dal palazzo di vetro

Il discorso di Meloni all'Onu: "Israele ha superato il limite". Sui migranti "magistrature politicizzate"

La premier usa parole dure sulla guerra a Gaza, dice che la Russia ha inferto una ferita al diritto internazionale. Parla della necessità di riformare le Nazioni Unite e chiede nuove convenzioni sulle migrazioni. Come Trump, attacca le politiche verdi

 Viviamo una fase storica accelerata, complessa, ricca di opportunità ma anche, forse soprattutto, densa di pericoli. Sospesi tra guerra e pace". Con queste parole Giorgia Meloni ha aperto il suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, al Palazzo di Vetro di New York.

Nel suo discorso, la premier ha elencato le crisi in corso, ricordando che secondo il Global Peace Index 2024 "nel mondo sono in corso 56 conflitti armati, il numero più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale". Tra questi, Meloni ha puntato l’attenzione sulla guerra in Ucraina, definendola una "guerra d’aggressione su larga scala" da parte della Federazione Russa, che "ha deliberatamente calpestato l’articolo 2 dello statuto dell’Onu". Mosca ha violato l’integrità e l’indipendenza politica di uno stato sovrano, ha ricordato la premier, e non mostra ancora disponibilità alla pace.

Poi il passaggio su Gaza. La presidente del Consiglio ha ricordato l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, definendolo "feroce e brutale", e ha ribadito la legittimità della reazione iniziale di Israele. "Israele ha superato quel limite, con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese", ha aggiunto. Una posizione netta, che ha portato l’Italia ad annunciare il proprio voto favorevole su alcune sanzioni europee verso Israele. Allo stesso tempo, Meloni ha precisato che la responsabilità non può ricadere solo su Israele: "È Hamas ad aver scatenato la guerra" e a poterla fermare.

Sul fronte migrazioni, ha definito "non più attuali" le convenzioni internazionali su migrazione e asilo, nate in un’epoca priva di migrazioni irregolari di massa. Ha poi attaccato le "magistrature politicizzate" che, a suo dire, con interpretazioni ideologiche delle norme "finiscono per calpestare il diritto, invece di affermarlo". Ha rivendicato il diritto degli stati a difendere i propri confini, parlando di "sacrosanta prerogativa" nazionale.

Meloni ha anche criticato duramente le attuali politiche ambientali europee, definite un "ecologismo insostenibile" che "hanno quasi distrutto il settore dell’automobile in Europa" e causato "perdite di posti di lavoro" senza reali benefici ambientali. Ha denunciato l’imposizione di "modelli di produzione insostenibili" che stanno portando "alla deindustrializzazione prima ancora della decarbonizzazione". Per questo la premier è tornata a invocare un approccio diverso, basato su "neutralità tecnologica" e "gradualismo". "Nel deserto non c’è nulla di verde", ha detto, criticando l’impatto sociale delle riforme ambientali troppo radicali. Martedì era stato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a dire che le politiche green saranno la morte dell'Europa proprio dallo scranno dell'Assemblea generale. 

Meloni ha infine chiuso il suo discorso citando San Francesco, il santo patrono celebrato dall'Italia con la reintroduzione della festività nazionale il 4 ottobre proprio in questi giorni. "I combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare", ha detto la premier. "Credo sia arrivato il tempo di dimostrare quel coraggio."

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