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Nella maggioranza

In Campania scompare il nome di Lupi dai manifesti, poi la destra rimedia. FI tenta Brugnaro

Ruggiero Montenegro

Sulle grafiche che annunciano il comizio di Meloni e degli altri leader manca Lupi.  Intanto proseguono le tensioni con Forza Italia, che corteggia anche il sindaco di Venezia. In Calabria nessun esponente di Noi moderati in giunta

Ci mancava solo la grana dei manifesti. Un piccolo incidente di percorso, forse una svista. Ma a suo modo significativa di certi rapporti nella maggioranza. Mentre Forza Italia corteggia il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, a Napoli il centrodestra ha quasi nascosto Maurizio Lupi. Sulle grafiche che annunciavano l’evento clou della campagna elettorale di Edmondo Cirielli (il comizio dei leader, il 14 novembre) il segretario di Noi moderati non compariva. In grande si poteva leggere il nome di Meloni, subito sotto quelli di Salvini e Tajani. E Lupi? Derubricato, nel volantino che girava ieri (lo potete vedere qui sotto), nella categoria “altri leader” insieme ad Antonio De Poli dell’Udc.

Il segretario di Noi moderati l’ha scoperto da New York, dove ha partecipato alla maratona più famosa del mondo. Pare se ne sia risentito, e non senza ragioni. Così, poco dopo, la grafica è stata corretta e adesso il nome di Lupi compare accanto a quello dei leader di Lega e Forza Italia. Tutto ricomposto e anche in fretta. E tuttavia, al di là delle facili ironie, questa piccola vicenda arriva nel momento in cui i rapporti tra Noi moderati e Forza Italia sono ai minimi storici. Nelle ultime settimane Lupi ha dovuto fare i conti con la campagna acquisti di Tajani, deciso ad allargarsi al centro anche a discapito dell’alleato. Pare ci stia provando anche con Brugnaro, che si nega ed è semmai disponibile a valutare un percorso costituente per una forza di centro, collocata comunque nel perimetro dell’attuale maggioranza.

 

 

Di questa prospettiva se ne parlava già qualche tempo fa (alle ultime europee FI e Noi moderati hanno corso sotto lo stesso simbolo). Ma dopo gli ultimi sviluppi, e in attesa di capire quale sarà la prossima legge elettorale, è stata messa da parte. Alla vigilia di questa tornata di regionali, FI ha pescato dal partito di Lupi nomi di primo piano come Giorgio Silli, sottosegretario agli Esteri. Ha preso la via azzurra anche Pino Bicchielli, un deputato che “ha un indotto di sindaci e consiglieri” (copyright Maurizio Gasparri), per citare i casi più noti e recenti. Ma non gli unici, soprattutto tra Toscana e Campania, tanto che Noi moderati ha dovuto rivedere qualcosa nell’organigramma. Lupi, è noto, non ha gradito l’atteggiamento dei forzisti: “Bulimici e onnivori”, aveva detto al Foglio. E anche i successivi dissidi con Tajani sulle misure della manovra sono un altro segnale della tensione tra i due partiti. Che ha trovato altra benzina in Calabria.

 

 

Al netto della campagna acquisti subita, alle regionali Noi moderati ha mantenuto risultati in linea con le aspettative: 1,15 per cento in Toscana, 1,64 nelle Marche, ma soprattutto ha conquistato il 4 per cento – e due consiglieri – in Calabria. Dove tuttavia i moderati di Lupi sono stati esclusi dalla giunta varata dal governatore Roberto Occhiuto, vicesegretario di FI. Un’altra spina: “Un torto che rischia di indebolire la maggioranza”, secondo Saverio Romano, il coordinatore politico di Noi moderati che ieri, suo malgrado, è finito nei titoli dei giornali per un’altra vicenda. La procura di Palermo ne ha chiesto gli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta sulla sanità. Nelle indagini è coinvolto anche Salvatore Cuffaro. Romano (a cui è arrivata subito la solidarietà di Lupi) ha scoperto solo dalla stampa la richiesta a suo carico. Si è detto estraneo ai fatti: “Sono assolutamente tranquillo e a disposizione dei magistrati”. “Ma ormai il danno è fatto”, ha aggiunto in un video, denunciando la gogna mediatica e gli “sciacalli”.

 

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