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Il colloquio

Fratelli di centro. Parla Luigi Brugnaro: “Serve un nuovo movimento”

Francesco Gottardi

Dopo 11 anni, a maggio, il sindaco di Venezia riconsegnerà "un'amministrazione più efficiente di prima". E sulle voci che lo vedevano già un fratello d'Italia è netto: "Ma no, c'è un ragionamento che abbiamo fatto insieme sul futuro sindaco, ma non si tratta di un mio avvicinamento"

Veneto, Venezia, Venezi. A ciascuna di queste parole il sindaco Luigi Brugnaro associa una sensazione. Per la regione serenità: “Il centrodestra vincerà. Nessun dubbio, sarà soltanto da capire come”. Per la direttrice d’orchestra, da settimane nell’occhio del ciclone, “provo profonda tristezza: auspicavo non si arrivasse a uno scontro del genere con le maestranze della Fenice. La difenderò fino alla fine. Lei, il sovrintendente Colabianchi e il ministro Giuli”. E per la città? “Soddisfazione. A maggio, dopo 11 anni, mi congederò da sindaco più longevo di sempre. Riconsegnando un’amministrazione più efficiente di prima”. Si vocifera che stia già preparando la linea di successione, affinando l’intesa con Fratelli d’Italia. Non solo per questioni istituzionali. “Ma no, ma no”, ribatte lui al Foglio. “C’è sicuramente un ragionamento che abbiamo fatto insieme sul futuro sindaco di Venezia: non si tratta però di un avvicinamento mio, ma di un passaggio di testimone per garantire continuità politica al capoluogo”. Dunque Brugnaro non molla la sua Coraggio Italia, cioè Noi moderati? “Certo. Siamo gente coerente, leale, seria: continueremo insieme per tutta la legislatura”. Fratelli di centro, allora. “Mi auguro un’ulteriore apertura verso le forze liberali, cercando un allargamento del perimetro. Il problema di questo Paese è la gente che non va a votare”.

Ecco la versione del primo cittadino. “Resterò all’interno della maggioranza portando la mia visione centrista, produttivista, reattiva a nuovi soggetti che potrebbero rafforzare la nostra compagine”, la premessa. “Occorre rafforzare il centro: in primis attorno a Forza Italia, ma non è escluso che ci siano anche altri movimenti”. Noi moderati potrebbe venire sacrificato sull’altare? “Due anni in politica sono un’età biblica: potrebbero succedere tante cose. A me piacerebbe intavolare un processo partecipativo come si faceva una volta nella Dc: tante discussioni interne, anche animate, ma alla fine una convergenza sui programmi che diano concretezza all’amministrazione del Paese. Noi di Coraggio Italia confidiamo in questo percorso costituente”. Brugnaro ne parla con la tranquillità di chi è a fine mandato, di chi “non è nato per fare politica ma è arrivato a farla per necessità. Mica sono attaccato alla poltrona, ho lavorato gratis tutto il tempo: finito il mio compito, forse mi prenderò una pausa. Riprenderò alcuni hobby, tornerò a fare l’imprenditore”. E basta? “Si può continuare a fare politica senza rimanere per forza in primo piano”. Destino comune a Luca Zaia. “Mi sarebbe piaciuto che alle regionali ci fosse stata anche la lista del presidente”. Veneto alla Lega, Venezia a Fratelli d’Italia. “È molto probabile che saranno i meloniani a indicare il candidato per la città: chi esattamente, sarà frutto di una loro elaborazione positiva. Mi auguro un profilo legato al territorio”.

Il sindaco prepara le ultime carte. E gli ultimi botti. “A Venezia abbiamo ’sto tipo di idee qua: ieri si manifestava contro Bezos, oggi contro Beatrice Venezi. Ma con tutto il rispetto per gli orchestrali, non si può pensare che siano i giocatori a scegliere l’allenatore. Siamo davanti a un inqualificabile attacco alla persona”. O alle sue competenze tecniche? “Qualcuno rigira la frittata, è interessato a farne una strumentalizzazione politica. Lei malvoluta? Il suggerimento che le do è non mollare. Mai. Non sono un esperto di musica classica, ma ho sempre considerato la Fenice come casa anche mia. Un’occasione gliela si deve dare”. In barba alle critiche. Di qualunque colore. “Presto pubblicherò un libro: metterò i dati del Comune che avevo trovato e quelli che avrò lasciato. Così tutti si potranno fare un’idea. Chi verrà dopo di me dovrà continuare a tenere legata una città straordinaria, molto difficile, che però in questo decennio ha avuto uno dei migliori risultati di bilancio. Lo dirà la storia”. O quantomeno il sindaco.