
la protesta per gaza
FdI denuncia disegni eversivi nelle piazze pro Pal. Piantedosi: “Valuteremo nuove misure di sicurezza”
“I casi di antisemitismo sono in fortissimo incremento”, spiega il ministro dell'Interno alla Camera. Le Lega chiede più dure per chi crea disordini. Ma per il meloniani il problema è un altro. Kelany: "Le leggi ci sono, i magistrati ideologizzati non le applicano. Siamo preoccupati"
Dice il ministro dell’Interno: “I casi di antisemitismo sono in fortissimo incremento” Le piazze? “Valutiamo ogni misura per migliorare la sicurezza”. Fratelli d’Italia evoca la strategia della tensione, un disegno eversivo contro il governo, in ottica antisemita. Ci sono di mezzo i Carc e i loro volantini, una saldatura tra sinistra extraparlamentare, movimenti pro Pal e gruppi fondamentalisti islamici, dicono i meloniani. E chiedono: c’è una regia dietro i disordini? Risponde Matteo Piantedosi: “Sarà l’autorità giudiziaria ad accertarlo. In ogni caso, le strutture specialistiche sono costantemente impegnate nelle attività di analisi e di prevenzione”. Il titolare del Viminale parla alla Camera, durante il question time, alla vigilia del passaggio in Aula sul caso Almasri.
Due giorni fa Giorgia Meloni diceva: “Attenzione, le cose possono sfuggire di mano”. La premier denunciava un clima pesante, quella che considera l’irresponsabilità di certa opposizione. E ieri i suoi hanno rilanciato a Montecitorio. Nel mirino ci sono le proteste per la Palestina. Lo ha fatto anche la Lega, invocando nuovi interventi per chi organizza le mobilitazioni. E’ una corsa sulla sicurezza. Ma ci sono anche i fatti, le cronache dalle piazze e gli episodi, crescenti, di antisemitismo.
Piantedosi alla Camera li mette in fila, snocciola numeri: “Dal 7 ottobre 2023 a oggi l’Osservatorio per la sicurezza contro atti discriminatori ha registrato 733 segnalazioni per atti di antisemitismo, di 140 a Roma e 86 a Milano”. Quanto alle manifestazioni, dirà poco dopo il ministro, più volte sono state strumentalizzate al di là della tragedia di Gaza, e della legittima espressione del dissenso. “Tra gli operatori di polizia ci sono stati 146 feriti soltanto negli ultimi dieci giorni”. Sono quelli a ridosso del 7 ottobre e del caso flotilla, che ha portato a un clima ancora più teso. Per questo Matteo Salvini chiede misure severe. In commissione Affari costituzionali c’è una proposta di legge targata Carroccio che, all’articolo 3, recita: “Il diniego dell’autorizzazione di una riunione in luogo pubblico per ragioni di moralità” può essere motivato “in base alla probabilità di grave rischio di esibizione di simboli, motti, discorsi o propaganda ovvero compimento di qualunque altro atto di carattere antisemita”. Da via Bellerio spingono anche per sanzionare più duramente chi blocca strade e ferrovie, come è accaduto spesso nelle ultime settimane, tra scioperi e mobilitazioni. E resta sempre valida per Salvini l’idea di cauzioni e fideiussioni per chi li organizza, come garanzia rispetto a eventuali danni. Il ministro Piantedosi dice che tutte le misure saranno valutate – sebbene non si esponga in concreto – assicurando inoltre un ulteriore rafforzamento dei controlli grazie “alla continua interazione informativa e investigativa tra le forze di polizia e le agenzie di intelligence”. Nelle scorse settimane era circolata anche l’idea di un altro decreto sicurezza.
Un nuovo intervento? “Penso di no”, frena tuttavia il colonnello meloniano Giovanni Donzelli. Dello stesso avviso è anche Sara Kelany, che parte da una premessa: “Siamo preoccupatissimi”, dice al Foglio la deputata – è stata lei a parlare in Aula durante il question time. “E siamo preoccupati anche per l’indifferenza di una parte dell’emiciclo rispetto a certe dinamiche”, aggiunge Kelany, che ieri insieme al suo gruppo parlamentare ha presentato una proposta di legge contro il fondamentalismo islamico con l’obiettivo di fermare fenomeni di radicalizzazione in Italia. “L’antisemitismo – prosegue quindi la responsabile del dipartito Immigrazione di FdI – non è strisciante. E’ ormai palpabile. Le piazze che inneggiano al 7 ottobre non sono pacifiche”. E prima ancora di pensare a nuovi interventi legislativi o aumenti delle pene, che non sarebbero risolutivi, c’è un altro aspetto che Kelany sottolinea. “Le leggi ci sono, ma purtroppo chi viene fermato il giorno dopo è già libero ed è di nuovo in piazza ad alimentare disordini. Come mai? Ci sono magistrati ideologizzati che non applicano le norme”. Per i Fratelli già questo sarebbe un buon passo in avanti, mentre dall’opposizione ribaltano la prospettiva e accusano a loro volta maggioranza e governo di soffiare sul fuoco.
Alla fine del question time Piantedosi si intrattiene con il capogruppo di FdI Galeazzo Bignami per un breve colloquio. Oggi si torna in Aula per il caso Almasri, che riguarda anche il ministro dell’Interno (insieme a Carlo Nordio e Alfredo Mantovano). Com’è l’umore alla vigilia? “Istituzionale”, rispondo fonti del Viminale. Non è difficile immaginare come andrà a finire.
