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i documenti
Ecco i testi delle risoluzioni del governo sul piano Trump e sul riconoscimento della Palestina
La maggioranza ha presentato in Parlamento due documenti distinti che definiscono la linea dell’esecutivo sulla crisi in medio oriente: uno focalizzato sulla proposta di pace americana, l’altro sull’avvio del percorso verso la statualità palestinese, con condizioni precise sull’esclusione di Hamas
Il governo Meloni ha presentato in Parlamento due mozioni sulla situazione a Gaza: una riguarda il riconoscimento dello stato di Palestina, l’altra in sostegno al piano di pace proposto dagli Stati Uniti. Il piano esclude Hamas e punta a una soluzione politica sostenuta da vari paesi arabi ed europei.
Risoluzione piano Usa
La Camera dei deputati, udite le comunicazioni del Governo, premesso che l’Amministrazione degli Stati Uniti ha predisposto un piano di pace per il Vicino Oriente che ha trovato il consenso di molti Paesi Arabi, di Israele, dell’Autorità Nazionale Palestinese e della maggior parte delle nazioni europee, impegna il Governo a compiere ogni attività utile a sostenere e favorire l’iniziativa di pace messa in campo dagli USA, che oggi costituisce l’unica prospettiva realistica per porre fine ad un conflitto sanguinoso.
BIGNAMI
MOLINARI
BARELLI
LUPI
RICHETTI
MARATTIN Gruppo misto-Partito Liberaldemocratico
Risoluzione sul riconoscimento dello Stato della Palestina
La Camera, udite le comunicazioni del Governo, premesso che: il conflitto nella Striscia di Gaza, riesploso con intensità dal 7 ottobre 2023 a seguito degli attacchi terroristici di Hamas contro inermi cittadini israeliani, con un bilancio di 1.400 morti, tra civili e militari, oltre a 251 ostaggi deportati verso la Striscia di Gaza, ha innescato una spirale di violenza che ha provocato migliaia di vittime civili, stupri, torture e trattamenti inumani e degradanti, distruzione diffusa e un drammatico scenario umanitario a Gaza e, al contempo, ha determinato una condizione di perenne insicurezza e minaccia nella popolazione israeliana; gli attacchi terroristici di Hamas contro civili e militari israeliani, il continuo utilizzo della popolazione di Gaza come scudo umano, la persecuzione di ogni forma di dissenso interno, la sommaria esecuzione di chiunque sia sospettato di collaborare con Israele e le razzie degli aiuti umanitari diretti alla popolazione civile, sono tutti aspetti che hanno confermato ancora una volta la natura oppressiva e violenta di quel movimento, che mantiene in ostaggio non solo cittadini israeliani, ma lo stesso popolo gazawi; nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite del 29 luglio 2025, la Lega Araba, composta da 22 membri tra i quali figurano anche Qatar, Egitto e Arabia Saudita, ha appoggiato una dichiarazione congiunta il cui scopo è quello di giungere ad una pacificazione nella regione, alla costituzione di uno Stato palestinese sovrano ed indipendente e alla condanna di Hamas per gli attacchi del 7 ottobre 2023, costituendo la base per un protagonismo costruttivo dei Paesi arabi moderati, nel sostegno alla transizione della Striscia di Gaza e nel rilancio del processo politico; per la prima volta in assoluto, i Paesi della Lega Araba, oltre a condannare inequivocabilmente il brutale attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 nei confronti di Israele, hanno lanciato un appello affinché Hamas ceda le armi e rinunci al potere nella Striscia di Gaza, liberando gli ostaggi ancora vivi e restituendo i corpi di quelli uccisi. L’appello della Lega Araba afferma testualmente: “Condanniamo gli attacchi commessi da Hamas contro i civili il 7 ottobre 2023. Nel contesto della fine della guerra a Gaza, Hamas deve cessare di governare il territorio e consegnare le armi all’Autorità Palestinese, con l’impegno e il sostegno della comunità internazionale. La governance, l'applicazione della legge e la sicurezza in tutto il territorio palestinese devono essere di esclusiva competenza dell'Autorità Nazionale Palestinese, con un adeguato sostegno internazionale”; il Governo italiano ha sempre condannato le responsabilità di Hamas nell’innesco del conflitto e ha riconosciuto il diritto di Israele di difendersi e di reagire agli attacchi terroristici, pur evidenziando – come sottolineato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite - che la reazione israeliana non avrebbe dovuto tradursi in violazioni del diritto internazionale umanitario. Le operazioni militari, per estensione e modalità, hanno oltrepassato il principio di proporzionalità; il piano di pace americano, che riprende in molte parti quello proposto dai Paesi arabi, e che ha già trovato l’assenso di Israele, dell’Autorità Nazionale Palestinese e di molti Paesi della regione, oltre che dei nostri Partner europei, è la prima vera possibilità concreta per mettere fine alle sofferenze dei due popoli. Su questo occorre dunque mettere da parte le divisioni e i pregiudizi; è necessario profondere ogni sforzo per sostenerlo. Auspichiamo che Hamas si pronunci positivamente al più presto, ponendo così fine all’immane tragedia cominciata esattamente due anni fa. In caso di rifiuto il dramma del popolo palestinese potrebbe aggravarsi ulteriormente; il Governo italiano, in coerenza con la sua storica posizione, ha condannato le violazioni del diritto internazionale umanitario durante gli attacchi nella Striscia e ha espresso contrarietà a qualsiasi ipotesi di annessione, totale o parziale, di Gaza o della Cisgiordania, così come all’espansione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania, ritenendoli un ostacolo concreto al processo di pace. La sicurezza di Israele e le legittime aspirazioni del popolo palestinese possono essere garantite solo attraverso il negoziato, e non con azioni unilaterali che rischiano di aggravare tensioni e instabilità nella regione; la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza resta molto critica, con una popolazione civile stremata dalle operazioni militari, dall’ancora troppo lenta e insufficiente distribuzione dei rifornimenti e dalla carenza di beni essenziali; per tale ragione il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha intensificato i contatti diplomatici con Israele, con l’Autorità Nazionale Palestinese e con i principali partner regionali, come Egitto, Giordania e Qatar, per facilitare il passaggio e la distribuzione degli aiuti; l’Italia è stata tra i primi Paesi al mondo ad attivarsi con programmi umanitari strutturati a sostegno della popolazione palestinese di Gaza, a partire dall’invio della nave Vulcano, attrezzata a garantire assistenza sanitaria in loco. L’iniziativa “Food for Gaza”, varata con l’obiettivo di garantire forniture di beni di prima necessità e assistenza diretta alla popolazione civile, si è rivelata uno dei pochissimi strumenti efficaci per far pervenire alla popolazione bisognosa una quantità significativa di aiuti. Ciò ha comportato ovviamente una costante interlocuzione fra la Farnesina e i governi di Israele, Egitto, Giordania e Autorità Palestinese, oltre alle Agenzie del Polo onusiano a Roma. Ci siamo distinti come primo Paese non musulmano e primo Paese occidentale per numero di cittadini palestinesi accolti, in particolare bambini che necessitavano di cure mediche urgenti e studenti che potranno ora riprendere gli studi universitari nei nostri atenei. Investire nella loro formazione equivale a investire nel futuro dello Stato palestinese. Da ultimo lunedì 29 settembre abbiamo accolto altri 15 bambini con i loro 65 familiari, giunti a Roma, Lecce, Pisa e Verona con voli dell’Aeronautica militare. Inoltre il 1° ottobre è arrivato in Italia un ulteriore gruppo di 72 palestinesi, tra casi umanitari, studenti e ricongiungimenti familiari; nel discorso sullo Stato dell’Unione del 10 settembre 2025, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato l’intenzione di proporre un pacchetto di misure volte a sospendere parte degli accordi commerciali con Israele e di sanzioni mirate contro alcuni esponenti governativi e altre figure responsabili di politiche estremiste o violente in Cisgiordania. L’Italia ha sottolineato la necessità che qualsiasi eventuale misura economica adottata sia a carico degli effettivi responsabili di comportamenti violenti o irresponsabili e non danneggi indiscriminatamente la società civile israeliana o pregiudichi il dialogo, talvolta anche critico, sempre mantenuto con Israele; La “Global Sumud Flotilla” salpata alla volta delle coste di Gaza, si propone come portatrice di aiuti alla popolazione stremata. L’Italia non può che condividere l’obiettivo di far arrivare quanti più possibili aiuti umanitari alla popolazione palestinese della Striscia. In questo spirito il Governo ha avviato un’interlocuzione operativa con la CEI, il Patriarcato latino di Gerusalemme e con le Autorità israeliane e cipriote, per una consegna rapida e sicura degli aiuti. Nonostante i ripetuti appelli dello stesso Presidente della Repubblica e del Governo, i responsabili della Flotilla hanno rifiutato la proposta; nel corso di un’interlocuzione fra i responsabili delle diplomazie italiana e israeliana, lo Stato ebraico su richiesta italiana ha assunto l’impegno a non espletare azioni che mettano in pericolo l’incolumità fisica degli attivisti presenti sulle imbarcazioni della Flotilla; ogni prospettiva di pace e stabilità nella regione non può prescindere da garanzie concrete e durature di sicurezza per lo Stato d’Israele, che impongano il disarmo e lo smantellamento delle capacità militari di Hamas e di altri gruppi terroristici, la prevenzione di ogni forma di riarmo e la predisposizione di meccanismi internazionali di monitoraggio e verifica, al fine di assicurare la protezione delle comunità civili israeliane e la tutela del loro diritto a vivere senza la costante minaccia del terrorismo; contestualmente al protrarsi del conflitto si è registrata, anche in Europa e in Italia, una recrudescenza di gravi episodi di antisemitismo e di istigazione all’odio verso persone e comunità ebraiche: si tratta di atti in forte contraddizione con i principi sui quali si fondano le nostre società europee, cristiane e occidentali, con la Costituzione italiana e con gli obblighi internazionali dell’Italia; il Parlamento italiano esprime vicinanza e solidarietà per l’impegno profuso dalle nostre Forze dell’ordine nel garantire la sicurezza e l’ordinato svolgimento delle manifestazioni in corso; impegna il Governo: a sostenere con determinazione, insieme ai partner europei, arabi (in particolare Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Qatar) e internazionali, il Piano di pace dell’Amministrazione Trump volto a conseguire la de-escalation, un cessate il fuoco duraturo, la liberazione degli ostaggi, il pieno ripristino dell’accesso umanitario e soprattutto una prospettiva di pace e stabilità nell’intera regione; anche per tornare allo spirito degli Accordi di Abramo nei quali un’Autorità Nazionale Palestinese riformata e credibile deve essere coinvolta; ad attivarsi per riconoscere lo Stato palestinese a condizione che Hamas liberi tutti gli ostaggi e rinunci a ogni presenza politica e militare a Gaza e in Cisgiordania; a incrementare il sostegno in ogni foro internazionale alla prospettiva dei due Stati che convivano in pace e sicurezza, continuando il sostegno al programma di riforme dell’Autorità Nazionale Palestinese per rafforzarne le capacità di governo; ad attivarsi presso le competenti sedi internazionali affinché si arrivi al riconoscimento da parte delle autorità palestinesi della sovranità dello Stato d'Israele e del suo diritto di esistere in sicurezza entro i confini concordati e individuati in sede di trattativa tra le parti e con il consenso della comunità internazionale. Il riconoscimento reciproco fra Israele e il nuovo Stato Palestinese, con l’affermazione esplicita del diritto di Israele all’esistenza, e la cessazione da entrambe le parti di ogni forma di educazione all’odio e alla violenza, sono le condizioni per un vero accordo di pace, e quindi per regolari e amichevoli rapporti diplomatici con lo Stato di Palestina; a proseguire le iniziative umanitarie italiane, anche attraverso il coordinamento con Paesi terzi e organizzazioni internazionali, al fine di continuare ad alleviare le sofferenze della popolazione civile di Gaza e di garantire che gli aiuti non finiscano nelle mani di Hamas; a sostenere in ambito europeo un approccio equilibrato affinchè sia evitata l’adozione di misure sanzionatorie generalizzate ai danni della popolazione israeliana, che comprende diversi milioni di arabi e drusi, valutando d’intesa con gli altri Stati membri l’opportunità di varare eventuali provvedimenti individuali, anche di natura economica; a tutelare i villaggi cristiani della Cisgiordania e i luoghi di culto a Gaza perché le comunità cristiane rappresentano un elemento di equilibrio, di dialogo e di stabilità in tutto il Medio Oriente; ad operare in tutte le sedi competenti affinché ogni intesa sul cessate il fuoco e sui futuri programmi di ricostruzione a Gaza sia vincolata alla demilitarizzazione della Striscia; a continuare a lavorare perché la stabilizzazione della regione sia favorita anche dalla realizzazione del corridoio infrastrutturale IMEC, che farà dei territori oggi in conflitto uno snodo essenziale per i commerci fra l’Indopacifico e l’Europa, secondo un percorso sicuro che porterà benessere a tutte le popolazioni interessate; a proseguire nelle azioni volte a garantire il rapido e sicuro rientro degli attivisti a bordo della “Global Sumud Flotilla”; a rafforzare, in Italia e in sede europea, il contrasto all’antisemitismo e all’istigazione all’odio antiebraico, anche online, promuovendo adeguate misure di prevenzione e repressione, nonché di tutela dei luoghi sensibili e di promozione di iniziative educative e culturali.
CALOVINI
BILLI
ORSINI
CARFAGNA