
le reazioni
Le opposizioni bloccano la Camera dopo l'attacco alla Flotilla
Pd, M5s e Avs protestano e chiedono che il governo riferisca. Domani Crosetto in Aula. Conte e Schlein dicono no alla mozione della maggioranza sulla Palestina e attaccano la premier: "Basta propaganda". "Ipocrita"
Pd, M5s e Avs hanno bloccato l'Aula di Montecitorio, occupando i banchi del governo, dopo i nuovi attacchi di questa notte alla Global Sumud Flotilla. Alcune imbarcazioni, battenti bandiera italiana sono state colpite da droni, spray urticante e bombe sonore. Le opposizioni hanno chiesto a inizio seduta la convocazione urgente di una Capigruppo della Camera per discutere di quanto avvenuto nelle acque internazionali. Poi è partita la protesta.
Poco dopo, "ascoltate le richieste avanzate dalle opposizioni la presidenza della Camera si è subito attivata con la presidenza del Consiglio e il ministro per i Rapporti con il Parlamento. Il governo ha dato immediata disponibilità a che il ministro Crosetto - oggi in Lettonia - venga a riferire domattina in Aula". Lo ha annunciato il presidente di turno di Montecitorio, Giorgio Mulè, riaprendo i lavori. "Definiremo il calendario dei lavori - ha concluso Mulè - nella capigruppo anticipata al termine dei lavori antimeridiani".
Tensioni che si sommano a quelle degli ultimi giorni.
Mentre ieri Giorgia Meloni, da New York, ha annunciato una mozione per il riconoscimento – condizionato – della Palestina. Una proposta a cui le opposizioni hanno risposto attaccando: "Meloni comincia a capire che sulla Palestina sta perdendo la faccia di fronte al mondo e alla nostra opinione pubblica", dice Elly Schlein. "Ma non è il momento di giochi di prestigio e delle prese in giro. Riconosce lo Stato di Palestina, come hanno fatto oltre 150 paesi e oggi anche Francia e San Marino, oppure non lo riconosce? Basta propaganda. Riconoscere la Palestina significa riconoscere l'Anp, non certo i terroristi di Hamas che non possono essere il futuro di Gaza. O pensa che Francia, Spagna e Regno Unito abbiano fatto il contrario?". La segretaria del Pd prova quindi a incalzare il governo: "Giorgia Meloni non dovrebbe far altro che votare le nostre mozioni che ha sempre bocciato. E assumere con urgenza tutte le altre decisioni che possano fermare Netanyahu e i suoi crimini a Gaza come in Cisgiordania. Se aspetta ancora rischiamo che non ci sia più nessuno da riconoscere".
Nel frattempo, ieri sera, sono arrivate anche le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani – "Mi auguro che prevalga il buon senso", augurandosi che le opposizioni votino la mozione della maggioranza. Difficile, se non impossibile, che vada in questo modo, a sentire le reazioni delle forze di minoranza.
E infatti Giuseppe Conte, il leader del M5s, dice: "Il riconoscimento 'condizionato' dello stato della Palestina, l'ultima trovata di Meloni, è un misero espediente che conferma l'ignavia del nostro governo. Il riconoscimento di uno stato è un atto formale, che in questo caso ha anche un alto valore simbolico oltreché politico. O lo fai o non lo fai. Perché l'Italia non può unirsi ad altri 150 e più Paesi che hanno già riconosciuto lo stato della Palestina? L'ipocrisia del nostro governo che continua a stare al fianco di Netanyahu è davvero oscena. La verità è che se l'Italia non si affretta non ci saranno più le condizioni per il riconoscimento: semplicemente perché non ci sarà più la popolazione palestinese". Dello stesso segno la posizione che arriva da Avs, con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che per prima, già da settimane, accusano il governo di "essere complice del genocidio". "Non c’è una guerra a Gaza, c’è un popolo che viene sterminato dalle bombe e dalla fame”.
Ma anche Azione rispedisce al mittente la proposta. "Il riconoscimento della Palestina è sempre stato nei confronti dell'Autorità nazionale palestinese. Nessuno ha mai proposto di comprendere Hamas come parte del processo politico", si sfila il leader Carlo Calenda. La posizione del governo italiano e l'annuncio del presidente Meloni di una mozione con due condizioni "è una scusa per non fare ciò che è giusto e doveva essere fatto ieri, come hanno fatto Francia e Gran Bretagna". Fino a questa mattina non sono ancora arrivate prese di posizione da Italia viva, che tuttavia negli scorsi giorni ha sostenuto posizioni simili a quelle anticipate da Meloni e Tajani. Luigi Marattin, infine, assicura che il Partito liberaldemocratico sosterrà l'iniziativa del governo.

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