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l'intervento
Meloni: "Dalle banche 5 miliardi su 44 di profitti: possono essere soddisfatte"
La premier a colloquio con l'ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina nell'ultimo libro di Bruno Vespa: "Non tassiamo la ricchezza prodotta da aziende, sarebbe sbagliato. Ho spiegato che per mantenere i conti in ordine, occorrono delle risorse e le abbiamo chieste a chi ha avuto dei grandi benefici"
"Non vogliamo tassare la ricchezza prodotta dalle aziende, perché daremmo un segnale sbagliato. Vogliamo un contributo sulla rendita accumulata per condizioni di mercato che la politica del governo ha fortemente contribuito a creare". Lo dice la presidente Giorgia Meloni parlando con Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, nel nuovo libro di Bruno Vespa Finimondo. "Ho spiegato che per mantenere i conti in ordine, occorrono delle risorse e le abbiamo chieste a chi, grazie a questa politica, ha avuto dei grandi benefici", aggiunge Meloni. Facendo i conti sull'impatto della nuova tassazione studiata dal governo. "Se cresce lo spread, se sale il rating dell'Italia, se le banche hanno potuto approfittare dei 200 miliardi messi a disposizione dal governo Conte per rinegoziare con la garanzia dello Stato, prestiti che avevano già erogato, o dei crediti del superbonus, sempre grazie a Giuseppe Conte, è giusto che quelle stesse banche ci diano una mano a continuare in una politica così profittevole. Se su 44 miliardi di profitti nel 2025 ce ne mettono a disposizione circa cinque per aiutare le fasce più deboli della società, credo che possiamo essere soddisfatti noi e che in fin dei conti possano esserlo anche loro". Una risposta, quella della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alle tensioni emerse nelle ultime settimane nella maggioranza, con il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani molto critico nei confronti della tassazione agli istituti di credito (misura da sempre mal vista dalla famiglia Berlusconi).
Meloni, poi, nel corso del libro interviene anche sulla questione energetica. "Una volta che l'Europa avrà definito un esatto quadro normativo, al momento di rinnovare le concessioni sulle centrali dell'energia idroelettrica, dovremmo parlare molto chiaramente con i gestori e rivedere anche le tariffe. In questo, io sono d'accordo con Calenda", sottolinea la premier. "L'energia idroelettrica è quella per definizione più verde. Potrebbe darci molto di più, per esempio con interventi seri e strutturali, cominciando dal dragaggio delle dighe".
l'editoriale del direttore