
Il racconto
Le preoccupazioni di Piantedosi per i cortei pro Gaza, l'asse con Mattarella. Ciriani: "E se ci scappa il morto?"
Le paure del ministro degli Interni per gli "ingegneri della collera" (imbucati nei cortei) e per la radicalizzazione dei docenti su Gaza. Mattarella contrario alla scelta di diluire le elezioni regionali che esaspera il clima. Possibile incontro con Meloni
La parola è Intifada. Il governo teme “l’intifada italiana”, gli “ingegneri della collera”. La Palestina è adesso ordine pubblico, sicurezza Italia. Sentite cosa dice al Foglio, Luca Ciriani, il ministro per i Rapporti con il Parlamento: “E se poi ci scappa il morto? Chiedo a Elly Schlein di presentarsi in Aula. Fino a quando potrà spingersi a difendere la Flotilla, un eventuale suo sconfinamento? Fino a quando? Il Pd appartiene alla grande famiglia socialista. Sia responsabile”. E’ preoccupato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che usa l’adagio “l’ordine si mantiene e non si impone”, è angosciato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ed è allarmato anche Sergio Mattarella. Non si può escludere, questo fine settimana, un colloquio fra Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica. Piantedosi ha già spiegato che il clima è peggiorato, che operano professionisti del disordine. Nuove norme sulla sicurezza vengono escluse.
In Aula, alla Camera, Crosetto incanta quando chiede, a cuore aperto, all’opposizione, vi prego, “fermatevi”, vi prego, nessuno potrà garantire la sicurezza di un eventuale sconfinamento della Flotilla in acque israeliane. Peppe Provenzano, il responsabile Esteri del Pd, che intuisce l’onestà di Crosetto, il suo tono grave, esclama: “Sembra il ministro di un altro governo e di un altro partito”. Al Senato, il discorso cambia, tanto che nel Pd, il capogruppo Francesco Boccia (pensa Boccia: “La mozione di Meloni? E’ la solita furbizia. Fa la furba ma non ci riesce. Sulla Palestina si è isolata, sta con i paesi canaglia”) fa notare: “Il discorso di Crosetto al Senato è diverso rispetto a quello della Camera, non vorrei che abbia ricevuto qualche chiamata dalla sua presidente”. Sono preoccupati e sul serio. Ma nessuno riesce più a fermarsi.
Al governo si è assemblato un gruppetto di “volenterosi”, un gruppetto di ministri di buona volontà che chiede “calmiamoci”. Li guida il ministro Piantedosi (con tutto il rispetto: cosa sarebbe accaduto oggi se al suo posto ci fosse stato un ministro come Salvini?) e insieme a Piantedosi c’è Crosetto, la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, che ogni giorno scorre l’elenco degli atenei occupati (a Bologna prosegue l’occupazione con tende e FdI propone il Daspo urbano). I contatti fra Mattarella e Piantedosi, regolari, franchi, affettuosi, sono aumentati in queste settimane. Si tratta di telefonate e di continue “solidarietà” che il presidente esprime, personalmente, al ministro a seguito dei ferimenti delle forze dell’ordine. Cresce il numero degli agenti colpiti, come cresce il numero dei blocchi, degli scioperi. Al Viminale non si teme l’episodio eclatante ma il “clima favorevole a scorribande”, a “lupi solitari”. Preoccupa anche la radicalizzazione dei docenti nelle scuole. Dario Franceschini, al Senato, spiega al Foglio che “le piazze che protestano non sono organizzate e questo dovrebbe far riflettere Meloni”. Per i funzionari del Viminale il rischio è la solita suggestione, immaginare che nel caos si possa incappucciare lo sbandato di mestiere. E’ quella collera che ha sempre avuto valvola di sfogo negli stadi, nelle frange più estreme, una collera che adesso si imbuca nei cortei a favore della Palestina. Dice Ciriani, ancora: “Osservo le bandiere dei cortei e ci trovo sindacati Usb, Potere al Popolo… Dispiace dirlo ma è il solito brodo. Non sono parenti lontani ma vicini di gruppi estremi. Al Pd, che non è un partito di scappati di casa, chiedo: fermatevi. Non utilizzate una tragedia umanitaria per fini elettorali. Non possiamo arrivare al riconoscimento della Palestina visto che l’Autorità Palestinese controlla solo Ramallah. Alla fine si finisce per riconoscere Hamas”.
Il canone Piantedosi non è cambiato: contenimento, inviti alla cautela, ma è convinzione del ministro, come del governo, che la Palestina sia solo il pretesto che hanno questi antichi “professionisti del disordine”. Sono i gruppi che operano in Val di Susa, contro la Tav, gli ultras delle curve. Non aiuta neppure la contesa elettorale. Al Colle si ritiene che aver “diluito” le elezioni regionali non sia stata una scelta avveduta. E’ una “patologia”, così la definisce chi frequenta il Quirinale, una patologia che finisce per piegare la politica estera e costringere i partiti a mantenere la tensione alta, ad alimentare la mobilitazione continua dell’elettorato. Il 2 ottobre, Antonio Tajani riferirà alla Camera su Gaza e il governo presenterà la sua risoluzione. Arriverà dopo le elezioni nelle Marche, solo che a seguire ci sarà il voto in Calabria. Si mescolerà, ancora, l’urna con la tragedia, gli aiuti a Gaza con le preferenze. Per la destra è impossibile non riconoscere che Israele ha “superato i limiti della proporzionalità”, per la sinistra il rischio è essere sorpassata in protesta. Sono le primarie della collera.