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E' la somma che fa il totale
Tutte le misure che Salvini vorrebbe finanziare con la tassa sugli extraprofitti sulle banche
Aumento degli stipendi, investimenti in sanità, rottamazione delle cartelle, e ancora Piano casa e pace fiscale. Il vicepremier vuole usare i circa 4 miliardi degli istituti di credito per sovvenzionare praticamente ogni battaglia della Lega. Ma i fondi non bastano
Fa presto Matteo Salvini a dire di voler tassare gli extraprofitti delle banche, la parte difficile è capire cosa fare dei soldi che lo stato ricaverà. Anche se il leader della Lega non ha un'idea, ne ha moltissime.
L'ultima in ordine cronologico l'ha proposta il 3 novembre parlando con Bruno Vespa a "5 minuti" e riguarda le forze dell'ordine: "Assumere poliziotti e carabinieri, migliorarne stipendi e pensioni e pagare gli straordinari". Ma basta riavvolgere il nastro per trovare altri esempi.
In una nota del partito fatta circolare a fine settembre, il vicepremier e ministro dei Trasporti sosteneva di voler immettere i miliardi ottenuti "nell'economia reale: aumento di stipendi e pensioni, investimenti in sanità, rottamazione pluriennale di 170 milioni di cartelle esattoriali che rendono difficile la vita a venti milioni di italiani in difficoltà". Parlando a SkyTg 24 poco prima del consiglio dei ministri sulla manovra ha dichiarato che i soldi degli extraprofitti potranno essere usati per assumere anche "medici e infermieri".
Qualche giorno dopo, l'Ansa ha raccolto un'altra dichiarazione di Salvini in cui il vicepremier diceva che quei soldi sarebbero stati utili per una misura molto cara alla Lega: la pace fiscale, ovvero una serie di misure che consentono ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il fisco, versando le imposte dovute senza applicazione di sanzioni e interessi. Ma non è finita qui. Qualche settimana prima, dal palco di Pontida, dove si celebra annualmente il raduno dei militanti leghisti, Salvini aveva detto di voler chiedere un contributo di qualche miliardo ai grandi istituti di credito italiani per finanziare il Piano casa: “Chi può deve dare una mano, per esempio, aiutandomi a mettere i soldi necessari per un Piano casa. Penso che chiederemo un contributo alle grandi banche". Un mantra ripetuto anche in altre occasioni.
Il “Piano Casa Italia” è stato illustrato come un programma strategico volto a contrastare il disagio abitativo sul territorio nazionale e riorganizzare l'offerta esistente. Ma per essere portato a compimento servirebbero miliardi di euro. E invece la copertura finanziaria sembra al momento piuttosto ridotta: dal 2027 sono stanziati per il progetto 660 milioni. Nulla per il 2026. Inoltre l’Osservatorio Cpi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, ha ipotizzato un costo di circa 12,5 miliardi per la costruzione di 50 mila abitazioni.
Per la prossima manovra la maggioranza ha discusso molto se fosse il caso o meno di inserire una serie di misure a carico delle banche, soprattutto perché ci sono state delle divergenze tra Lega e Forza Italia. Il partito di Salvini era molto favorevole all'introduzione delle nuova tasse, mentre Tajani assolutamente no sostenendo che fosse "roba da Unione Sovietica". Il Carroccio aveva calcolato inoltre che "le grandi banche potranno generare un contributo di 5 miliardi di euro", ma dopo il vertice di maggioranza del 16 ottobre FI e Lega hanno trovato un compromesso in parte simile a quello del 2023 quando si è comunque raggiunta l'entrata prevista senza ricorrere tecnicamente alla tassazione sugli extraprofitti: si tratterà quindi di 4,3 miliardi di "misure a carico del settore finanziario e assicurativo" per due anni più 2,5 miliardi per il terzo. Circa 11 in totale.
Abbiamo chiesto a ChatGPT se i miliardi che si dovrebbero ricavare da questo capitolo della manovra siano sufficienti o meno a coprire tutte le misure di cui ha parlato. Il calcolo è presto fatto: "Il taglio delle tasse per le famiglie e le imprese, secondo una stima del ministero dell'Economia e delle Finanze, dovrebbe valere 3-4 miliardi di euro; l'aiuto sui mutui sulla prima casa dovrebbe costare 1-2 miliardi di euro, secondo una stima dell'Associazione bancaria italiana (Abi) e del Codacons; per rafforzare la sanità la Corte dei conti sostiene che servirebbero almeno 5-6 miliardi di euro; per la pace fiscale e la rottamazione delle cartelle esattoriali dovrebbero essere necessari da 1 ai 3 miliardi, dice il Mef; infine per il Piano casa il Mit stima dai 2 ai 4 miliardi. Sommando quindi tutte queste voci si arriverebbe a circa 10-12 miliardi di euro". In questo modo il guadagno ottenuto dagli istituti di credito coprirebbe a malapena un quarto delle misure. Conclude l'Ai: "Il gettito stimato può servire a 'dare un segnale politico' o finanziare una misura-tampone, ma non sostiene strutturalmente tutte le promesse di spesa pubblica citate da Salvini'.