
(foto Ansa)
verso le regionali
In Puglia Decaro si muove già da governatore-costituzionalista
L’eurodeputato dem, in versione Zagrebelsky, detta la linea al Consiglio uscente e chiede l’approvazione del bilancio 2025 e la modifica della legge regionale sul numero degli eletti per introdurre almeno otto seggi in più (gli assessori dopo la nomina in giunta lascerebbero il posto ai primi dei non eletti), limitando l’influenza del predecessore Emiliano sulla nuova assemblea
Complici i sondaggi (che lo danno in vantaggio di almeno trenta punti), e il centrodestra non pervenuto (ancora senza il proprio cavallo), l’eurodeputato dem Antonio Decaro, versione Gustavo Zagrebelsky, si porta avanti il lavoro per governare in surplace la Puglia fino al 2030: nel prossimo consiglio regionale del 10 ottobre ha caldeggiato l’approvazione del bilancio e l’introduzione (con un emendamento da presentare in extremis) del consigliere supplente, figura che consentirebbe alla sua maggioranza di avere almeno otto seggi in più (gli assessori decadrebbero dalla carica di consigliere liberando il seggio per i primi dei nuovi eletti). Il voto della maggioranza uscente, da mesi incapace di mantenere il numero legale, sarà anche un test di fedeltà in vista della prossima legislatura: i dissidenti potrebbero, infatti, non trovare posto nelle affollatissime liste decariane, già da settimane con una panchina lunga da fare invidia al Real Madrid.
Questo passaggio segna la transizione tutta politica a sinistra tra la stagione di Michele Emiliano e il nuovo corso, nel quale Decaro riproporrà uno schema decisionista, lo stesso che lo ha caratterizzato per efficientismo amministrativo nei due mandati da sindaco di Bari: zero (o quasi) conflittualità interna alla maggioranza, e massima attenzione alla immediata concretezza degli atti di governo. Sul bilancio è in corso una forte contrapposizione con la minoranza di centrodestra: i conservatori sostengono che il provvedimento economico “non sia un atto di ordinaria amministrazione”, e non rientri tra quelli che si possono approvare a mandato scaduto, mentre l’assessore al Bilancio Fabiano Amati considera questo disegno di legge “l’atto più ordinario, dovuto e indispensabile che ci sia”. Il via libera del Consiglio renderebbe meno complessa l’assunzione di poteri da parte di “Mister 500mila preferenze”, che si potrà accomodare in presidenza presumibilmente solo a fine anno o ad inizio anno nuovo.
Decaro-Zagrebelsky, infine, vuole mettere mano alle troppe storture della legge elettorale pugliese: pensando sempre di avere la fascia tricolore - con un emendamento a cui ha lavorato nelle scorse settimane il calendiano Ruggiero Mennea - vorrebbe prevedere la decadenza dei consiglieri nominati assessori, consentendo l’ingresso nell’assemblea dei primi dei non eletti: la maggioranza otterrebbe così 29 seggi, a cui si aggiungerebbero gli almeno otto posti degli assessori che è obbligato a nominare dal consiglio. La somma fa 37: con questo gioco possibile di incastri (e di ripescaggi tra i trombati), Decaro riuscirebbe a bypassare il rischio di una golden share nel “campo largo” degli eletti vicini ad Emiliano, che avrà una rilevante pattuglia di sodali nella prossima maggioranza. Il futuro governatore ha dato il via libera a questa modifica a condizione che non ci siano costi aggiuntivi per le casse pubbliche pugliesi, ma la pentastellata Antonella Laricchia è già insorta, e ha definito questa novità “una porcata”. “Ci saranno due stipendi da pagare: uno all’assessore e uno al consigliere che lo sostituirà nell’assemblea legislativa”, ha spiegato la grillina da cinque anni unica del suo gruppo all’opposizione della giunta Emiliano. In una bozza di emendamento, promossa dal neodecariano Mennea, si ipotizza una spesa di circa 300mila euro per il 2025 e di oltre milione per il 2026, ma i consulenti legislativi del futuro monarca sono al lavoro per far rientrare eventuali surplus di spesa con tagli o economie da rintracciare in altre voci di bilancio.

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