(foto Ansa)
Il colloquio
L'ex Ragioniere dello stato Monorchio: “Perrotta è bravissima. I funzionari seguono solo le indicazioni della politica”
Andrea Monorchio difende la Ragionera dello stato Perrotta: "Le critiche verso di lei sono fuori luogo. Manine? Prendetevela con la politica”
“Le critiche rivolte al Ragioniere dello stato sono fuori luogo. Ho avuto il piacere di conoscere Daria Perrotta ed è bravissima, una persona competente che assolve con disciplina e onore al proprio ruolo”. Andrea Monorchio quell’incarico, alla Ragioneria dello stato, l’ha ricoperto per tredici anni, in nove governi diversi. Conosce bene le meccaniche che stanno dietro alla presentazione delle manovre finanziarie. Anche per questo non condivide la polemica, innescata anche dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, contro “i grand commis del Mef”. “I funzionari non sono né di destra, né di sinistra. Quello che fanno è rispondere alle richieste della politica, che stabilisce quali siano gli obiettivi, i risultati da raggiungere”, spiega l’economista. Che promuove il governo per la gestione dei conti pubblici: “Giorgetti e Meloni hanno capito che la linea del rigore premia l’Italia all’estero”.
Il motivo per cui si sta parlando di Perrotta è perché, dopo la bollinatura ufficiale della Ragioneria alla legge di Bilancio, il vicepremier Antonio Tajani ha lamentato tutta una serie di tagli ai ministeri di cui, sostiene, era rimasto all’oscuro. Tanto che il leader di Forza Italia è sbottato: “Sulla manovra decide la politica, non i grand commis del Mef”. Denunciando pure un approccio “poco liberale”. Eppure Perrotta è stata difesa dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha rivendicato: “Ho piena fiducia in chi lavora con me”. L’ex Ragioniere dello stato Andrea Monorchio, colloquiando col Foglio, racconta un aneddoto personale. “Quando c’ero io nella posizione di Perrotta ricordo che chiamavo i vari ministeri e dicevo loro: ‘Questi sono i nostri calcoli rispetto alle vostre richieste’. Ma poi stava al premier, ai ministri, dare conferma, stabilire in che misura seguire le nostre tabelle. Quando a Palazzo Chigi c’era Giuliano Amato, una volta lo chiamammo alle tre di notte, dopo aver finito di elaborare tutta una serie di calcoli sulla sanità che presentava un bel po’ di problemi. Lui ci disse: parlatene col ministro Francesco De Lorenzo. Insomma, l’obiettivo del governo era fare dei tagli. Ma è chiaro che poi l’operazione doveva essere condivisa anche dai diversi dicasteri”.
Adesso, invece, soprattutto sull’aumento delle tasse sugli affitti brevi, e poi pure sul definanziamento di alcune opere come la metro C di Roma, all’interno del governo è come se i ministri lamentassero di non essere stati consultati. “Non ci hanno nemmeno fatto leggere la bozza definitiva”, ha denunciato ancora Tajani. Con tanto di risposta del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon: “I 50 milioni per la metro C di Roma di cui parla Tajani non sono tagli, ma una riprogrammazione di risorse per 1,2 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027. Bastava semplicemente che il vicepremier si informasse meglio in Consiglio dei ministri per evitare imprecisioni simili che creano solo confusione tra i nostri cittadini”, ha rintuzzato.
Anche se poi pure dalla Lega hanno evocato "manine’" come ha fatto l’ex senatore del Carroccio Armando Siri: “Alcune parti della manovra sono state portate avanti dalla parte tecnica, non politica. Ma è la politica che deve guidare, è la politica che prende i voti”. Monorchio però rifiuta questa lettura. “Come ho già detto, le critiche nei confronti della Perrotta le trovo fuori luogo”. C’è chi in queste ore ha ricordato il passato di Perrotta: l’esperienza da consulente giuridica di Maria Elena Boschi all’epoca del governo Renzi, il lavoro nella segreteria del Consiglio dei ministri durante il governo Conte I, per poi assumere l’incarico di capo di gabinetto del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, durante il governo Draghi. Basta per metterne in dubbio imparzialità e professionalità? “Assolutamente no”, risponde Monorchio. “Anch’io non sono mai stato inquadrato in nessuna compagine politica, ho sempre e solo prestato servizio lavorando per lo stato. Un qualcosa che viene apprezzato anche all’estero e che viene considerata una forza dell’Italia. Grazie al valore dei suoi funzionari”. Anche in questo caso, nelle parole dell’ex ragioniere, affiorano ricordi. “Ai vertici a Bruxelles eravamo considerati i numeri uno, tutta Europa ha sempre avuto un grande rispetto per la nostra professionalità. E ho ancora impressa nella mente quella chiamata da Madrid, dal governo spagnolo, che si accaniva da tre anni su una questione di controlli e di bilancio. Noi proponemmo una soluzione dopo dieci minuti”.
Insomma, come ripete ancora Monorchio, “se ce la si vuol prendere con qualcuno, bisogna farlo con la politica, non con i tecnici”. A ogni modo il giudizio sulla tenuta dei conti pubblici, in seguito a questa legge di Bilancio, è ancor più positivo. “Giorgetti è un ministro dell’Economia molto accorto. Sa benissimo anche lui, come sa anche la premier Meloni, che sposare questa linea di rigore permette di avere un grande credito a livello internazionale. Per quanto riguarda la finanza pubblica”, è la conclusione di Monorchio, “mi pare di poter dire che la strada sia quella giusta”.