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Cambio di scena

La striscia di Conte. L'ex premier in versione pro Pal a Roma e in versione democristiana a Napoli

Marianna Rizzini

Alla Camera il presidente dei 5 Stelle dice che negli Stati Uniti e in Israele si è visto sulla scena un "neo-maccartismo" in chiave "sionista". Invece nel capoluogo campano, rispondendo su Orbán, ritiene che "su Putin sbaglia, adesso dobbiamo trovare una soluzione pacifica"

Lui (Giuseppe Conte), ex premier e leader del M5s, si specchia nel libro di lei (Rula Jebreal, giornalista, conduttrice, docente palestinese con passaporto israeliano e autrice di “Genocidio”, ed. Piemme). Interno giorno, Camera dei Deputati: lei, Jebreal, dice che raccontare la verità su Gaza è “un atto di resistenza” come quella che in Italia ha messo fine al ventennio fascista. Lui, Conte, ascolta e annuisce, prima di parlare a sua volta, definendo “grande opera di giornalismo e testimonianza di vita” il libro della giornalista che lo ha salutato come “politico tra i più coraggiosi degli ultimi anni”. La sintonia su Gaza è totale: sulla definizione di genocidio e sulla necessità di vigilare. Conte, in modalità attivista, fa un passo in più: negli Stati Uniti e in Israele, dice, si è visto sulla scena un “neo-maccartismo” in chiave “sionista”.

 

E’ presente anche Sigfrido Ranucci, conduttore, volto e mente della trasmissione “Report”, scampato qualche giorno fa a un attentato, e nel suo nome tutto si tiene – la libertà di informazione, la guerra e la critica ai governi silenti. “Non solo è un eroe nazionale della nostra Repubblica”, dice Jebreal, “ma un guardiano dell’informazione. La bomba che è stata messa sulla sua auto mi fa ricordare i 280 palestinesi uccisi a Gaza perché raccontavano la verità”. Per Conte “ci sono stati a Gaza atti sistematici per distruggere un’intera popolazione”. La conclusione è real-politica: “Ci teniamo stretto il processo di pacificazione, ma la partita è lunga”. Si plaude alla presenza in sala di tantissimi giovani. “C’è bisogno di profondità”, dice Ranucci, per contrastare “l’anestetizzazione generale”. Non si può tornare al “business as usual”, concordano Conte e Jebreal. Cambio di scena: esterno sera, Napoli. Conte, in versione “democristiano” nel centrosinistra, e nelle vesti di garante, va alla presentazione della lista M5s a sostegno del candidato governatore Roberto Fico. Gli chiedono del premier ungherese Viktor Orbán. “Su Putin sbaglia”, dice, “adesso dobbiamo trovare una soluzione pacifica, non possiamo entrare nell’escalation militare senza limiti e senza confini”.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.