Ansa
Il colloquio
Noi (non più) con Vannacci, l'associazione si scioglie. Fusco: "Decisione inevitabile"
Il fondatore dell'associazione: "Il progetto iniziale non esiste più. Rizzo può essere un punto di riferimento". Intanto il Mondo al contrario continua a perdere i pezzi
"E così abbiamo chiuso Noi con Vannacci", esordisce l'ex senatore leghista Umberto Fusco parlando con Il Foglio pochi minuti dopo aver posto ufficialmente fine all'associazione che porta il nome dell'ex generale Roberto Vannacci. "Però - precisa subito - la decisione non è stata presa contro la persona di cui abbiamo grande stima, ma contro il suo progetto politico: il passaggio alla Lega ha fatto raffreddare l'entusiasmo di tante persone".
Dopo più di un anno di attività Noi con Vanacci non esiste più. Da lunedì nascerà una nuova associazione, in vista delle politiche del 2027: Il territorio. Poche ore dopo l'addio della "bersagliera" Stefania Bardelli al Mondo al contrario, anche l'associazione fondata da Fusco ha deciso di abbandonare il progetto di Vannacci. La decisione era nell'aria da qualche settimana, da oggi è ufficiale. Ma, sostiene l'ex leghista, non è stata una scelta facile: "Eravamo convinti di poter creare un movimento, ma dopo il suo ingresso nella Lega è venuta a mancare quella febbre politica che ha caratterizzato la prima fase".
Poi il generale è diventato anche vicesegretario del Carroccio ed è stato incaricato dallo stesso Salvini di coordinare la campagna elettorale per le regionali in Toscana, che si sono concluse con una pesante sconfitta per la Lega dal momento che ha portato a casa solo il 4,3 per cento (cinque anni prima aveva ottenuto il 21,78).
Dopo quelle elezioni, c'è stata una riunione federale nel quartier generale del Carroccio a via Bellerio a Milano - una sorta di processo a Vannacci - nel corso del quale i vertici leghisti hanno fissato alcuni paletti rispetto all'attività del Mondo al contrario: nella nota finale infatti è stato scritto "che sono benvenute tutte le realtà e le associazioni che possono affiancare la Lega, a patto che non siano una realtà politica alternativa”.
Anche questo ha avuto un peso nello scioglimento di Noi con Vannacci, spiega Fusco: "La decisione della Lega ci vietava di fare politica. E a quel punto si è accentuata la scelta di chiudere l'associazione è stata inevitabile".
Dopo aver realizzato che il cammino del generale e quello dell'associazione non poteva più essere lo stesso, Noi con Vannacci è diventata "Il territorio", che non è più solo un'associazione culturale, ma anche politica. Il nome riprende uno dei tre elementi costitutivi dello stato: popolo, territorio e sovranità. L'associazione si è già data i primi due obiettivi: il tema della sicurezza e quello della partecipazione dei cittadini alla vita politica del paese "perché è inimmaginabile che un paese come l'Italia, dove eravamo abituati all'80 per cento dei votanti, ci sia una crisi di questo tipo. Non è bene per la democrazia". Il progetto dell'associazione è di lungo termine e guarda anche alle elezioni del 2027: "Tra due anni si vota per le politiche, ma nel frattempo vanno al voto anche alcune grandi città. Noi vogliamo essere pronti".
Dalla campagna per le elezioni europee nel 2024, quando l'ex generale ha preso più di mezzo milione di preferenze, a oggi di tempo ne è passato. "Quando è arrivato Vannacci tutti erano convinti che ci sarebbe stata la possibilità di creare un movimento a causa della crisi politica e di personaggi. Lui era una persona in cui tanta gente riponeva fiducia, compreso io che venivo dal mondo della politica". Fusco parla con un po' di malinconia nella voce: "Ho visto tante persone di un mondo diverso, anche del centrosinistra, che si avvicinavano a tutti gli eventi che sono stati fatti. Mi ricordo una giornata in Ciociaria, a Frosinone c'era tantissima gente. Qui nella zona della Tuscia il generale ha preso cinquemila voti". Ma terminata quest'esperienza, cosa riserva il futuro? "Rimarremo nel campo del centrodestra, ma noi siamo disposti a parlare con tutti" dice Fusco. Anche con Marco Rizzo? "Certo, ci siamo anche incontrati qualche volta. Può essere un punto di riferimento, ma bisogna prima entrare nel merito delle singole questioni. Noi siamo aperti al dialogo".
La fine di Noi con Vannacci è soltanto l'ultimo episodio. E oltre all'addio di Bardelli, hanno lasciato in questi mesi il Mondo al contrario anche Michelangelo Rosso, già coordinatore Esteri dell’associazione, che fin dall'inizio era stato al fianco di Vannacci, e Paola Di Franceschi, coordinatrice dell’associazione nell’area nord-ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna) e scrittrice del libro "La scuola al contrario", la cui prefazione è firmata proprio dal generale.
Rosso infine racconta di aver anche parlato con l'europarlamentare quando è uscito dal Mac dicendogli che "non c'era nessun motivo per rimanerci". Specifica che "non si è trattato di un problema personale, ma solo di prospettive future".
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