull’elezione in consiglio regionale pende un ricorso – fatto dalla Lega – che potrebbe cambiare la ripartizione dei seggi, facendo decadere proprio Falcomatà. Che farebbe in quel caso l’ex enfant prodige dem, in rotta con il suo partito? Ha sempre un paracadute, “il posto fisso” declamato nelle pellicole di Checco Zalone: nel 2020 ha vinto da 135esimo in graduatoria un posto al Comune di Milano da “istruttore dei servizi amministrativi contabili, categoria C”.