
Matteo Ricci e Francesco Acquaroli (Foto Ansa)
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Elezioni regionali Marche: chi sono i candidati e qual è la posta in palio
I cittadini marchigiani sono chiamati alle urne domenica 28 e lunedì 29 settembre per scegliere il prossimo presidente. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla sfida tra Francesco Acquaroli e Matteo Ricci. Si vota anche in Valle d'Aosta per il rinnovo del Consiglio regionale (che a sua volta eleggerà il nuovo presidente)
Domenica 28 e lunedì 29 settembre si tengono le elezioni regionali nelle Marche per eleggere il nuovo presidente e il Consiglio regionale. I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Domenica si voterà anche per il consiglio regionale in Valle d'Aosta che eleggerà il nuovo presidente (sarà votato dall'assemblea dopo la sua composizione).
Chi è Francesco Acquaroli, candidato del centrodestra nelle Marche
A differenza delle altre regioni, qui il candidato per il centrodestra è stato chiaro fin da subito, ed è l’uscente Francesco Acquaroli sostenuto da una coalizione formata da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Unione di Centro, Noi Moderati e le liste Civici Marche e I Marchigiani per Acquaroli. Già consigliere comunale e sindaco di Potenza Picena, consigliere regionale delle Marche dal 2010 al 2014 e deputato alla Camera dal 2018 al 2020 per FdI, è diventato governatore nel 2020, con il 49,13 per cento dei voti, vincendo contro Maurizio Mangialardi (Pd) e diventando così il primo presidente di centro-destra delle Marche dall'introduzione del sistema ad elezione diretta nel 1995.
Chi è Matteo Ricci, candidato del centrosinistra nelle Marche
Lo sfidante è l'europarlamentare del Partito democratico Matteo Ricci sostenuto dal campo largo al completo: oltre al Pd ci sono anche il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Italia Viva. Le Marche sono l'unica regione in cui tutti i partiti dell'opposizione, tranne Azione di Carlo Calenda, sono riusciti a convergere su un nome comune senza troppe difficoltà. Ricci è stato presidente della Provincia di Pesaro e Urbino dal 2009 al 2014, vicepresidente del Partito Democratico dal 2013 al 2017 e sindaco di Pesaro per dieci anni dal 2014 al 2024, dov'è stato anche presidente di ALI-Autonomie Locali Italiane dal 2018.
Chi sono gli altri candidati
Lidia Mangani è sostenuta del Partito comunista italiano. Insegnate e dirigente scolastica, ora in pensione, Mangani è una delle due donne candidate alla presidenza della Regione, ha militato prima nel Pci, poi da consigliera comunale di Ancona con Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani.
Claudio Bolletta è un imprenditore nel settore della sicurezza ed è appoggiato da Democrazia sovrana e popolare di Marco Rizzo.
Beatrice Marinelli, la più giovane tra gli aspiranti governatori, si candida con la lista antisistema Evoluzione della Rivoluzione (Edr), creata dal Comitato Pro Ospedali Pubblici Marche (che ha contribuito a fondare nel 2018) che lotta per riaprire gli ospedali, e da associazioni di consumatori.
Il giornalista e professore liceale di filosofia e storia Francesco Gerardi è sostenuto da Forza del Popolo, partito noto per le sue posizioni vicine ai No Vax.
Cosa si giocano nelle Marche i leader nazionali
La regione è l'unica tra quelle al voto che al momento sembra essere davvero in bilico. Però le Marche sono state la prima regione che Fratelli d'Italia ha amministrato e che non vuole assolutamente perdere, e alla vigilia del voto i sondaggi sembrano sorriderle. Anche perché il partito di Giorgia Meloni si presenta a questa tornata di elezioni con un peso politico molto più forte rispetto alle altre forze della maggioranza rispetto a cinque anni fa.
Il voto nelle Marche è importante a livello nazionale perché il suo esito sbloccherà le candidature in Puglia, Campania e Veneto. I partiti di maggioranza hanno lavorato tanto per sostenere Acquaroli, molto vicino alla premier, tant'è che lo spin doctor del candidato è il giornalista Italo Bocchino. Ed è proprio da Ancona che Meloni ha annunciato la decisione di inserire le Marche, insieme all’Umbria, nella Zona economica sociale (Zes) per il rilancio dell’economia nei territori: in questo modo le due regioni potranno accedere ad alcune agevolazioni amministrative ed economiche.
La situazione nel centrosinistra
Il giorno dopo l'ufficilizzazione della data delle elezioni, Matteo Ricci ha ricevuto un avviso di garanzia sulla vicenda che riguarda circa 600 mila euro assegnati dal Comune di Pesaro a due associazioni culturali no profit, attraverso affidamenti diretti per le più disparate attività: dalla manutenzione degli impianti idraulici all’organizzazione di feste, fino alla realizzazione di un murales in onore di Liliana Segre e del casco gigante di Valentino Rossi, quando Ricci era sindaco della città. Non è stato accusato di avere ricevuto un qualche arricchimento personale, ma aver beneficiato di vantaggi in termini di consenso politico. Il fatto avrebbe potuto smembrare la coalizione a sostegno dell'eurocandidato, con Conte che aveva subito detto "vorremo leggere le carte al fine di comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta incompatibili con il M5s”. Ma così non è stato.
A fronte però della compattezza del centrodestra, nelle Marche il centrosinistra si è mosso in ordine sparso con i leader di Pd e 5 Stelle che hanno fatto comizi in giorni diversi. Accanto allo staff di Ricci è stato messo Flavio Alivernini, portavoce, consigliere e uomo ombra della segretaria Elly Schlein, che ha assunto anche compiti di coordinamento della campagna elettorale nelle Marche. Negli ultimi giorni prima del voto, il centrosinistra ha iniziato a temere la sconfitta, quindi Schlein ha convocato il martedì prima delle elezioni la direzione del Pd, dopo che l'ultima era stata a febbraio.
Per approfondire sulle elezioni nelle Marche:
Come si vota in Valle d'Aosta
La legge elettorale della Valle d'Aosta prevede un sistema proporzionale con soglia di sbarramento pari al doppio del quoziente naturale - cioè il rapporto tra il totale dei voti validi i seggi da assegnare che sono 35. Inoltre se la lista o la coalizione più votata ottiene almeno il 42 per cento dei voti le sarà attribuito un premio di maggioranza. C'è la possibilità di esprimere fino a tre preferenze, di cui almeno una deve riguardare un candidato di genere diverso.
Alle regionali del 2020 i partiti più votati sono stati la Lega Salvini Vallée D’Aoste, che aveva ottenuto il 23,9 per cento dei voti, l'Union Valdôtaine con il 15,8 per cento, il Progetto Civico Progressista il con il 15,2 e l'Alliance Valdôtaine - Stella Alpina - Italia Viva che preso 8,9 per cento. Il presidente uscente è Renzo Testolin, esponente dell'Union Valdôtaine sostenuto da una coalizione progressista.