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Calo del M5s, Renzi, aiuto di De Luca: cosa rassicura Schlein dopo la Toscana

La segretaria del Pd si sente tranquilla: Conte non ha i numeri per fare l'eventuale premier e Manfredi non riuscirà nel suo intento di approdare alla politica nazionale. Sia perché i suoi sponsor sono divisi tra lui e Silvia Salis sia perché ha un grandissimo nemico: il presidente della Campania

Il voto della Toscana offre fiato a Elly Schlein. Tutto sommato anche il fatto che il Movimento 5 stelle non sia andato benissimo non sembra preoccupare più di tanto la segretaria. Secondo il Nazareno è un’altra dimostrazione del fatto che nella lotta per la candidatura a premier Giuseppe Conte, nonostante tutte le sue ambizioni, non ha possibilità. “Si va avanti”, dice la segretaria del Partito democratico ai suoi, lasciando intendere che il programma è sempre lo stesso: primarie di coalizione e corsa per palazzo Chigi. Non sembra turbare la leader del Pd nemmeno il fatto che i dem non siano andati benissimo a Firenze, mentre siano andati meglio nelle zone dove i riformisti sono forti. Comunque Schlein si sente tranquilla e aspetta la vittoria in Campania e Puglia.

 

A rendere Schlein così convinta di farcela c’è anche la sensazione che Gaetano Manfredi non riuscirà nel suo intento di approdare alla politica nazionale. Primo, perché i suoi sponsor sono divisi tra lui e Silvia Salis. Secondo, perché ha un grandissimo nemico. Un nemico temibile: Vincenzo De Luca. Il presidente della giunta regionale campana vuol far pagare al sindaco di Napoli non solo il fatto di essere stato decisivo per la sua defenestrazione e per la scelta di candidare Roberto Fico. No: lo sceriffo ce l’ha con Manfredi anche per altre ragioni più locali. E quindi è intenzionato a sbarrargli la strada con tutte le sue forze. “Non farà mai il federatore”, continua a dire De Luca ai suoi interlocutori in questi giorni.

 

C’è anche un altro elemento che rassicura Elly Schlein. Nonostante l’euforia per la vittoria di Casa riformista in Toscana, Matteo Renzi non ha intenzione alcuna di farle le scarpe utilizzando Silvia Salis contro la segretaria del Partito democratico. E proprio in quest’ottica è stata letta l’intervista l’intervista di ieri alla Stampa del leader leader di Italia viva. Dalle colonne del quotidiano torinese, l’ex presidente del Consiglio spara contro Paolo Gentiloni, reo nei giorni scorsi di aver criticato l’alleanza di centrosinistra. “Se adesso anziché fare la morale a Schlein desse una mano a trovare i voti sarebbe credibile”. E ancora: “Non amo chi non si candida mai ma fa il commento del giorno dopo”. Insomma una difesa di Schlein che invece non è vista di buon occhio dall’ex commissario europeo. E la segretaria del Pd è talmente grata a Renzi che lunedì ha voluto enfatizzare in tutti i modi il successo di casa riformista in Toscana. Insomma, dice con una punta di malignità qualche dem ex supporter del Rottamatore, “Matteo si è assicurato quattro posti in lista con il Partito democratico alle prossime elezioni”.

 

Al Nazareno sono invece preoccupati dall’atteggiamento di Carlo Calenda, che ormai danno per perso all’alleanza del campo largo. E’ vero che nell’inevitabile bipolarizzazione delle elezioni politiche il leader di Azione potrebbe non uscire con un ottimo bottino elettorale. Ma è altrettanto vero che potrebbe attirare i consensi di chi non si sente rappresentato dal bipolarismo de noantri. Tanto più che Giorgia Meloni ha in animo di fare una riforma elettorale che preveda una soglia abbastanza bassa per quei partiti che non si alleano. Una soglia che sembra fatta apposta per Calenda. Al Nazareno (ma questa è un altra partita) sospettano anche che il leader di Azione potrebbe presentarsi di nuovo alle elezioni amministrative a Roma. Presentarsi da solo, e poi essere appoggiato da tutto il centrodestra.