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Il caso

"Molla la Lega". Il generale Vannacci assediato dai suoi team

Ruggiero Montenegro

La bersagliera Bardelli, che guida il Team di Varese: “Il mondo al contrario non si raddrizza camminando accanto a chi l’ha ribaltato”. E Fusco, organizzatore di Noi con Vannacci, che ora potrebbe sciogliersi: "In tanti avevano visto in lui un nuovo leader. Dopo l’ingresso nella Lega, parecchia gente ha cominciato a tirare i remi  in barca”

“Molla la Lega”.  Torna indietro, generale. Da Varese a Viterbo, passando per la Toscana: sono vannacciani,  della prima e dell’ultima ora. Ma adesso cominciano a farsi qualche domanda.  Perché il Vannacci che ha preso i gradi nel Carroccio, il vice Salvini,  non è più quello  di una volta. Si è fatto imbrigliare nelle logiche di  partito.  Dice al Foglio Stefania Bardelli, l’irriducibile bersagliera di Varese che guida il team locale. Della Lega non vuol proprio sentirne parlare:    “Il mondo al contrario non si raddrizza camminando accanto a chi l’ha ribaltato”.  Aggiunge Umberto Fusco, l’ex senatore leghista che qualche tempo fa ha fondato il movimento Noi con Vannacci: “A me piaceva il progetto delle origini.  Quello che ha fatto sognare tanti italiani, che vedevano nel generale il nuovo leader del centrodestra”. E ora? 


La Lega lo processa e adesso il vicesegretario  si interroga. Non sono ore semplicissime per il militare – e forse nemmeno per i militari: è allo studio in questa manovra un aumento dell’età pensionabile. Dopo il flop toscano, e gli attacchi, Roberto Vannacci ha detto: “Vado avanti”. Ma intanto fa i conti nei gruppi parlamentari del Carroccio, tra quelli – come il sottosegretario Claudio Durigon – che lo difendono. E tra i suoi team: sono all’incirca 150 in Italia. Ma non tutti sono disposti a seguirlo a ogni costo. Cristiano Romani, il vicepresidente del Mondo al contrario lo ha detto chiaramente: “Non si può andare avanti con questo continuo cannoneggiamento nei confronti del generale”. Parlava del fuoco leghista.  

Matteo Salvini è rimasto a lungo in silenzio sulla Toscana. Hanno parlato i due capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Lo hanno fatto per ribadire che la Lega non è Vannacci, è un’altra cosa. E’ anche per questo che Stefania Bardelli manda messaggi al suo generale, fa i nomi. “Sono sempre stata, e sempre sarò, convintamente fuori dalla Lega. Il mondo al contrario non si raddrizza camminando accanto a chi l’ha ribaltato”, dice al Foglio la leader del Team Angelo Vidoletti di Varese. Da quelle parti, pure le amministrazioni sostenute dalla Lega non vogliono concedere all’europarlamentare una sala comunale. E’ successo a Morazzone. “Dubito – dice ancora la bersagliera –  che il senatore Romeo o l’onorevole Molinari, tanto per fare due nomi – vedano questo mondo così ‘alla rovescia’ come lo vede Vannacci. A Varese, insieme alla nostra comunità e ai nostri validi sindaci, aspettiamo un Vannacci indipendente e con programmi chiari per ricostruire e valorizzare il territorio”.  Ma se Bardelli è diventata uno dei simboli della “vannacizzazione” in tempi più recenti, e sprona il suo generale a cambiare rotta, c’è anche chi ha tirato la volata sin dall’inizio. Come Umberto Fusco, ex senatore della Lega; è stato tra gli organizzatori di quella che allora fu definita “la Pontida di Vannacci”, la due giorni viterbese in cui il generale radunò per la prima volta la sua comunità al contrario. C’era anche Fabio Filomeni, il colonnello e allora presidente del Mondo al contrario, che ha preferito defilarsi perché l’europarlamentare era ormai troppo vicino a Salvini.

Fusco ha invece  fondato il movimento Noi con Vannacci (parallelo al Mondo al contrario).  Prima ancora aveva dato una mano nella Tuscia durante la campagna elettorale per le europee che hanno consacrato il Vannacci-politico.   “In tanti avevano visto in lui un nuovo leader. Dopo  l’ingresso nella Lega, parecchia gente, anche nella mia associazione, ha cominciato a tirare i remi  in barca”, dice al Foglio l’ex della Lega. “Con cui non ho più niente a che fare”. Per questo non commenta i risultati elettorali, si limita a registrare il calo in tutti i territori. “Credevo nel progetto di Vannacci, l’ho appoggiato e mi sono speso per questo. Ma quel progetto non so se esiste ancora. Adesso è logico che  il generale debba fare  anche la politica del suo partito”. E’ un disincanto che riguarda   anche altri militanti. E che interroga anche lo stesso vicesegretario leghista. “Adesso vedo in campo solo Marco Rizzo”, aggiunge Fusco. Nelle prossime ore – dice – riunirà i militanti di Noi con Vannacci. Per fare cosa? “Per parlare del futuro dell’associazione e decidere se è il caso di andare avanti”. Con Vannacci e senza la Lega.
     

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