Ansa
Tra vertici e proposte
Un segnale per le Forze dell'ordine. Gli emendamenti Pd alla manovra
Il Pd chiede di congelare l'aumento dell'età pensionabile per il personale di Difesa e sicurezza. Poi fisco, sanità e politica industriale, temi su cui si cerca una convergenza con M5s, Avs e Iv. Il 20 novembre a Napoli, per la chiusura della campagna elettorale di Fico, ci saranno tutti i leader di opposizioni
Fisco, politica industriale e sanità. Ma anche un segnale sulla Difesa o quantomeno per il suo personale. Mentre si cerca di trovare una sintesi con gli altri partiti di opposizione, il Pd prepara i suoi emendamenti alla manovra: tra questi un intervento per sterilizzare l’aumento dell’età pensionabile delle forze dell’ordine e di sicurezza che, secondo l’articolo 42 della legge di Bilancio varata dal governo, vedranno aumentare l’età pensionabile – sessant’anni – di quattro mesi nel 2027 e poi di sei nel 2028. Un intervento sollecitato e atteso dai sindacati di categoria, in subbuglio per l’adeguamento pensionistico delle forze dell’ordine, definito una “vergogna” e una “ferita” (e sui cui anche la maggioranza sta cercando di trovare una quadra). Ma intanto: “Stiamo lavorando molto sulla previdenza”, dice il senatore Alessandro Alfieri, capogruppo in commissione Difesa ed Esteri. Tra le altre richieste, ma non saranno le uniche, ci sarà quella di ripristinare gli stanziamenti, tagliati dal governo, per l’Agenzia italiana della cooperazione.
Ieri intanto il Pd ha riunito i suoi responsabili economici, con Antonio Misiani in prima fila per gestire la partita degli emendamenti. Mentre al Nazareno la segretaria Elly Schlein ha incontrato prima il Forum del terzo settore e poi il segretario della Cgil Maurizio Landini (“ribadiamo la proposta di un contributo di solidarietà che riguardi i 500 mila cittadini più ricchi”, le sue parole), al termine di una lunga serie di confronti con le parti sociali, iniziata settimana scorsa e finalizzata a individuare le priorità. La scadenza per la presentazione degli emendamenti è prevista per venerdì e il piatto non è ricco, si parla di 100 milioni di euro per le modifiche in aula. E la patrimoniale? Il responsabile economico dem, Misiani, ieri è tornato a parlarne. “Polemica montata ad arte per non parlare dei problemi reali degli italiani”, ha attaccato il senatore, spiegando che Schlein “ha dichiarato in questi giorni che siamo aperti a una tassa europea sui miliardari, ossia sulle persone con patrimonio superiore al miliardo di euro. In Italia sono 74”. Il Pd inoltre continua il cannoneggiamento contro il ministro Adolfo Urso e Industria 5.0: si lavora quindi a una serie di emendamenti sul fronte della politica industriale. E poi sanità e fisco saranno altri temi centrali insieme al trasporto pubblico.
L’obiettivo per le opposizioni, al di là delle singole bandierine, è presentare proposte di modifica in comune, almeno su alcune questioni. “E’ già accaduto”, conferma il capogruppo M5s in Senato Stefano Patuanelli. Come per esempio nel caso di una risoluzione sul Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) a ottobre. Patuanelli elenca inoltre quattro punti su cui il Movimento intende spingere: Irpef, con una no tax area fino a 20 mila euro, sanità, industria e famiglie con l’aumento dell’assegno unico.
Su questi aspetti non mancano convergenze con le altre forze di opposizione. Si potrà anche ragionare di immobili e affitti, anche perché il Piano Casa annunciato da Salvini per il momento è rimasto poco più di un titolo. Proposte e questioni che sono state messe sul tavolo in un vertice delle opposizioni che si è tenuto ieri sera e al quale ha partecipato anche la capogruppo in Senato di Italia viva, Lella Paita. Per i renziani c’è la disponibilità a lavorare insieme ma a condizione che il campo venga sgombrato dall’idea di nuove tasse e patrimoniali.
Chiusa questa partita, si tornerà a pensare alle regionali: con Veneto e Puglia praticamente già assegnati, è la Campania a tenere banco. E per tirare la volata a Roberto Fico – e rispondere a Giorgia Meloni che potrebbe arrivare in Campania più di una volta – i leader di opposizione chiuderanno la campagna insieme a Napoli giovedì 20 novembre. Non era accaduto in Toscana, né in Calabria e nemmeno nelle Marche. A Napoli ci sarà anche Italia viva, ma non è ancora chiaro se con Matteo Renzi, oppure se sul palco salirà Maria Elena Boschi.