
Generale exit
La Lega fa flop in Toscana e dà la colpa a Vannacci e a Salvini che lo ha scelto: “Chiedete a loro”
Il Carroccio si ferma al 4,4 per cento. Rimane con un seggio, l'altro glielo ruba la candidata di Potere al popolo Antonella Bundu. I leghisti commissariati da Vannacci attaccano: "Una follia vannaccizzare la Lega". I fedelissimi del generale si difendono: "Con il suo nome sul logo sarebbe stata un'altra storia"
La scorsa settimana al Foglio con il solito piglio guascone disse: “A cosa puntiamo? Siamo ambiziosi, vogliamo arrivare al 90 per cento”. Una sparata, certo. E però nessuno si aspettava che in Toscana il generale Roberto Vannacci facesse un flop così clamoroso. La Lega a trazione vannacciana si ferma al 4,4 per cento. Nettamente sorpassata da Forza Italia, anni luce distante dal quel 21,8 raggiunto alle regionale del 2020, il miglior risultato di sempre del Carroccio in regione, e viene superata persino dal fronte composto da Potere al popolo e Rifondazione, con la candidata presidente Antonella Bundu che ruba uno dei due seggi leghisti. L’ “effetto Vannacci” a Firenze, Prato, Pistoia, in Versilia come in Maremma, non si vede affatto.
E chi dentro al partito aspettava sul fiume il cadavere politico, il fallimento elettorale, del generale, adesso si sfrega le mani. Contattata dal Foglio, Susanna Ceccardi, europarlamentare ed ex candidata presidente in Toscana, che è stata di fatto commissariata da Vannacci, ci invita a “contattare direttamente il responsabile della campagna elettorale, il generale Roberto Vannacci”. Sarebbe andata meglio con lei? “Chiedetelo a lui e a Salvini!”, ci risponde ironica. Mentre Andrea Maule, commissario della Lega in provincia di Grosseto (anche lui commissariato dal generale) dice: “L’effetto Vannacci c’è stato…ma al contrario. Ci siamo quasi dimezzati rispetto alle europee. Dovrò dire a chi delle competenze una delle frasi più antipatiche di sempre ‘ve lo avevo detto’. Vannaccizzare la Lega toscana è stata una scelta folle. Almeno qui a Grosseto con Ceccardi sapevamo di poter portare molto di più. Fare campagna elettorale con nomi che non sono scelti dal territorio, ma imposti dall’alto è una missione impossibile”. Attacca anche Maria Domenica Pacchini, segretaria del Carroccio a Viareggio, dimessasi in polemica con il generale: “Il nostro impegno è stato sottovalutato”, dice. “Per 15 anni ho creduto in quello che facevamo sempre e solo per il territorio, ma siamo stati traditi da Vannacci e Salvini. È stato scelto un linguaggio sbagliato e inaccettabile nei confronti delle donne. Gli elettori hanno visto tutto questo si sono sentiti mancare di rispetto. Vedo quello che sta accadendo con enorme sofferenza: il partito è allo sfascio e il risultato è molto brutto”.
Insomma in Toscana quello di Vannacci è un vero flop. E in effetti, a guardare i dati, ci si rende conto che il ruolo di capo della campagna elettorale della Lega lo ha svolto decisamente meglio il sottosegretario Claudio Durigon in Calabria, dove il Carroccio ha sfiorato il 10 per cento e tenuto anche su Forza Italia. In Toscana, invece, la Lega rimane con un solo seggio (nel 2020 furono otto). Il secondo, e la cosa ai contorni della beffa incredibile, glielo ruba la candidata presidente di Potere al popolo e Rifondazione, Antonella Bundu, mamma fiorentina e papà della Sierra Leone. Una insomma che per il generale non sarebbe neppure italiana.
La débâcle è tale che va a finire che persino Igor Taruffi, uomo macchina e luogotenente di Schlein sui territori, uno che di recente di sconfitte ne ha collezionate non poche, si permette di sbertucciare il generale: “In Toscana la Lega è passata dal 21 per cento al 4, se questo è l’effetto Vannacci allora speriamo che prosegua”. Una battuta azzeccata subito ribadita anche dalla segretaria del Pd Schlein. Dal canto suo il generale ammette la sconfitta: “C’è poco da commentare, chi vota ha sempre ragione. Sono uno dei pochi politici che non cambia atteggiamento per compiacere l'elettorato. Barra sempre a dritta”, dice a caldo all’Ansa. Poi aggiunge “Continuerò a lavorare per quei principi in cui credo che partono dalla sicurezza, dal rimpatrio di chi è entrato illegalmente nei nostri confini, da più sviluppo, da meno persone che bloccano e che prevaricano gli altri, da più infrastrutture, quindi il mio lavoro continua, e andremo avanti su questa strada”. Dai temi citati già si vede che l’obiettivo del generale è diverso, nonostante i numeri più ambizioso di un elezione regionale. E’ un programma nazionale. E così anche tra i suoi fedelissimi, gli uomini dei comitati ‘Mondo al contrario’ sparsi su tutta Italia, c’è chi comincia a chiedersi: ha senso rimanere nella Lega? Massimiliano Simoni, fedelissimo del generale e unico eletto leghista, per adesso risponde: “Sì, Salvini è una persona onesta e seria”. Poi però riconosce: “Certo, se sulla lista ci fosse stato il nome del generale sarebbe stata tutta un’altra storia”.