La Festa dell'ottimismo

D'Alema: "Meloni più immobile di Rumor. Sul centrosinistra non sono catastrofista, ma l'unità non basta"

L'ex premier interviene all'evento del Foglio a Firenze. "L'accordo in medio oriente? Apre una speranza. Senza stato di Palestina ci sarà uno stato di conflitto continuo"

"Il centrosinistra fa bene a cercare l'unità. L'unità è la precondizione ma non basta, ci vuole una visone del futuro, un'idea di cambiamento del Paese. Io non ho una visione catastrofica, sono confidente del fatto che progressivamente il centrosinistra riesca a fare questo. Bisogna che discuta un po' di più e che faccia tesoro delle esperienze anche non positive", dice Massimo D'Alema, l'ex premier e storico leader della sinistra parla alla Festa del Foglio, intervistato da Luciano Capone. 

E della premier cosa pensa? "E' vero che la Meloni non perde, ma Meloni è immobilismo assoluto, a volte ha intemperanze verbali ma nell'azione" rispetto a lei "Rumor fu sconvolgente. E' un governo che non si riesce a far malvolere" perché "lei non fa nulla. Noi nel bene e nel male abbiamo governato l'Italia". 
 

L'ex presidente del Consiglio ha affrontato anche l'attualità internazionale, l'accordo in medio oriente. "E' positivo che sia cessato il massacro della popolazione civile di Gaza e questo apre una speranza. Ho trovato le parole del capo delle Stato particolarmente adeguate, un misto di speranza e preoccupazione" in quanto "l'odio che si è sedimentato è talmente profondo che se questa tregua non si accompagna alla possibilità di una prospettiva politica che dia una speranza ai palestinesi, ci troveremo davanti a una delle tante tregue di questa guerra infinita".

"Questo rischio c'è", dice ancora D''Alema. "Il governo deve accettare la prospettiva di uno stato palestinese". Altrimenti ci sarà "uno stato di conflitto continuo". "Se lo stato di oppressione e occupazione militare finisce e progressivamente si avvia un processo di effettiva pacificazione degli animi ci mettiamo in una strada giusta",

 

Quanto alle polemiche legate alla sua presenza alla parata militare di Pechino, l'ex premier ha infine spiegato: "Se si sfugge alla semplificazione si vede che la maggior parte delle persone presenti nella foto proviene da Paesi democratici. Non hanno la visibilità di Putin e del dittatore nord coreano, ma lì c'era il presidente del Parlamento della Corea del Sud, il primo ministro dell'Indonesia, il rappresentante del governo indiano. Se li mettiamo insieme, e io mi offro per un corso formazione professionale, se facciamo i conti di quante persone sono rappresentati lì, si tratta dell'80 per cento del genere umano". 

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