(foto Ansa)
Cgil isolata
L'Aventino di Landini. Scaricato da Cisl, Uil (e dai Cobas) sullo sciopero e sui rinnovi nella scuola
Bombardieri e Fumarola si sfilano dalla mobilitazione generale proclamata dal segretario della Cgil. Anche i Cobas gli chiedono di ripensarci (per convergere con i sindacati di base). Lo "sgarro" a Via Po, che aveva già organizzato una manifestazione il 13 dicembre (Landini scenderà in piazza il 12)
Domani si presenta dal Papa insieme ai segretari delle altre sigle sindacali per il Giubileo del lavoro. Ma in realtà mai come ora il leader della Cgil Maurizio Landini è isolato. Su tutti i fronti. Non firma un rinnovo contrattuale che sia uno (l’ultimo, quello sulla scuola, garantisce 150 euro in più al mese a una categoria da sempre di riferimento per il centrosinistra. Che dice Elly Schlein?). Ma soprattutto, anche sullo sciopero generale, oramai la Cgil fa partita in solitaria. Tanto che negli altri sindacati si vocifera: “Non firma e fa astenere i suoi iscritti dal lavorare. Ma a che serve un sindacato che fa solo perdere soldi?”.
Se ne è avuta una prova evidente nella giornata di oggi. Landini era a Firenze, durante l’assemblea generale dei delegati Cgil ha detto che la legge di Bilancio del governo “è ingiusta, sbagliata e la vogliamo cambiare”. Per questo ha convocato uno sciopero generale per il prossimo 12 dicembre. “E in quale giorno della settimana cadrà il 12 settembre?”, ha subito ironizzato la premier Giorgia Meloni, alludendo al fatto che sia un venerdì. Ma oltre ai normali e scontati bisticci col governo (compreso Salvini), quello che dovrebbe preoccupare molto di più Landini sono le reazioni all’interno dello stesso mondo sindacale e della sinistra. Un esempio? I Cobas hanno proposto alla Cgil e ai sindacati di base “di revocare gli scioperi già convocati e confluire in un’unica data intermedia tra quelle già indette” per costruire “lo sciopero generale contro la finanziaria del governo Meloni”. Lanciando quindi un appello a Landini così da “fare come il 3 ottobre” quando fu messa in campo una “unità d’azione tra sindacati di base e Cgil mai accaduta in precedenza”. La data suggerita per lo sciopero unitario è, va da sé, il 28 novembre. Ovvero quella scelta dall’Usb. Ma il fronte sindacale più radicale non è stata l’unica fonte di scontento: anche le associazioni studentesche, tra le componenti più politicizzate nel corso di questi anni, hanno rifilato a Landini uno smacco non da poco. Ernesto Ciciarello, tra i rappresentanti di Opposizione studentesca alternativa (Osa) ha fatto sapere che prima vogliono “capire come si configurerà questo sciopero generale appena indetto”. Insomma le associazioni studentesche daranno “il massimo sostegno agli appuntamenti già in campo”, come quello del 28 novembre, “e poi, una volta visto come andranno, decideremo cosa fare in seguito”. Anche perché, fanno sapere dai diversi gruppi, “alle mobilitazioni si attende la partecipazione di Francesca Albanese, Greta Thunberg e Thiago Ávila”. Landini è superato, quindi, anche a sinistra.
Ma il segretario della Cgil che viene ricevuto in Vaticano è un Landini oramai sempre più distante dai colleghi Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, e Daniela Fumarola, segretaria della Cisl. Fa specie che più o meno nelle stesse ore in cui Landini annunciava la mobilitazione contro la legge di Bilancio, Bombardieri andava in tv a dire che “in questa manovra siamo riusciti ad ottenere un risultato che è quello di parlare di contratti, che per noi sono un elemento di democrazia economica”. E “la scelta di dare 2 miliardi al rinnovo dei contratti è una scelta economicamente importante, intanto riguarda 4 milioni di lavoratori poveri”, sulla scia di quanto già detto in un’intervista al Foglio.
Per quanto riguarda la Cisl, invece, Fumarola ha evitato di commentare la scelta di procedere a uno sciopero generale. Ma dalle parti di Via Po fanno notare la singolarità delle date: il 12 dicembre è giusto a ridosso del 13, quando la Cisl terrà una manifestazione nazionale per mandare avanti il confronto sul “Patto per la responsabilità” tra governo e forze riformiste invocato dal sindacato. E che vede nella legge di Bilancio il punto di partenza di questo confronto (con tutta una serie di rilievi, almeno quattro, mossi da Fumarola all’esecutivo nel merito della manovra). Anche sulla situazione internazionale, poi, Landini e Fumarola sono sempre più distanti: in contrapposizione al soffiare sulle piazze pro Pal, la Cisl ha organizzato una “maratona per la pace” che si concluderà sabato 15 novembre, quando in collegamento con la Cisl ci sarà anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Con lei e con Bombardieri Landini si rivedrà anche lunedì, a Milano, in un forum sulle relazioni industriali di Assolombarda. Siederanno uno accanto all’altro, ma mai come ora non si capiscono.
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