
Ansa
La lettera
Quali sono "gli aspetti critici" sulla festa di San Francesco segnalati da Mattarella
Il presidente della Repubblica promulga la legge che reintroduce la festa nazionale il 4 ottobre, ma in una lettera ai presidenti di Camera e Senato segnala dei rilievi: il governo si è dimenticato delle celebrazioni per Santa Caterina da Siena previste per lo stesso giorno
"Il testo presenta alcuni aspetti critici che avverto il dovere di segnalare". Si apre così la lettera che Sergio Mattarella ha inviato ai due presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, a proposito della legge che reintroduce la festa nazionale di San Francesco da celebrare il 4 ottobre. Il capo dello stato, come da prassi dopo l'approvazione del testo a Montecitorio e Palazzo Madama, ha ufficializzato il ritorno della celebrazione dopo che nel 1977 la festività del santo patrono d'Italia era stata abolita.
Precisando che i rilievi non riguardano "profili di natura costituzionale", Mattarella ha fatto notare che per far diventare la celebrazione di San Francesco una festa nazionale si è dovuta modificare un'altra legge preesistente, la legge 132 del 1958, che rendeva il 4 ottobre un giorno di solennità civile in onore dei patroni d'Italia, Santa Caterina da Siena e, appunto, il santo d'Assisi. Dopo la correzione, la legge del 1958 adesso prevede che il 4 ottobre sia considerato "solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore della Santa Patrona d’Italia Santa Caterina da Siena". Allo stesso tempo però, la nuova legge appena promulgata stabilisce che lo stesso giorno sarà dedicato alla festività nazionale di San Francesco.
Si tratterebbe di avere due diverse disposizioni normative che celebreranno "sostanzialmente i medesimi valori". Da qui, il problema sollevato da Mattarella: "Appare evidente come la normativa che disciplina le due ricorrenze richieda interventi correttivi volti a coordinare tra loro i due testi normativi". Perché le due leggi prevedono che il 4 ottobre le scuole possano promuovere iniziative dedicate ai valori universali incarnati da San Francesco e da Santa Caterina. Ma queste iniziative "non potranno più svolgersi il 4 ottobre in quanto giornata ormai festiva". E se per il santo d'Assisi il problema si risolve estendendo le competenze "alle amministrazioni pubbliche, agli enti del terzo settore e alle “istituzioni pubbliche a livello nazionale, regionale e locale”, non si può dire la stessa cosa per Santa Caterina.
Il presidente mette in chiaro come sia necessario fare una scelta: "verosimilmente abrogando la previsione di solennità civile, meno rilevante" e chiarire se il 4 ottobre sarà festa nazionale solo per San Francesco o per entrambi i santi, "fino ad oggi considerati congiuntamente". In conclusione, Mattarella invita il parlamento "ad apportare al provvedimento i correttivi necessari" non potendo "non sottolineare l’esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci".
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