(foto Ansa)
editoriali
L'attacco di Ranucci al Garante della Privacy e l'ovazione da parte dell'Anm
Paradosso: mentre ci si batte per difendere l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, Sigfrido Ranucci, che ha raccolto un'ovazione all'ultima Assemblea generale dell'Associazione nazionale magistrati, sferra un attacco scomporto a un'autorità indipendente come il Garante per la privacy. Ci sarà autonomia da parte dei magistrati nel giudicare il suo caso?
E’ abbastanza paradossale, mentre ci si batte per difendere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, attaccare in maniera scomposta un’autorità indipendente. Sigfrido Ranucci ha sferrato un attacco al Garante per la privacy, che lo ha sanzionato per la diffusione illegittima dell’audio di una telefonata tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e sua moglie. L’accusa è di aver agito su input della politica “per punire Report e dare un segnale esemplare ad altre trasmissioni”, pertanto il giornalista ha chiesto al Garante europeo di verificare l’operato dell’Autorità italiana perché “sembra agire come un’emanazione del governo”. L’accusa, fondata sulla visita di un membro dell’Authority nella sede di FdI prima del giudizio, è davvero eccessiva. In primo luogo, il Garante non è affatto un’emanazione di questo governo: su quattro membri due sono stati indicati dal centrodestra e due dal centrosinistra (tra cui il presidente, il cui voto prevale in caso di parità).
C’è poi un dato reale che non può essere ignorato. Il provvedimento, che si fonda su norme e precedenti, stabilisce semplicemente che la diffusione della telefonata della moglie del ministro, registrata in maniera illecita e a sua insaputa, non fosse affatto “indispensabile” a ricostruire la vicenda Boccia-Sangiuliano: pertanto la violazione della riservatezza non è giustificabile dal diritto di cronaca. La decisione del Garante non appare lunare o immotivata. E’ anche probabile che la sanzione da 150 mila euro sia eccessiva, ma naturalmente Report e Ranucci hanno la possibilità di fare ricorso alla giustizia ordinaria, di cui dovrebbero avere maggiore fiducia dato che il giornalista è stato recentemente accolto con una standing ovation all’Assemblea generale dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) dove ha espresso la sua opposizione alla riforma della giustizia, sulla stessa linea politica dei padroni di casa. Qualora un tribunale accogliesse il suo ricorso contro il Garante, usando la logica di Ranucci, si dovrebbe pensare che dietro c’è un input politico dell’Anm?