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Le dichiarazioni
Le "gite" ad Auschwitz di Roccella e la risposta di Liliana Segre
Le parole della ministra Eugenia Roccella, pronunciate in un convegno organizzato dall'Unione delle comunità ebraiche, hanno suscitato l'indignazione delle opposizioni e la dura replica della senatrice a vita. La precisazione della ministra
Secondo la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, le “gite” ad Auschwittz sono state “incoraggiate e valorizzate” per testimoniare che l’antisemitismo riguardava un tempo collocato in una precisa area: il fascismo. In occasione di un convegno organizzato a Roma dall’Unione delle comunità ebraiche, Roccella ha affermato che le visite scolastiche ad Auschwitz hanno avuto l’effetto di relegare l’antisemitismo in “un tempo lontano o non tanto lontano, collocato ormai in un passato storico e in una precisa area” e di ribadire che si trattava di una questione esclusivamente fascista. “E quindi che il problema era essere antifascisti, non essere antisemiti”.
Le affermazioni della ministra hanno suscitato la dura reazione di Liliana Segre, che ha dichiarato: “Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo aver definito ‘gite’ i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa aver detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo”. La formazione delle giovani generazioni non può che partire dalla conoscenza della storia, ha affermato la senatrice: “Durante la seconda guerra mondiale, in tutta l’Europa occupata dalle potenze dell’Asse, i nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali - compresi quelli italiani della Repubblica sociale italiana - realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze”. E ha concluso: "La memoria della verità fa male solo a chi ha scheletri negli armadi".
Allo sdegno si sono uniti esponenti dell’opposizione, dalla segretaria dem Elly Schlein, che ha definito “inqualificabile” la dichiarazione di Roccella - e ha chiesto a Giorgia Meloni di prenderne le distanze - al segretario di Più Europa Riccardo Magi, che ha accusato la ministra di aver costruito una lettura strumentale del ricordo dell’Olocausto, sminuendo così le colpe del nazifascismo nel pianificare lo sterminio programmatico degli ebrei, a Carlo Calenda, che ha denunciato l’ignoranza espressa dalle dichiarazioni, “il problema fondamentale di questo paese soprattutto quando arriva ai livelli più alti delle istituzioni”. Angelo Bonelli (Avs) ha detto: "Oggi le gite scolastiche dovremmo organizzarle a Gaza per mostrare cos'è un genocidio nel terzo millennio". Matteo Renzi ha difeso la senatrice Segre: "Sto con Segre quando viene attaccata da Albanese e quando replica a Roccella, sempre".
La replica di Roccella è arrivata questa mattina, in un’intervista rilasciata al Giornale: la ministra si è detta da sempre vicina al mondo ebraico (“non dimenticate che vengo dai radicali”) e ha affermato di “averli toccati” - in riferimento alle opposizioni o a una più generica sinistra - “su un nervo scoperto”. “Il mio ragionamento era chiaro”, ha detto Roccella, “se non si riconosce l’antisemitismo che si respira oggi e non lo si spiega ai ragazzi, si rischia di ridurre le visite ai campi di concentramento a semplici gite”. E ha poi spostato il discorso sul ricordo del 7 ottobre: “Non c’è mai stata una manifestazione di vicinanza ai ragazzi del Nova Festival".
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