Il racconto
Manovra Mamdani: tasse, bocciature della Corte dei Conti. Giorgetti: "E' per il ceto medio". L'audizione circus
Bankitalia, Corte deo Conti critiche sulla legge di Bilancio, ma il governo: "Abbiamo evitato la tassa occulta che è l'inflazione". Schlein rilancia la tassa per superichhi come fa il nuovo sindaco di New York
Roma. Mamdani si è spostato al Senato. E’ Roma o New York? Un circus. Giorgetti viene audito dalle Commissioni Bilancio sulla manovra ma il deputato Marco Grimaldi, di Avs, mister kefiah, gli chiede se “lei ministro combatte le diseguaglianze”, come fa il nuovo sindaco di New York: “Ministro, vuole istituire un contributo di solidarietà?”. Elly Schlein, al Tempio di Adriano, copia Mamdani e ripropone: tassiamo i miliardari! Giorgetti si porta la sua Bic e scandisce: stabilità! A Palazzo Chigi Meloni twitta, spedisce note: è di ferro con i quotidiani, ma è una piuma con la Consulta che le ha appena bocciato il dl sulle Olimpiadi Milano-Cortina. La notizia la dà Giorgetti: a inizio anno informerà il Parlamento sulle spese della Difesa. Claudio Borghi, il dadà di Salvini, prossimo relatore di maggioranza, si supera: deve fare passare la legge di Bilancio, ma la bombarda: “Ministro, il Safe è il Pnrr del razzo. Lo dica che non compriamo armi”. Bum.
Parola d’ordine: Mamdani! Il Pd ormai parla solo di Mamdani a eccezione di Peppe Provenzano, il Gromyko di Schlein, anzi per dirla alla Andrea Orlando, il Bogart di La Spezia, “Provenzano, l’eroe dei due mondi”. Provenzano, cosa fa? “Lancio un appello, serio, a Giorgio Mulè di Forza Italia. Sfiduciamo insieme il presidente Renato Schifani. La Sicilia va salvata”. Mamdani è troppo occupato, si sa. Non ci resta che Provenzano. Non sbrachiamo. Si diceva: la manovra. La treika, ovvero Corte dei Conti, Upb, Bankitalia, dà le pagelle alla legge di Giorgetti. Bankitalia (in audizione va il vicecapo del Dipartimento Economia di Bankitalia, Fabrizio Balassone; tutti cercano Fabio Panetta, dov’è Panetta?) fa capire che il taglio dell’aliquota Irpef avvantaggia i ricchi e “incide poco sulle diseguaglianze”. L’Upb, della regina Liliana Cavallari, nota che “in una visione d’insieme, la manovra 2026 è coerente con il percorso ambizioso di consolidamento” ma “ha effetti modesti sull’economia” e sulla rottamazione non ci crede: “Esiti dubbi in termini di incassi”. Ahi. Ci si mette pure la Corte dei Conti (ahi!) che prende la matita blu perché la norma sugli affitti brevi, spiega, rischia di favorire il nero. Giorgetti, che prevede la malaparata sulla sanità, sbuffa e ci dice che la sua manovra tutela i redditi medi e che sulla sanità lui ha messo una paccata di soldi: “Rifiuto l’idea che gli stanziamenti sulla sanità siano inadeguati. Abbiamo fatto cose eccezionali anche per rimediare a disastri del passato tipo il payback. E’ innegabile”. Raccontiamo dal Senato e vi diciamo che Giorgetti usa tre parole che sono come sole, cuore e amore. Le parole che lo hanno ispirato, confida il ministro, sono: disciplina, pressione, intensità. Ciccio Boccia, il Bravo di Elly, lo provoca su Amco, la partecipata che riscuote le tasse per conto dei comuni, e il ministro, detto anche Giancarlino da Salvini, replica che “lo volete capire che i comuni rischiano il dissesto?”. Dovremmo condire questo pezzo con qualche notizia. Ve ne diamo una che gira dalle parti di Giancarlino, dalle parti della Lega: “Il nostro ministro ha un grande futuro. Dopo questo governo avrà un ruolo grande, grande in Europa”. Ma cosa c’è di più grande che lavorare a fianco della presidenta Giorgia Meloni? Continuiamo. Stefano Patuanelli, amico di Giorgetti, definisce la legge di Bilancio una “leggicchia” ma si esalta e ridendo ironizza sul ministro: “Quando parla di proficua collaborazione con le banche”, ebbene, caro Giorgetti, “credo che le bestemmie si sentivano da via XX Settembre fino a piazza del Popolo, però possiamo anche chiamarla proficua collaborazione”. E qui bisogna esclamarlo: Mamdani, dove sei? Giorgetti torna l’Eugenio Montale di Cazzago (è un poeta come Montale: contribuente, non chiederci la parola che squadri da ogni lato) e inizia a mettere angoscia ai mini Mamdani d’Italia. Giorgetti ricorda che noi siamo l’Italia ma “non siamo una grande potenza e io non ho nemmeno la bacchetta magica per dire alla Ue cosa fare in termini industriali”. Infatti ha solo una Bic per scrivere nero su nero che “sulla politica commerciale, se aspettiamo di vedere cosa succede in giro per il globo nel giro di cinque anni l’industria in Europa rischia di scomparire”. Allegria. A questo punto le metafore si fanno sportive, calcio, basket. Il solito Patuanelli del M5s, si lancia nella cronaca sportiva: “Ministro, grandissima difesa, ma la partita la state perdendo”. Giorgetti, che cerca ancora un miliardo per aggiustare la norma sui dividendi (“ci rendiamo conto che ci sono dei problemi, lavoriamo a soluzioni”) fa l’ecumenico con l’Aula, il Parlamento, e ripete, come fosse ora pro nobis, “l’Aula è sovrana”. Il contributo sulle banche da aumentare? E Giorgetti: “L’Aula è sovrana ma serve proporzionalità”. La cedolare secca? “L’Aula è sovrana. Aperti alle decisioni del Parlamento”. Il Leonardo di Forza Italia, l’artista portavoce di FI, Raffaele Nevi, conferma che sulle banche “gli accordi si rispettano, nessun problema. Soddisfatti”. Rimettiamo l’orecchio all’audizione. Giorgetti informa che questa è “l’ultima rottamazione e dà fiato alle imprese” (chi glielo dice a Salvini?) ma Claudio Borghi continua con le metafore da Odissea nello spazio. Ce l’ha con il prestito Safe che farebbe un gran bene alla Difesa, al ministro Crosetto, ma Borghi dadà chiede di “valutare bene se accedervi”. Per tutto il giorno Salvini e Meloni gareggiano a colpi di post per ricordare che sulla sicurezza come Meloni e Salvini nessuno mai. Salvini fa un post, Meloni fa un altro post (dicono dal Pd: “Lo fa per rispondere a Silvia Salis”). Oggi Meloni riceve Abu Mazen ma, da Radio Chigi 24, dalle parte dei gauchi, ci fanno sapere che sul riconoscimento della Palestina, la posizione non muta. Ah. Carlo Nordio entra a Palazzo Chigi per parlare di referendum con Mantovano. Schlein incontra il presidente di Confindustria, Orsini, e l’incontro è un successo! Fonti Pd, anzi, fontanelle: “Parlavano in dialetto emiliano”. E’ tardi. Finiamo questo articolo con il vangelo secondo Giorgetti-Meloni. Il ministro tiene a precisare che ha evitato una valanga e che chiederemo i prestiti Safe solo usando la salvaguardia della clausola, vale a dire quando usciamo dalla procedura d’infrazione. Stabilità-tà-tà. Gli chiedono, appena conclusa l’audizione, cosa ne pensa della Corte dei Conti che ha bocciato il Ponte e lui: “Io faccio il ministro e mi occupo dei conti”. Le tasse? Giorgetti, e qui non si fa ironia, è convinto di aver sterilizzato la vera tassa occulta: l’inflazione. New York ha Mamdani, ma Roma ha Giorgetti. Loro Grande mela, noi grande prugna. Mamdani, ma vuoi mettere con la stabilità-tà-tà?
Carmelo Caruso
L'incontro al Nazareno