L'inchiesta
Appalti sanità truccati: la procura di Palermo chiede l'arresto di Cuffaro e del deputato di Noi Moderati Romano
Richiesti gli arresti domiciliari anche per altre 16 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione. Il parlamentare del partito di Lupi: "Non so assolutamente nulla". Il presidente della regione Schifani: "piena fiducia nella magistratura". Tuona Calenda: "pagina vergognosa, sosteniamo mozione sfiducia a Schifani"
La procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone- tra cui l'ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro e il parlamentare di Noi Moderati Saverio Romano - accusate a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione su alcuni appalti. I carabinieri del Ros hanno notificato a tutti l'invito a comparire davanti al gip per l'interrogatorio preventivo. Solo dopo l'interrogatorio il gip deciderà se accogliere o meno la richiesta di domiciliari avanzata per Cuffaro e per gli altri e se chiedere al Parlamento l'autorizzazione a procedere per Romano.
Il presidente della regione Sicilia Renato Schifani ha espresso la sua "piena fiducia nell'operato della magistratura, che svolge con rigore e senso dello Stato il proprio compito di accertare la verità dei fatti. Gli indagati potranno dimostrare, nelle sedi opportune, la loro estraneità alle contestazioni mosse dalla Procura". Dura la replica del senatore Carlo Calenda: "Le notizie emerse in queste ore delineano un quadro intollerabile per la Sicilia e per l'intero Paese. Davanti alle gravi ombre che coinvolgono ancora una volta esponenti della Dc e all'immobilismo del presidente Schifani, serve un segnale politico forte e netto. Per questo sosteniamo pienamente la mozione di sfiducia annunciata da Ismaele La Vardera e chiediamo a tutte le forze di opposizione all'Assemblea regionale siciliana di avere il coraggio di agire insieme, mettendo fine a questa pagina vergognosa e indegna per le istituzioni siciliane"
A diversi indagati, tra cui l'ex presidente della Regione, i militari dell'Arma hanno notificato anche un decreto di perquisizione disposto dai pm. Cuffaro e Romano sono coinvolti in un'inchiesta della Procura, guidata da Maurizio de Lucia, su appalti pilotati. Coinvolti anche diversi funzionari pubblici e Vito Raso, autista e uomo di fiducia dell'ex governatore. Cuffaro, ora presidente nazionale della Nuova Dc, è stato condannato a 7 anni (il verdetto è diventato definitivo nel 2011) per favoreggiamento alla mafia e ha lasciato il carcere nel 2015 dopo averne scontati 4 e 11 mesi grazie all'indulto di un anno per i reati "non ostativi" e lo sconto previsto dalla liberazione anticipata per buona condotta; Romano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, fu prosciolto nel 2012 dal gip con la vecchia formula dell'insufficienza di prove.
Intanto sulle chat di Noi Moderati Romano si sfoga così: "Il danno è fatto. Non so a cosa porterà questa inchiesta. Non so assolutamente nulla. Mi sembra una cosa abnorme, sono lontano da queste pratiche. Non so assolitamente come avrei potuto inserirmi in un meccanismo di turbativa o appalti truccati. Adesso chiarirò al gip, visto che dovrò essere ascoltato. Ma potete immaginare, anche se il gip dovesse dire che Romano non c'entra nulla con queste vicende, quello che sta accadendo in questo momento. Mi chiamano i giornalisti di una cosa di cui non so parlare". A difenderlo poi ci ha pensato lo stesso Lupi con una nota. "Siamo fermamente convinti dell'estraneità di Saverio Romano dalle accuse contestategli e siamo sicuri che sarà dimostrata anche davanti al Giudice per le indagini preliminari. Ancora una volta la cosa più grave è la celebrazione di un processo mediatico che purtroppo è iniziato prima ancora che Saverio Romano fosse a conoscenza dell'inchiesta. Come ha detto lui stesso, purtroppo, ormai il danno è fatto. Da parte mia e di tutto il partito la massima solidarietà a Saverio", scrive il presidente di Noi moderati.