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Le reazioni

“Contro Fiano inaccettabile attacco antisemita”. Parlano i docenti di Ca' Foscari

Francesco Gottardi

"Quei pochi fanatici cercavano visibilità e l’hanno trovata: un campanello d’allarme, occorre creare ancora più occasioni di pacifico confronto”, dice Giacomo Pasini, direttore del dipartimento di Economia dell’università veneziana

Quanto accaduto a Emanuele Fiano lunedì sera, in un’aula universitaria di Ca’ Foscari a Venezia, “è del tutto inaccettabile, condannato e condannabile”, dice al Foglio Giacomo Pasini, direttore del dipartimento di Economia dell’ateneo. “Nessuna persona può essere zittita in quella maniera, tanto meno dentro un luogo insindacabile dello scambio e del confronto come l’università. È stato inoltre un attacco del tutto pretestuoso, senza tener nemmeno conto di chi si aveva davanti: un politico misurato come Fiano, che esprime un punto di vista di totale apertura sulla questione israelo- palestinese. E va ribadito, è stato un attacco antisemita: non vedo altre chiavi di lettura possibili, proprio in virtù di quel che l’ex deputato del Pd va dicendo da anni sul medio oriente”. E come ha scritto lo stesso Fiano su questo giornale, “si tratta anche di un campanello d’allarme. Purtroppo ce ne sono sempre di più: la polarizzazione della politica, da Trump in giù, alla fine porta a questo. Cioè identificare gli interlocutori non per cosa dicono, ma per quello che rappresentano. Etichettati nel modo più becero, senza appello alcuno”.

 

Quel gruppo di studenti aveva detto chiaro e tondo che Fiano non aveva diritto di parola. Punto. “Metodi che non appartengono alla democrazia”, continua il professore. È preoccupante che ormai non si guarda nemmeno più al diritto di Israele e Palestina di esistere e coesistere: tutto diventa bianco o nero. E se c’è una cosa che non lo è, è proprio il conflitto in quella regione. Che non nasce ieri, divampa dalla seconda metà del Novecento attraverso una guerra lunga ottant’anni. Le semplificazioni sono inutili e dannose: ebreo uguale sionista e sinistra uguale pro Pal è una banalità che fa male alla verità e non aiuta nemmeno il processo di pace”, ed è questa la tragedia semantica di una formula come “Sinistra per Israele”. Pasini sostiene che anche il termine pro Pal è fuorviante e riduttivo. “Basti pensare alle varie manifestazioni di dissenso che fino a qualche settimana fa
comprendevano un po’ di tutto: da persone come me e Fiano a fanatici veri e propri.
Dire che Netanyahu ha oltrepassato ogni limite è un conto, dire che chiunque sostenga il diritto del popolo ebraico ad autodeterminarsi non debba parlare è tutt’altra faccenda. Si può – anzi si deve – essere a favore dell’esistenza di uno Stato palestinese e della risoluzione del processo di pace, al contempo condannando categoricamente gli attacchi del 7 ottobre e ogni altra forma di antisemitismo. Per fortuna quel gruppo di studenti non rappresenta nemmeno la maggioranza dei cafoscarini che s’interrogano su queste tematiche. Ben vengano i momenti di confronto, anche aspri. Però qua si è passato il segno, soltanto per avere visibilità. E chi l’ha fatto non rappresenta nemmeno la maggioranza di chi ha a cuore la Palestina”.

 

E a sinistra, nonostante qualche inquietante silenzio, sono arrivati anche messaggi importanti e significativi nei confronti di Fiano. Gianmarco Pagliarulo, il presidente nazionale dell’Anpi, gli ha espresso “piena solidarietà”, sottolineando come questi gruppuscoli “danneggino l’immagine del pacifico movimento a favore di una Palestina libera”. Stessa musica da Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, che li ha definiti “utili idioti di Netanyahu”. Eppure, come sottolinea il professore di Ca’ Foscari, salendo alla ribalta della cronaca nazionale hanno ottenuto quel che cercavano. “Come si fa a isolare i focolai di estremismo? Continuando a creare occasioni di confronto e dibattito. Lo faranno gli studenti, lo farà l’ateneo. Non ci si fa intimidire e si continua a discutere, approfondire, capire, come abbiamo fatto in tutti questi mesi”. Nei quali, stando a chi ha vissuto la quotidianità universitaria “non avevamo percepito un clima di paura o minaccioso nei confronti degli studenti o dei colleghi ebrei. Certo abbiamo avuto sedute del senato, mozioni anche contestate”, come lo stop agli accordi con enti, istituzioni e università di Israele coinvolti nelle politiche di Netanyahu.

 

“Ma tutto vogliamo meno che isolare i singoli docenti, coi quali c’è sempre stato un piano di discussione sempre proficuo e desideroso di confronto, anche nelle diverse sensibilità. Non va mai dimenticato che Israele, nonostante la sua storia e posizione geografica, è e resta una democrazia: si spera dunque che le cose cambino anche attraverso i suoi canali democratici. Questo era il legittimo dibattito degli ultimi tempi. L’altra sera però, a Ca’ Foscari è successo qualcosa di inaccettabile e inconcepibile. Aspettiamo con grande piacere il ritorno di Fiano, perché possa finire il suo intervento”. Sarà il prossimo 4 novembre, insieme al ministro dell’Università Anna Maria Bernini. E a tanti studenti che si dissociano dai pochi.