Il lato oscuro della manovra

Non solo metro C di Roma, tutti i tagli della legge di Bilancio. Tajani: "Fare subito marcia indietro"

Gianluca De Rosa

L'infrastruttura romana subirà un taglio di 50 milioni di euro. Con i forzisti che invocano un dietrofront immediato. Metropolitane, fondi per nuovi assunti, il budget dell'Agenzia della cooperazione, ricerca energetica e manutenzione edilizia. Ecco nel dettaglio i definanziamenti contenuti nelle tabelle previsionali allegate alla manovra

"Questi tagli impedirebbero di stipulare la convenzione con la stazione appaltante, sarebbe un colpo per la capitale", dice Eugenio Patanè, assessorre alla Mobilità di Roma Capitale. Ma la notizia fa infuriare persino il vicepremier di Forza Italia Antonio Tajani che da un evento a Napoli esorta il suo collega Matteo Salvini a parlare con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti per "fare marcia indietro". La legge di Bilancio depositata ieri al Senato con la bollinatura della Ragioneria dello stato taglia 50 milioni di euro per il 2026, su cento totali, di finanziamento per la linea della metropolitana C di Roma. 

 

Ma quello della metro C è solo uno dei tanti definanziamenti che si trovano spulciando le tabelle previsionali di spesa per i prossimi tre anni per i singoli ministeri. Lo stesso genere di tagli, solo per restare alle metropolitane, riguarda la M4 di Milano, definanziato per 15 milioni su 30 nel 2026. Così come il fondo per la fornitura di treni alla metro di Napoli e il collegamento della stessa con Afragola, anche questa colpita da un taglio di 15 milioni per il prossimo anno. Anche l'assessora milanese ai Trasporti infatti si appella al governo: "Chiediamo spiegazioni e ci auguriamo che sia solo un'operazione contabile, perché altrimenti non avrebbe alcun senso", dice. Ma sempre per restare al Mit, il ministero più colpito dalla scure della manovra, i tagli riguardano anche altre infrastrutture: ci sono i 2 milioni tolti al fondo per le ciclovie, ma anche i 50 milioni definanziati nel 2027 sia per la statale Ionica, sia per la Salaria. Tolti 10 milioni su 23 dal fondo contro il dissesto idrogeologico, 15 milioni vengono tagliati alle reti idriche e alle fognature, 36 (azzerando il fondo) per le opere di accesso ai porti. Azzerato anche il fondo, vale 23 milioni, "Progettazione infrastrutture sviluppo paese".

 

Scorrendo le tabelle che indicano i definaziamenti si incorre però in tanto altro. Anche se occorre fare una specifica: molti tagli riguardano il 2027 e il 2028 e sono dunque in potenza recuperabili. Tra i fondi Mef tagliati per il 2026 ci sono i 62 milioni in meno per il finanziamento degli investimenti nella regione Sardegna, i 30 tolti al fondo per la ricostruzione post sisma in Molise, i 90 tolti al fondo per la disabilità ma per il 2027 (e dunque come dicevamo in potenza recuperabili il prossimo anno). Larghissimo anche un altro taglio per ora solo virtuale, quello al fondo per gli investimenti e le infrastrutture di tutte le amministrazione centrali dello stato: - 156 milioni nel 2027, -124 nel 2028. Il ministero di via XX settembre taglia anche di 91 milioni di euro l'anno a partire dal 2026 i fondi per l'assunzione di personale a tempo indeterminato nelle amministrazioni centrali dello stato. Si preannunciano insomma tempi di magra per gli aspiranti concorsisti. Per quanto riguarda invece il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali viene stralciato il finanziamento di 61,2 milioni di euro l'anno per il riconoscimento del valore economico della figura dei cargiver, ma anche in questo caso il taglio vale dal 2027 ed è quindi potenzialmente recuperabile (mentre per quest'anno il definanziamento è di solo poco più di un milione di euro su oltre 57 totali).

 

Per quanto riguarda il ministero degli Esteri e e della Cooperazione internazionale spicca il taglio su budget dell'Agenzia per la cooperazione che oggi vale circa 600 milioni di euro l'anno: verrà ridotto di 63 milioni nel 2026 e di altri 50 nel 2027. Al ministero dell'Ambiente invece vegnono tolti 93 milioni su 123 nel 2026 per la ricerca nel campo energetico. Taglio identico di qualche milione (o qualche decina) in tutti i ministeri per i fondi dedicati all'edilizia pubblica.  I definanziamenti al Viminale riguardano in particolare i vigili del fuoco. Tra le altre cose viene azzerato il fondo da 11 milioni per l'adeguamento e l'acquisto delle sedi dei pompieri. Sommando invece i diversi fondi per l'acquisto di mezzi e infrasrutture per le forze dell'ordine si arriva a un taglio nel 2026 di oltre 10 milioni. Al ministero della Giustizia tagliati per il 2026 circa 500 mila euro su circa 10 milioni per l'ampliamento degli spazi per il lavoro dei detenuti. Tagliati soprattutto circa 13 milioni su 126 per l'adeguamento infrastrutturale degli uffici giudiziari (con un ulteriore taglio di 43 milioni previsto per il 2027) e circa 25 milioni su 35 per la ristruttuazione e messa in sicurezza delle strutture giudiziaria delle regioni del mezzogiorno. Per quanto riguarda il Ministero della Cultura, oltre al fondo cinema, spicca il taglio da 21 milioni su 161,5 del fondo per la tutela del patrimonio culturale.